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Egitto: ancora tensioni ad un anno dall’elezione di Morsi. E rottura fra il rais e l’esercito

La tensione in Egitto non è ancora finita. Gli oppositori del Raìs Morsi sono sempre di più: in 15 milioni hanno firmato un appello perché se ne vada. Il 30 giugno, primo anniversario dell’elezione del raìs, moltissimi scenderanno nelle piazze di tutto il paese per far cadere il presidente e indire nuove elezioni.

Egitto: ancora tensioni ad un anno dall’elezione di Morsi. E rottura fra il rais e l’esercito

La tensione in Egitto non è ancora finita. Ad un anno dall’elezione di Morsi la spaccatura tra il raìs con i suoi sostenitori ed i laici, giovani, donne, intellettuali e cittadini diviene sempre più evidente. Gli oppositori sono sempre di più: solo quelli che hanno firmato un appello perché Morsi se ne vada sono 15 milioni.

Il 30 giugno, primo anniversario dell’elezione del raìs, moltissimi scenderanno nelle piazze di tutto il paese per il “tamarrud”, la nuova ribellione volta a far cadere il presidente e indire nuove elezioni.

“C’è una divisione nella società e il suo protrarsi è un pericolo per lo Stato, il volere della Nazione è il nostro solo governo e noi siamo pienamente responsabili di proteggerlo, non possiamo permettere che la volontà del popolo sia violata”, ha dichiarato Abdul Fatah Sis, capo del Consiglio Supremo delle Forze armate.

Secondo un articolo di Cecilia Zecchinelli pubblicato sul Corriere della Sera, parole di questo genere da parte del capo delle forze armate indicano una svolta: Morsi, infatti, accettato finora a denti stretti dai generali in cambio di privilegi economici, non è più in grado di governare l’Egitto.

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