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Elezioni 4 marzo: come si vota? Guida in 7 punti

Tutto quello che c’è da sapere su com’è fatta la scheda elettorale, dove bisogna mettere le croci e come funziona il Rosatellum – Attenzione: da quest’anno non bisogna più inserire il voto nell’urna – In arrivo anche multe salate per chi entra in cabina portando con sé il telefono cellulare.

Elezioni 4 marzo: come si vota? Guida in 7 punti

Domenica 4 marzo, fra le 7 e le 23, si vota in tutta Italia per elezioni politiche. Sì, ma come? Rispondere a questa domanda non è semplice: bisogna conoscere il Rosatellum, sapere com’è fatta la scheda elettorale e quali sono le nuove regole. Chi vive in Lombardia e nel Lazio, inoltre, deve tenere presente che vota anche per rinnovare i consigli regionali ed eleggere i nuovi governatori.

Ecco una breve guida con tutto quello che c’è da sapere prima di andare al seggio.

1) IL ROSATELLUM E LE SOGLIE DI SBARRAMENTO

In base alla nuova legge elettorale, i parlamentari vengono eletti con un sistema misto:

  • Due terzi con il proporzionale. Nei collegi plurinominali ogni partito si aggiudica un numero di seggi proporzionale ai voti ricevuti dal suo singolo listino o dalla coalizione di cui fa parte. L’elezione scatta seguendo l’ordine di presentazione nel listino, che comprende da un minimo di due a un massimo di quattro nomi.
  • Un terzo con il maggioritario. In ogni collegio uninominale si sfidano più candidati (uno per ogni partito o coalizione) e il seggio in palio va a quello che prende più voti.

Sono previste anche due soglie di sbarramento: il 3% per i singoli partiti e il 10% per le coalizioni. Attenzione: se un partito prende fra l’1 e il 3% non riceve alcun seggio, ma i suoi voti vanno alla coalizione di cui fa parte. Sotto l’1%, invece, i voti sono dispersi.

2) LE SCHEDE

L’elettore riceve due schede, una rosa per la Camera e una gialla per il Senato. Su ogni scheda si trovano i nomi dei candidati nel collegio uninominale della zona di residenza dell’elettore. Sono scritti in grande, all’interno di un rettangolo. Subito sotto si trovano uno o più simboli: sono quelli dei partiti (o del partito) che sostengono il candidato all’uninominale. Accanto ai simboli sono indicati invece (in caratteri più piccoli) i nomi dei candidati che compongono il listino proporzionale di ogni partito.

3) COME SI VOTA

Per ciascuna scheda l’elettore ha tre possibilità:

  1. Mettere una croce solo sul simbolo del partito. In questo modo il voto andrà sia al listino proporzionale del partito prescelto sia al candidato sostenuto dallo stesso partito nel collegio uninominale.
  2. Mettere due croci, una sul simbolo del partito e una sul nome del candidato al collegio uninominale sostenuto dallo stesso partito. Non cambia nulla rispetto al primo caso.
  3. Mettere una croce solo sul nome del candidato al collegio uninominale. In questo modo il voto andrà a lui e a tutti i partiti che lo sostengono in misura proporzionale ai voti ottenuti da ciascuno nel collegio.

4) NIENTE VOTO DISGIUNTO

Attenzione: la scheda viene annullata se candidato e partito votati appartengono a coalizioni differenti. In sostanza, come chiarito nel punto precedente, mettere due croci sulla stessa scheda è inutile, ma se proprio lo si vuole fare è necessario che siano entrambe nel riquadro di una stessa coalizione. Non è consentito, ad esempio, votare contemporaneamente la lista del Pd e il candidato di Forza Italia, o la lista di Leu e il candidato del Movimento 5 Stelle.

5) NON INSERIRE LE SCHEDE NELL’URNA

Il Rosatellum prevede che le schede elettorali siano munite di un tagliando anti-frode con un codice alfanumerico che viene annotato al momento della consegna all’elettore. Serve a evitare una truffa piuttosto semplice e diffusa in passato: un criminale dà una scheda già segnata all’elettore, che, dietro pagamento, la inserisce nell’urna riconsegnando al criminale la scheda intonsa che ha ricevuto al seggio. Da quest’anno non si potrà più fare, perché a inserire la scheda nell’urna sarà il presidente del seggio, che prima dovrà staccare il tagliando verificando che corrisponda a quello annotato, in modo da accertare che la scheda non sia stata sostituita.

6) ENTRARE IN CABINA CON IL TELEFONO È REATO

Non è permesso entrare nella cabina elettorale portando con sé un telefono cellulare. Chi lo fa commette un reato punibile con una sanzione fino a 15mila euro. La Cassazione ha precisato che la regola vale anche se al seggio non sono presenti cartelli che ricordano questo divieto o se il presidente del seggio dimentica di avvisarci. L’obiettivo della norma è chiaro: evitare che gli elettori vendano il proprio voto. Basterebbe una foto della scheda segnata, infatti, per dimostrare di aver votato in un determinato modo e ricevere in cambio un compenso.

7) ELEZIONI REGIONALI

In Lombardia e nel Lazio si riceve anche una scheda per eleggere i presidenti di Regione e i componenti dei consigli regionali. Si può barrare il nome del candidato governatore oppure il simbolo di una lista a lui collegata. In questo caso è ammesso anche il voto disgiunto, ossia una croce sul nome di un candidato alla presidenza e un’altra su una lista a lui non collegata. Per il consiglio si possono esprimere fino a due preferenze, purché si tratti di un uomo e di una donna.

Leggi anche le istruzioni del ministero dell’Interno.

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