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Emergenza incendi: finalmente primi soldi dall’Ue

I disastri dolosi che stanno flagellando il Paese da Nord a Sud pesano già per 33 milioni di euro sul bilancio comunitario. Un primo stanziamento è stato già deciso – La prima Regione che potrebbe impegnare parte dei soldi UE è la Sicilia, dove la prospettiva è già accompagnata da appelli a vigilare sul buon utilizzo – Soldi anche per altre calamità; come desertificazione, rischio idrogeologico e danni ambientali.

Emergenza incendi: finalmente primi soldi dall’Ue

L’Unione Europea tira fuori dai guai l’Italia degli incendi. Sempre lì si va a bussare. I disastri dolosi che stanno flagellando il Paese da Nord a Sud pesano già per 33 milioni di euro sul bilancio comunitario. Un primo stanziamento è stato deciso l’altro giorno per ripristinare le zone distrutte, ma anche per prevenire. Termine che, in verità, suona un po’ strano di questi tempi.

Le polemiche che non hanno risparmiato nessuno – dal governo centrale ai volontari – ruotano quasi tutte intorno alla capacità ed all’organizzazione preventiva di fenomeni così gravi. A conti fatti qualcosa di vero c’è, se i mezzi a disposizione non sono risultati all’altezza del rischio e la vigilanza dei territori è stata leggera. I costi successivi per riparare stanno diventando stratosferici. E poco importa se già previsti dalla programmazione UE  2014-2020.

La prima Regione che potrebbe impegnare parte dei soldi UE è la Sicilia, dove la prospettiva è già accompagnata da appelli a vigilare sul buon utilizzo. I fondi sono parte della nella pianificazione 2014-2020, dove, però, si trovano specifiche misure a vantaggio sia di soggetti pubblici che privati. L’attenzione riservata a questi ultimi richiede il requisito della proprietà o la semplice conduzione  del terreno distrutto. Può funzionare, ma occhio alle indagini, ai sospetti, che proprio per ottenere questi aiuti, mani ignote abbiano deciso di appiccare il fuoco.

Va detto che l’Ue nel complesso destina un terzo delle risorse anche ad altre calamità. In particolare alla desertificazione e al rischio idrogeologico. Qui sorge l’altra grande questione dell’autunno-inverno 2017-2018. Gli incendi hanno provocato danni all’ambiente che avranno ripercussioni sui territori. I tecnici sono ormai concordi nell’immaginare i prossimi mesi caratterizzati da emergenze per frane, smottamenti e squilibri ambientali. Si possono utilizzare i contributi europei per costruire fasce larghe di protezione ambientale. Ci vorranno progetti e idee. Nel caso specifico di incendi sono descritti interventi per fasce tagliafuoco, reti di distribuzione e vasche per recupero di acqua necessaria. Ci sono fondi, poi, per le aree forestali, dove flora e fauna sono protette  spesso solo sulla carta.

E’ noto che la piaga del bracconaggio non è stata sanata e gli animali morti negli incendi sono l’altra brutta faccia della mancata prevenzione. Comunque, come sempre, i soldi europei saranno erogati sulla base di progetti approvati e vagliati da vari organismi. Le Regioni hanno fatto sapere che, rispettando le normative, non si potranno avviare opere di rimboschimento se non dopo cinque anni dagli incendi. Un piccolo deterrente contro chi incendia per lucrare sugli aiuti. La Regione Sicilia, infatti, ha già fatto sapere che ci possono essere delle deroghe, ma c’è bisogno di documentazione inoppugnabile. Se l’Europa ci aiuta deve essere ben ripagata.

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