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Effetto Fed e Bce: vola l’euro, tremano Nasdaq e Borse, giù i bond

I futures prevedono listini in ribasso perchè i mercati si stanno convincendo che le parole di Yellen e di Draghi preludano a una stagione di rialzi dei tassi – Euro superstar ma Borse in allerta – Banche a due velocità ma Banco Bpm e Ubi sugli scudi – Utilities sotto tiro

Listini in ribasso, euro in ripresa. I mercati sono convinti che sia imminente anche in Europa una stagione all’insegna del rialzo del costo del denaro. Il primo aumento, a giudicare dall’andamento del mercato interbancario, è previsto solo per il luglio del 2018, dopo una graduale riduzione del tapering. Un cambio di rotta soft, nelle intenzioni dei banchieri, ma senza cedimenti. A confortare questa previsione è stata la lettura delle dichiarazioni degli ultimi tre giorni di Janet Yellen e Mark Carney, oltre alle parole di Mario Draghi che hanno scatenato la bufera, nonostante la parziale successiva smentita.

La sensazione è che le banche centrali abbiano deciso che, di fronte ad una ripresa pur debole delle economie e dell’inflazione, sia giunta l’ora di archiviare la strategia degli stimoli straordinari, avviata circa 10 anni da Ben Bernanke per contrastare la crisi finanziaria globale. E così l’America procede sulla strada dei rialzi, l’Europa, nell’attesa di liquidare il Qe (necessario per dar sollievo al debito italiano), lascia che salga il cambio dell’euro che, tra l’altro, servirà a contenere le tensioni con gli Usa in vista del prossimo G 20. Il nuovo clima non giova alle Borse, già redarguiti da Janet Yellen, che è tornata a criticare il livello “troppo alto” dei mercati: il Toro ha perduto i grandi protettori. L’Orso, finito il letargo, è pronto per uscire dalla tana.

ARRIVA TOKYO, BENE L’ECONOMIA CINESE

In questa atmosfera i mercati perdono colpi. La Borsa del Giappone si avvia a chiudere l’ultima seduta della settimana in calo dell’1,1%. Il rialzo di giugno si riduce all’1,7%. Hong Kong perde lo 0,8%, Shanghai lo 0,2%, nonostante i dati confortanti sull’attività manifatturiera: indice Pmi a 51,7, pe l’undicesimo mese di fila sopra quota 50 che divide crescita e recessione. In ribasso anche Seul – 0,3%, sebbene il won sia l’unica valuta asiatica in calo rispetto al dollaro. Mumbai – 0,2%.

In sensibile discesa i mercati Usa. La prospettiva dell’aumento dei tassi ha colpito soprattutto i valori della tecnologia, grandi protagonisti del rally di inizio anno. Salgono, invece, finanziari e petrolio.

IL TECH PERDE COLPI NEL GIORNO DEL COMPLEANNO DELL’IPHONE

Il Nasdaq ha lasciato sul terreno l’1,44%, il peggior calo giornaliero del 2017, arrivato all’indomani del maggior rialzo giornaliero dello stesso indice negli ultimi otto mesi. Nonostante il rally delle banche, il Dow Jones ha perso lo 0,8%, variazione negativa giornaliera più ampia delle ultime quattro settimane. S&P500 -0,9%. L’indice Vix della paura è balzato del 26% spingendosi sui massimi di metà maggio. Il rendimento del Treasury Bill a 10 anni è salito a 2,27% da 2,22% del giorno prima, negli ultimi tre giorni il rendimento è salito di 15 punti base.

BENE LE BANCHE USA, CONTI NIKE OK

Dollaro sempre più debole, stamattina è a 1,144 su euro, da 1,137 della chiusura. Il dollar index, un indice che mette a confronto la valuta degli Stati Uniti con le maggiori controparti, è sui minimi da ottobre. Il settore tecnologico è sceso dell’1,8%- Sotto pressione anche Apple -1,4% che oggi festeggia i dieci anni dalla nascita del primo i Phone. Da allora il titolo è salito del 700%.

Il comparto migliore è stata la finanza, spinta dall’attesa del rialzo dei tassi: JP Morgan avanza dell’1,5%, Wells Fargo +2,7%, Citigroup +2,8%. A Borsa chiusa sono stati annunciati i conti di Nike: utili netti per 1,01 miliardi di dollari, +19% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Sale anche il settore Energia (+0,1%). Il petrolio Brent è al settimo giorno consecutivo di rialzo: stamattina tratta a 47,7 dollari il barile (+0,4%).  Il rialzo del petrolio non ha aiutato Eni che perde l’1,9%. Saipem -1%. Positiva Tenaris (+0,8%).

L’EURO AI MASSIMI DA 13 MESI SCHIACCIA L’EUROPA

L’euro è salito al massimo degli ultimi 13 mesi contro il dollaro a 1,142, da 1,137 di ieri sera. La forza dell’euro combinata con l’apertura contrastata di Wall Street hanno provocato la frenata delle Borse europee. I future anticipano un avvio in calo dello 0,2%. Milano non ha fatto eccezione: l’indice Ftse Mib ha chiuso in ribasso dell’1,63% a quota 20.705 punti. Ribassi più accentuati a Parigi (-1,88%) e Francoforte (-1,83%). Madrid è scesa dell’1,60%. Londra limita i danni: -0,51%.

La crescita dell’economia italiana sarà forte sia quest’anno che nel 2018, ha detto ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il sentiment economico nella zona euro a giugno ha registrato un miglioramento superiore alle attese, salendo ai massimi da quasi dieci anni. Sulla spinta del rincaro delle voci alimentari e servizi, l’inflazione tedesca ha visto in giugno una dinamica superiore al previsto: 1,4% contro 1,5% di maggio.

SALGONO I TASSI DEI BTP. OGGI IN ASTA IL NUOVO DECENNALE

Il mercato monetario vede una probabilità intorno al 90% di una stretta sui tassi Bce entro luglio dell’anno prossimo, dopo gli ultimi commenti di Mario Draghi che sembrano preparare la strada per un ritocco al rialzo sul costo del denaro. È quel che emerge dall’Interbancario, dove il tasso forward sull’Eonia a luglio 2018 viaggia a -0,2713%, circa 9 punti base oltre lo spot di -0,3620%, uno scarto che segnala per l’appunto una chance intorno al 90% di un aumento del costo del denaro.

Anche questo segnale ha contribuito alle vendite che hanno caratterizzato ieri il mercato obbligazionario, con i Btp particolarmente appesantiti alla vigilia delle aste a medio-lungo termine che prevedono l’offerta del nuovo titolo decennale. il rendimento del Btp a 10 anni è salito a 2,14% da 2,02% di ieri. Il Bund è scambiato a 0,45% da 0,36%. Lo spread con il Bund ha chiuso a 171 punti base da 166 punti base di ieri sera. Da segnalare anche l’allargamento dello spread Italia/Spagna, che ad inizio settimana si attestava in area 53 punti base e che ha chiuso la seduta a 64 pb.

A gettare benzina sul fuoco dei mercati è stato l’aumento oltre le attese dell’inflazione tedesca (1,5% contro 1,4% a maggio) e di quella spagnola, che potrebbero aumentare le pressione politiche da parte di Berlino per ridurre le misure di stimolo. In questa direzione vanno le parole dal governatore della Bundesbank Jens Weidmann, che, pur convenendo sull’appropriatezza di una politica monetaria accomodante, ha ribadito il suo diritto a dissentire.

Oggi si terrà l’asta del Tesoro a medio lungo termine: verranno messi a disposizione fino a 8 miliardi di nuova carta, tra cui il nuovo Btp decennale agosto 2027, cedola 2,05%. Sul grey market, il titolo rendeva ieri in chiusura un rendimento in area 2,22%.

I CAMBI FRENANO AUTO, STM E LUXOTTICA

L’effetto dell’euro forte si è fatto sentire sui titoli più legati al mercato Usa. Fiat Chrysler, che registra l’80% dei profitti nel Nord America, ha lasciato sul terreno il 3%. Brusco calo anche per Ferrari (-2,59%). Ha fatto peggio Cnh Industrial (-3,6%). Sotto tiro Stm (-2,4%) sotto la pressione delle vendite sui tecnologici e del calo del dollaro. Pesanti ribassi anche per Leonardo (-3%) e Buzzi (-2,2%).

Arretra anche Luxottica (-2,3%) nonostante Rbs abbia alzato il target price da 49 a 52 euro, confermando la raccomandazione neutral. Sale anche il giudizio di Rbc: il prezzo obiettivo del titolo passa da 50 a 55 euro (rating sector perform). Sotto pressione gli altri titoli del lusso: Ferragamo -3,1%, Moncler -3%. 

EQUITA AFFONDA TOD’S: LA RIPRESA NON SI VEDE

Affonda Tod’s (-7,7%) dopo il taglio di Equita: target price a 56,5 euro, raccomandazione reduce. I ricavi del secondo trimestre, secondo il broker, dovrebbero essere scesi dell’1% anno su anno a cambi costanti: in leggero recupero il canale retail, ma in peggioramento il canale all’ingrosso. Nel report si legge che ci sono bassissime evidenze su eventuali miglioramenti nella seconda parte dell’anno, per il momento lo scenario di mercato resta negativo: l’e-Commerce continua a crescere, le vendite dei negozi di abbigliamento tradizionali non ripartono. L’Ebitda margin del primo semestre dovrebbe essere di 160 punti base più basso di quello di un anno prima. 

FRENA INTESA, CONTINUA IL RALLY DI BANCO BPM E UBI

Battuta d’arresto del comparto bancario dopo quattro giorni ruggenti sull’onda dell’epilogo tranquillizzante della vicenda delle banche venete. L’indice di settore italiano ha chiuso in terreno negativo -0,98% in controtendenza rispetto al quello europeo +0,56%. Prese di beneficio nel finale su Unicredit (-1,7%) e Intesa (-1,3%). l broker statunitense Keefe, Bruyette & Woods ha alzato il target a 2,85 euro da 2,65 euro, confermando la raccomandazione Outperform. Bper -0,54%: la Commissione europea ha approvato la cessione all’istituto di Nuova Carife, una delle quattro good bank nate dalla risoluzione a fine 2015. Ma non mancano le note positive. Spicca in particolare il rialzo di Banco Bpm, che guadagna il 3,4%, e quello di Ubi +2,3%.

UTILITIES SOTTO TIRO IN CALO ANCHE ATLANTIA

In calo le utilities, frenate dai timori di aumento dei tassi: Enel -2%, Terna -2,3%, Snam -2,4%. Ubs ha tagliato la raccomandazione sul comparto europeo a neutral da overweight dal momento che il comparto ha sovraperformato il mercato di circa il 9% da febbraio. La dinamica dei tassi ha pesato anche su Atlantia (-1,84%). Baco de Santander ha alzato la raccomandazione del titolo a buy da hold, con prezzo obiettivo che sale a 28,6 euro da 26,2 euro per tenere conto del valore che si potrebbe sprigionare dall’operazione Abertis.

RECORDATI, IMA, FILA: TANTI I RIBASSI. MA STEFANEL VEDE LA LUCE

Recordati (-2,1%) è stato il peggior titolo del settore HealthCare europeo, a sua volta in perdita dell’1,2%. Da inizio anno la società vanta un guadagno del 33% contro il +12% messo a segno dall’indice di settore.

Ima -2,76%. La controllata Gima TT (tabacco) ha presentato a Borsa Italiana la richiesta di giudizio di ammissibilità alla quotazione su Mta.

Prelios ha ceduto il 7,9% lasciando sul terreno metà dei guadagni (+15%) della seduta di mercoledì sulle voci della cessione alla cinese Cefc. “In relazione a tali indiscrezioni di stampa- recita una nota della società- si precisa che Prelios non è allo stato a conoscenza di tale ipotizzata operazione o di eventuali offerte o accordi, né ha intrattenuto alcun contatto con il gruppo CEFC”. La nota aggiunge che le società di investimento Davidson Kempner e Tecnoinvestimenti hanno manifestato interesse a valutare possibili operazioni con la stessa Prelios.

Realizzi su Fila (-5,43%), protagonista di una forte crescita grazie anche alle acquisizioni: Il gruppo italiano del settore colore e scrittura ha chiuso i primi tre mesi del 2017 con ricavi a 117,6 milioni di euro, +41,9% dagli 82,9 milioni di euro. Il risultato netto è in utile per 5,7 milioni di euro rispetto al rosso di 300 mila euro dello stesso periodo di un anno fa. Debito in Crescita a 255,9 milioni di euro, dai 223,4 milioni di fine 2016, ma il management ha comunicato che la posizione finanziaria netta dovrebbe migliorare nella seconda parte dell’esercizio.

Vola Stefanel (+23,86%). Anche Monte Paschi e Unicredit hanno sottoscritto l’accordo di ristrutturazione del debito.

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