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Elezioni Argentina: tra il peronista Massa e il falco Milei sarà lotta all’ultimo voto per la presidenza

La sfida tra i due concorrenti si conclude il 19 novembre. Ecco tutte le incognite della corsa alle presidenziali e le strategie dei due candidati. E Lula non sta a guardare

Elezioni Argentina: tra il peronista Massa e il falco Milei sarà lotta all’ultimo voto per la presidenza

I sondaggi sono contraddittori, ma una certezza c’è: la corsa per diventare presidente dell’Argentina sarà una lotta all’ultimo voto tra il ministro dell’Economia uscente Sergio Massa, del centrosinistra, e l’outsider di estrema destra Javier Milei. La seconda economia del Sudamerica deciderà le sue sorti tra tre settimane, domenica 19 novembre, dopo un primo turno che ha visto a sorpresa primeggiare proprio il peronista Massa, contro qualsiasi pronostico della vigilia.

È infatti un paradosso tutto argentino, ha osservato la stampa latinoamericana, quello per il quale un rappresentante dell’establishment, ministro nei mesi più difficili della storia argentina con l’inflazione al record di sempre (138% a settembre) e una tensione sociale dilagante, raccolga ancora i favori di buona parte dell’opinione pubblica: persino il 36,7% al primo turno, contro il 30% dello sfidante Milei e il 24% scarso della candidata del centrodestra moderata Patricia Bullrich.

Elezioni Argentina: nella corsa alla presidenza l’incognita Bullrich

Quest’ultima pochi giorni fa ha dichiarato ufficialmente il proprio sostegno a Milei per il ballottaggio, ma stando ai sondaggi al momento l’endorsement non sembrerebbe essere un asso nella manica per il beneficiario: non tutto l’elettorato di destra è infatti convinto dalle ricette da falco di Javier Milei, che propone di dollarizzare totalmente l’economia argentina, in una fase in cui un dollaro si compra con quasi 400 pesos sul mercato ufficiale e con oltre 1.000 pesos su quello parallelo, il più utilizzato e cosiddetto “blue”. L’anarco-capitalista, come lui stesso si definisce, non piace nemmeno al mondo industriale e ai mercati finanziari, preoccupati dalla sua eccessiva disinvoltura. Quest’ultima però sembrava piacere agli elettori, che alle primarie del 13 agosto lo avevo premiato alla grande, tanto da farlo diventare il favorito per la Casa Rosada: adesso invece – nonostante la somma dei voti per lui e Bullrich supererebbe il 50% comodamente – solo il sondaggio di CB Consultoria dà Milei in vantaggio, e di pochissimo (50,7 a 49,3), contro Massa, mentre Analogias segnala il candidato peronista al 42%, contro il 34% di Milei e un corposo 18% di indecisi, con un 6% che voterà scheda bianca. 

L’inerzia degli elettori gioca a favore di Massa nelle elezioni Argentina

Al di là dei sondaggi, è proprio l’inerzia che sembra essere girata a favore di Massa, ex capo di gabinetto della presidente Cristina Kirchner e politico particolarmente apprezzato nella comunità internazionale, ad incominciare dal Fondo Monetario Internazionale col quale il 51enne ex sindaco di Tigre è stato abilissimo a trattare soprattutto negli ulti mesi, ottenendo nuovi finanziamenti e una più confortevole rateizzazione del debito. Altro endorsement importante per Massa è quello del vicino Brasile, primo partner commerciale dell’Argentina e oggi rappresentato da Lula, che fa parte della stessa grande famiglia politica socialista. Lula è ancora oggi il leader più popolare del Sudamerica, e anche se lui sta evitando di “tifare” esplicitamente per Massa, lo stesso candidato argentino ha ammesso una grande vicinanza politica e personale sia col presidente brasiliano che col suo ministro dell’Economia Fernando Haddad.

Massa sostenuto da Lula, identica la strategia di comunicazione

Una connessione, quella tra governo brasiliano e argentino, in realtà ancora più profonda e probabilmente decisiva di come venga raccontata, visto che Massa ha imperniato la sua rimonta in campagna elettorale proprio sulla collaborazione con il team di esperti di immagine e comunicazione che hanno portato Lula a vincere le elezioni un anno fa. La squadra guidata dal pubblicitario Chico Kertész, dopo aver rimesso in carreggiata la figura del politico brasiliano, ammaccata da vicende giudiziarie e da quasi due anni di prigione, ha dato una svolta anche a quella dell’impopolare (per lo meno inizialmente) Massa. La strategia è stata chiara, e finora ha pagato: nessun confronto demonizzante tra Milei e Bolsonaro, nessun attacco personale a Milei ma solo alle sue proposte. Ecco quindi che Massa ha evitato la solita narrazione buoni vs cattivi, invitando piuttosto gli elettori a riflettere sulle conseguenze delle ricette dell’avversario. 

Elezioni Argentina: ecco su cosa punta Massa

In particolare, il ministro dell’Economia sta agitando lo spauracchio del taglio ai sussidi, in un momento in cui la povertà dilaga al 40% e il costo della vita è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso. In Argentina la rete di aiuti di Stato è molto ampia, e arriva ad esempio a sostenere le famiglie più disagiate pagando con risorse pubbliche fino all’80% del costo delle bollette dell’elettricità e al 71% di quelle del gas. Il tema più attuale è quello del trasporto pubblico di Buenos Aires, il cui costo per il cittadino, secondo la narrazione proposta da Massa, aumenterebbe di ben 20 volte se Milei dovesse diventare presidente. A favore di Milei c’è però un altro dato, emerso da una ricerca dell’Università di San Andrés: il 59% degli argentini è in realtà a favore dell’eliminazione dei sussidi sociali. 

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