Condividi

Effetto Cina: crolla Stm e cede il lusso ma Milano limita le perdite

Il rallentamento della Cina pesa su Apple e sull’high tech e anche sul lusso: a Piazza Affari (-0,61%) ne fanno pesantemente le spese Stm (-11,66%) e i marchi del lusso con ribassi superiori al 4% per Moncler e Ferragamo – In controtendenza Amplifon, Unipol e Campari – In ripresa Telecom Italia – Risale lo spread.

Effetto Cina: crolla Stm e cede il lusso ma Milano limita le perdite

Mangiamo tutti un po’ della stessa mela e i mercati oggi affondano con Apple, in calo dell‘8,5% al Nasdaq. Piazza Affari perde lo 0,61% e scende a 18.218 punti, con gli investitori in fuga da Stm, -11,66%, che vanta fra i suoi clienti il colosso di Cupertino. Il clima di avversione al rischio penalizza anche il secondario italiano: il rendimento del Btp 10 anni risale al 2,9% e la forbice di rendimento con il Bund si allarga dell’8,96% a 274.80 punti. 

Un’ondata di vendite colpisce Francoforte -1,49% e Parigi -1,66%; limita i danni Madrid, -0,3%; Londra cede lo 0,61%. In controtendenza Zurigo, +0,42%.

Wall Street si muove ampiamente in territorio negativo, con tecnologici e fornitori che rotolano dietro a Apple, dopo la revisione al ribasso delle stime per i ricavi nei primi tre mesi dell’anno, a seguito del crollo delle vendite di Iphone in Cina e del rallentamento dell’economia del celeste impero. La società, su cui si abbatte una riduzione di prezzo target da parte degli analisti, si sta allontanando in Borsa dal tetto di mille miliardi di dollari superato per la prima volta in agosto e risulta attualmente al quarto posto nella classifica delle più grandi aziende Usa quotate. 

Al di là della mela però quello che impensierisce è il fronte gelido che procede dalla Cina, mentre la guerra commerciale resta sullo sfondo. Pesano anche i dati macro in chiaroscuro: a dicembre, l’Ism manifatturiero ha deluso gli analisti scendendo a 54,1 punti dai 59,3 di novembre. Inoltre nel settore privato americano a dicembre, secondo Adp sono stati creati più posti di lavoro del previsto (271mila), buona premessa per il rapporto sull’occupazione che verrà diffuso domani, ma le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono salite di 10mila unità a 231mila, più delle 220 mila attese. Sale anche il Vix, l’indice della volatilità, del 6% a 24,56.

In questo contesto brillano i beni rifugio, come il Bund decennale (il cui rendimento scende allo 0,15%); lo yen, che si apprezza contro il dollaro, cambio in area 108; l’oro, che sale dello 0,4% a 1289,86 dollari l’oncia. L’euro s’indebolisce nei confronti della moneta giapponese, ma si rafforza contro il biglietto verde in area 1,14. Il petrolio è quanto mai altalenante: Brent +0,11%, 54,97 dollari al barile.

In Piazza Affari gli acquisti si riversano su Amplifon, +4,24%, che si pone in cima al Ftse Mib dove è approdata con la Juventus (+1,03% dopo il balzo di ieri) a fine anno.

Rialza la testa Unipol, +4,05%, che attraverso Incontra (joint venture con Unicredit, -1,41%) lancia una polizza nuova a protezione della salute, che viene distribuita dal gruppo di Piazza Gae Aulenti. Bene anche Unipolsai +2,55%.

Ancora in progresso Telecom, +2,01%. Campari +2,17%. La seduta è infernale per Stm -11,66%; Credit Suisse stima un’esposizione della società con Apple nell’ordine del 10-15%, meno di concorrenti come Dialog Semiconductor o Ams.

Male Prysmian -4,76% e Buzzi -2,34%. La moda guarda con preoccupazione al mercato cinese: Moncler -4,63% Ferragamo -2,55%.  

Il settore bancario resta nervoso, in attesa di sviluppi su Carige, ancora sospesa dalla Borsa dopo la messa in amministrazione straordinaria da parte della Bce, che ha compiuto questo passo per la prima volta da quando ha assunto la supervisione unica delle principali banche della zona euro. “Per ora stiamo seguendo con molta attenzione, siamo fiduciosi”, ha risposto il vicepremier Luigi Di Maio a chi gli chiedeva se il governo stia pensando di intervenire sulla banca genovese.

Commenta