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Elezioni subito o Governo di garanzia? Salvini contro Renzi: le squadre in campo

Matteo Salvini guida, con l’appoggio della Lega, di FdI, di Forza Italia e del segretario del Pd, Zingaretti, lo schieramento politico che vuole le elezioni politiche subito – Matteo Renzi guida invece l’ala che vuole il Governo di garanzia per mettere in sicurezza l’Italia prima delle elezioni

Elezioni subito o Governo di garanzia? Salvini contro Renzi: le squadre in campo

Il leader leghista Matteo Salvini è la punta di diamante dello schieramento politico che, avendo presentato in Parlamento la mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte e decretato di fatto la crisi del Governo Lega-5 Stelle , vuole correre verso le elezioni politiche anticipate il prima possibile per “capitalizzare il consenso elettorale”. Ottobre o, al più tardi, novembre.

Matteo Renzi, già premier e segretario del Pd, è invece il leader dello schieramento alternativo a Salvini e chiede di mettere in sicurezza l’Italia con la nuova manovra economica e la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva da 23 miliardi di euro attraverso la formazione di un Governo di garanzia che eviti al paese il trauma di un voto confuso e immediato.

Salvini e Renzi sono i veri antagonisti della sfida politica di Ferragosto, ma nessuno dei due avrebbe mai immaginato di trovarsi i compagni strada che si ritrovano al loro fianco. Con Salvini ci sono Fratelli d’Italia di Meloni e – con non pochi mal di pancia soprattutto della Gelmini e della Carfagna – i parlamentari di Forza Italia, almeno fino a quando Silvio Berlusconi avrà la speranza di un’alleanza elettorale preventiva con Salvini che gli eviti tracolli alle urne. Ma con Salvini sta anche – udite,udite – il segretario del Pd Nicola Zingaretti e la metà del suo partito (Calenda in testa), che non vuol sentire parlare di accordi con i 5 Stelle ed è pronto a giocare di sponda con l’odiato Salvini.

Composito è anche lo schieramento che fa capo a Renzi, che ha dalla sua la maggioranza dei parlamentari del Pd ed è pronto a fare capriole per giustificare un accordo al minimo comune denominatore con i Cinque Stelle pur non di non darla vinta a Salvini e di evitare le elezioni immediate che metterebbero a repentaglio la tenuta dell’Italia anche sui mercati. Il voto, presumibilmente, sancirebbe il trionfo della Lega che, oltre alla maggioranza del nuovo Parlamento e alla guida del nuovo Governo, prenoterebbe il futuro Presidente della Repubblica, creando le basi di una sorta di regime sovranista. Dalla parte di Renzi e della maggioranza dei parlamentari Pd – prima la sicurezza dell’Italia e solo dopo gli interessi dei partiti, anche a costo di qualche disinvoltura tattica – ci sono personalità di primissimo piano della sinistra riformista, da Romano Prodi a Walter Veltroni, da Enrico Letta a Dario Franceschini e a Pier Carlo Padoan ma soprattutto ci sono i 5 Stelle, che vedono le elezioni immediate come il fumo negli occhi perché sentono il profumo di una sconfitta quasi certa. Anche il centro illuminato di +Europa di Bruno Tabacci e quello di Pierferdinando Casini è con Renzi. Così come Leu e la Sinistra di Fratoianni e i ministri tecnici dell’attuale Governo, da Tria a Moavero Milanesi fino al premier Giuseppe Conte.

Chi vincerà la sfida? Ce lo diranno le prossime puntate che si preparano a rendere incandescente l’estate politica.

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