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Elezioni Usa: ecco gli scenari dopo il voto e l’incognita Corte Suprema

Si è verificato lo scenario peggiore: non c’è un vincitore certo dopo l’election day e a contare saranno i voti degli Stati in bilico – Gli Stati assegnati, quelli da assegnare e le combinazioni che potrebbero dare la vittoria a Trump o a Biden – Ma il presidente uscente attacca: “Ho già vinto, ricorro alla Corte Suprema”

Elezioni Usa: ecco gli scenari dopo il voto e l’incognita Corte Suprema

Si è verificato lo scenario che in molti temevano e attendevano. Tra Trump e Biden è battaglia all’ultimo voto e per conoscere il nome del nuovo presidente degli Stati Uniti potremmo dover aspettare ore, se non addirittura giorni.

Nel frattempo a peggiorare il caos, cosa anche questa prevista, ci si è messo Donald Trump. Il presidente uscente ha prima annunciato di aver già vinto nonostante ci siano molti Stati ancora non assegnati e lontani dai risultati definitivi, poi è passato direttamente alle minacce: “Andremo alla Corte Suprema, questa è una frode per gli americani e un imbarazzo per il Paese. Eravamo pronti a vincere questa elezione e sinceramente ritengo che l’abbiamo vinta”, ha affermato dalla East Room della Casa Bianca.

ELEZIONI USA: GLI STATI ASSEGNATI 

Ciò che Trump “ritiene” al momento conta poco. Nessuno dei due candidati ha ancora ottenuto l’ormai celeberrimo magic number pari a 270 grandi elettori su 538. A metà mattinata, i grandi network hanno assegnato 238 grandi elettori a Biden, 213 a Trump. 

Il candidato democratico sembra aver già vinto in Arizona (11), California (55), Colorado (9), Connecticut (7), Delaware (3), DC (3), Hawaii (4), Illinois (20), Maine (3), Maryland (10), Massachusetts (11), Minnesota (10), Nebraska-2 (1), New Hampshire (4), New Jersey (14), New Mexico (5) New York (29), Oregon (7), Rhode Island (4), Vermont (3), Virginia (13), Washington (12).

Trump ha invece prevalso in Alabama (9), Arkansas (6), Florida (29), Indiana (11),  Kansas (6), Kentucky (8), Idaho (4), Iowa (6), Louisiana (8), Mississippi (6), Missouri (10), Montana (3), Nebraska (2+2), North Dakota (3), Ohio (18), Oklahoma (7), South Carolina (9), South Dakota (3), Tennessee (11), Texas (38), Utah (6), West Virginia (5), Wyoming (3). 

ELEZIONI USA: GLI STATI DA ASSEGNARE

Da assegnare ci sono ancora 87 grandi elettori suddivisi in 8 Stati. Voti che saranno determinanti per sapere chi sarà il 46° presidente degli Stati Uniti. In due di questi territori il risultato è quasi scontato: Alaska (3 grandi elettori), dove la vittoria di Trump sembra sicura, e Nevada (6) che nonostante le incertezze di oggi dovrebbe comunque andare a Biden. Considerando dunque anche questi due Stati, il democratico sale a 244 grandi elettori, il repubblicano a 216. 

Per capire cosà succederà bisogna dunque guardare a Maine, Wisconsin, Georgia, Michigan, North Carolina e soprattutto Pennsylvania. Il Maine deve ancora assegnare l’ultimo dei quattro grandi elettori che ha disposizione e Trump sembra il favorito.

Dal Wisconsin sono arrivate novità: dopo l’iniziale vantaggio di Trump stamattina Biden è riuscito a superare il suo avversario grazie alle schede delle grandi città. Con il 97% dei voti scrutinati, il candidato democratico è al 49,4%, Trump al 48,8%. 

In Georgia invece con il 92% delle schede scrutinate, il presidente uscente sarebbe in vantaggio di 100mila voti (50,5 a 48,3%) ma c’è una grande incognita sul risultato finale. Mancano ancora molte schede della città di Atlanta che potrebbero consentire a Biden di recuperare il terreno perso. 

Attesa anche per la North Carolina, dove con il 95% dei voti scrutinati Trump è in vantaggio con il 50,1% dei voti contro il 48,7% di Biden. 

In Michigan con il 92% delle schede scrutinate, Biden ha superato Trump è in vantaggio con il 49,5% dei voti, contro il 48,8% del presidente uscente.

Concludiamo con lo stato più atteso, la Pennsylvania dove però lo scrutinio è molto indietro e potrebbe concludersì addirittura domani o venerdì. Al momento Trump è in vantaggio con oltre il 53,7%, ma si attendono i voti delle grandi città (Philadelphia e Pittsburgh) che potrebbero favorire Biden. 

COSA SERVE A BIDEN PER VINCERE LE ELEZIONI USA

Come detto, Biden ha già conquistato 238 grandi elettori. Gliene servono altri 32. Se, come da previsioni, vincerà anche in Nevada, ne mancheranno 26. A quel punto per vincere avrebbe bisogno di conquistare Michigan (16 grandi elettori) e Wisconsin (10) lasciando a Trump sia Georgia che Pennsylvania (20). 

Ci sono però altre due combinazioni possibili. Se il candidato democratico riuscirà a prendersi la Pennsylvania, gli basterà uno qualsiasi tra gli altri stati in Bilico rimasti. Terzo scenario: Biden perde in Wisconsin. A questo punto dovrebbe vincere in Georgia o in North Carolina. 

COSA SERVE A TRUMP PER VINCERE

Trump ha 213 grandi elettori, 216 con l’Alaska, e per restare alla Casa Bianca deve vincere in quattro dei cinque Stati in bilico ancora in gioco. Dunque, dovrebbe assicurarsi quattro Stati tra Pennsylvania, Wisconsin, Michigan, North Carolina e Georgia. Una missione però che al momento, guardando alle proiezioni, non appare impossibile, nonostante il sorpasso dell’ultim’ora di Biden in Wisconsin. 

L’INCOGNITA CORTE SUPREMA

Sul risultato delle elezioni americane pesano come un macigno le parole pronunciate e scritte da Donald Trump nella notte. In caso di sconfitta il Presidente uscente non ha alcuna intenzione di arrendersi e, anzi, ha annunciato di voler ricorrere alla Corte Suprema per contestare i voti per posta che in alcuni Stati decisivi come la Pennsylvania, il North Carolina e il Michigan continueranno ad arrivare per giorni e giorni. Secondo Trump infatti i voti arrivati dopo l’election day non dovrebbero essere contati.

“Stanno tentando di rubarci le elezioni”, ha scritto in un tweet che il social network ha immediatamente segnalato. “Questa è una frode per gli americani e un imbarazzo per il Paese. Andremo alla Corte Suprema”, ha promesso il presidente. 

La dichiarazione di Trump è stata “scandalosa e senza precedenti”, rispondono i responsabili della campagna di Joe Biden “È scandalosa perché è uno sforzo di strappare ai cittadini americani i loro diritti democratici. È senza precedenti perché mai nella storia un presidente ha cercato di soffocare la voce degli americani in un’elezione nazionale”, spiega la campagna di Biden. “Se il presidente deciderà di dar seguito alla sua minaccia, abbiamo squadre legali pronte a resistere al suo tentativo”. 

Nonostante il commento, difficile credere che la minaccia di Trump non preoccupi i democratici. Anche perché bisogna tener conto del fatto che, dopo la nomina di Amy Comey Barrett arrivata la settimana scorsa, l’Alta Corte conta sei giudici di nomina conservatrice contro tre di nomina democratica. 

Attenzione però a credere che se Trump dovesse passare dalle parole ai fatti, la sua vittoria davanti alla Corte Suprema sarebbe scontata. Solo sei giorni fa, i giudici hanno giudicato valida la decisione di una corte federale della North Carolina che consente al consiglio elettorale dello Stato di giudicare validi i voti postali ricevuti fino a 9 giorni dopo le elezioni presidenziali, purché il timbro postale certifichi che siano stati espressi in tempo.  Lo stesso giudizio è stato dato sulla Pennsylvania, dove saranno valide le schede arrivate entro il 6 novembre, purché siano state spedite entro il 3 novembre. Entrambe le decisioni sono state prese prima dell’arrivo di Barrett, ma mostrano l’indipendenza di un organismo che deve andare oltre alla politica e oltre le recriminazioni di Donald Trump. Soprattutto se in ballo c’è la Casa Bianca.

Foto di copertina: proiezioni Cnn

(Ultimo aggiornamento: ore 17.56 del 4 novembre)

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