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Enel, Eni, Edison: le trimestrali dell’energia

L’Enel migliora il risultato netto (+10,1%) e cresce nelle rinnovabili e nelle reti. Sul Cane a sei zampe pesa il crollo del petrolio ma la produzione fa un balzo record. Rivista al rialzo la guidance e acconto dividendo di 40 centesimi. Edison torna in rosso ma conferma l’obiettivo di raggiungere a fine anno 1 miliardo di margine operativo lordo.

Enel, Eni, Edison: le trimestrali dell’energia

Eni, Enel e Edison: è una “tripletta” di semestrali oggi nell’energia. Il Cane a Sei Zampe chiude i primi sei mesi con un utile netto in forte calo ma con una prestazione record nella produzione.  Tanto che rivede al rialzo, da +5 a + 7 per cento, le stime sulla crescita produttiva per quast’anno. Enel chiude un ottimo semestre con una crescita del 10,1% del risultato netto di gruppo ed una conferma della guidance per quest’anno. Edison conferma le difficoltà, presenta al mercato una perdita di 207 milioni e tuttavia conferma “l’obiettivo di Margine operativo lordo per l’intero anno di almeno 1 miliardo di euro, valore che tiene conto dell’arbitrato per la fornitura di gas dalla Libia”. A Piazza Affari, i titoli partono a velocità differenti ma alle 10 Eni guadagna lo 0,32% a 15,89 euro, Enel avanza dello 0,24% a 4,262 euro e Edison lascia sul campo lo 0,32% a 0,787 euro.

ENI

L’utile netto adjusted crolla dell’84% a 0,14 miliardi nel secondo trimestre e del 62% a 0,79 miliardi nel semestre, pagando il conto della caduta verticale dei prezzi del petrolio ed influenzato dalle svalutazioni di Saipem. Escludendo la controllata, il taglio sarebbe stato praticamente dimezzato: -46% nel trimestre e -47% fino al 30 giugno.  Il cash flow operativo è stabile 3,37 miliardi nel trimestre (€5,68 miliardi nel semestre), “nonostante il forte peggioramento dello scenario”, osserva il comunicato con il quale il gruppo ha presentato i suoi conti. La proposta di acconto sul dividendo è di 40 centesimi per azione. E infatti la produzione di idrocarburi ha fatto registrare un balzo del 10,7% nel trimestre  (9% nel semestre) 1,754 milioni di barili/giorno e 1,726 milioni nei sei mesi con “una crescita organica record negli anni 2000”. Anche escludendo l’effetto prezzo positivo nei contratti di production sharing , l’incremento è notevole e dà la misura delle potenzialità innescate dalla nuova strategia dell’Ad Claudio Descalzi. Questi risultati spingono il gruppo a rivedere al rialzo la guidance sulla produzione dell’anno intero dal +5% a oltre il 7%.

Si cominciano a vedere i risultati concreti dei successi esplorativi annunciati finora e gli avvii/ramp-up di giacimenti hanno contribuito – sottolinea il gruppo –  per 105 mila boe/giorno alle produzioni del semestre principalmente in Angola (West Hub e Kizomba Satelliti fase 2), Congo (Nené Marine) e USA (Hadrian South e Lucius).

Nel settore upstream abbiamo raggiunto una crescita produttiva record – afferma dunque l’Ad Descalzi – e abbiamo contenuto significativamente i costi. Inoltre, il recente avvio della produzione del campo di Perla, in Venezuela, e l’ormai prossimo avvio di Goliat, in Norvegia, forniranno un contributo importante nella seconda parte dell’anno. I business del middownstream hanno tutti ottenuto risultati positivi, grazie ai forti progressi nel riassetto dei nostri impianti di raffinazione e petrolchimici, al successo nelle rinegoziazioni dei contratti gas e agli ulteriori interventi sull’efficienza. Queste azioni hanno contribuito a limitare gli effetti della caduta dei prezzi degli idrocarburi, sia in termini economici, sia in termini di cassa. Nonostante il dimezzamento del prezzo del barile, abbiamo conseguito €5,7 miliardi di cash flow”. Descalzi ha poi aggiunto, nel corso della call con gli analisti, che il target di Eni è di “deconsolidare il debito di Saipem e stiamo lavorando su quello. Fiducioso che la società si riprenderà presto”. La Borsa ha accolto l’ottimismo e Saipem è passata in terreno positivo (+1,34% alle 14).

ENEL

Risultato netto di gruppo di 1,833 miliardi in crescita del 10,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’utile netto ordinario è stato di 1,604 miliardi di euro (+3,4%), i ricavi sono saliti a 37,63miliardi (+4,2%). L’aumento, afferma il comunicato, “beneficia dei minori oneri finanziari, parzialmente compensati dalla maggiore incidenza delle interessenze di terzi in Endesa”. Lo riferisce una nota del gruppo elettrico, che conferma la guidance, aggiungendo anche che “la gestione attiva del portafoglio prevede la dismissione di ulteriori asset non strategici entro la fine del 2015”. Al 30 giugno l’indebitamento netto di Enel era pari a 39,849 miliardi in crescita di 2,466 miliardi, pari al +6,6%. L’aumento, spiega la società, “è sostanzialmente connesso agli investimenti del periodo e al pagamento dei dividendi”. Alla stessa data l’incidenza dell’indebitamento finanziario netto sul patrimonio netto complessivo, il cosiddetto rapporto debt to equity, si attesta a 0,75 a fronte di 0,73 di fine 2014.

 “Continua, secondo programma, il percorso di semplificazione societaria in America Latina mentre si registra una forte crescita in tutta l’attività delle energie rinnovabili”, sottolinea l’Ad Francesco Starace. La riorganizzazione di Gruppo avviata lo scorso anno, sta già registrando segnali di miglioramento nei flussi di cassa. Confermiamo quindi, i nostri obiettivi per il 2015 e continuiamo a lavorare intensamente su questa traiettoria positiva”.  Starace ha precisato che Enel “non ha intenzione di cedere Endesa o una porzione di essa“, rispondendo algi analisti nel corso della conference call di fine mattinata. Riguardo alle dismissioni, ha confermato che “sono stati già individuati assets per circa 2 miliardi mentre 1 miliardo resta ancora da identificare”. La vendita della partecipata slovacca, Slovewnske Electrarne, è “nella fase finale. Abbiamo ricevuto – ha concluso – due offerte vincolanti definitive e ci aspettiamo di chiudere per la fine dell’anno”. La vendita avverrà in due fasi: prima la cessione di una quota di minoranza, poi il resto dopo il completamento dei lavori per le centrali nucleari”, previsto a cavallo fra il 2017 e il 2018.

EDISON

Edison chiude il primo semestre con una perdita di 207 milioni di euro (da un utile di 116) e ricavi in calo a 5,62 miliardi da 6,11. Ebitda più che dimezzato a 204 milioni. Il gruppo energetico controllato da Edf conferma tuttavia “l’obiettivo di margine operativo lordo per l’intero anno di almeno 1 miliardo di euro, valore che tiene conto dell’arbitrato per la fornitura di gas dalla Libia”. Il target sarà raggiunto grazie anche ai benefici derivanti dai programmi messi a punto dalla società per ridurre i costi operativi, nonostante il mercato dell’energia resti caratterizzato da una forte contrazione del prezzo del petrolio e dalla debolezza dei consumi elettrici, aggiunge il comunicato.

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