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Effetto Cina: Borse, materie prime, petrolio e valute in tensione

Dopo il lunedì nero, in Borsa rallenta la frana cinese ma i mercati sono inquieti per i forti ribassi delle materie prime e del petrolio e per le oscillazioni della valute – Attesa anche per il probabile annuncio di domani della Fed del primo rialzo dei tassi Usa dopo sette anni – Auto, banche e moda sotto tiro – Il caso Sorin

Effetto Cina: Borse, materie prime, petrolio e valute in tensione

Ai listini non si addice il verde. Già, perché il colore del ribasso per le Borse cinesi non è il rosso, bensì il verde. E così si spiega perché Jin Ye, giovane editor video di Shanghai, promette a ‘The Economist’ che non metterà più camicie verdi finché non recupererà i 20 mila yuan (più o meno 3 mila euro) perduti in queste settimane di ribasso. Secondo le statistiche, due terzi degli investitori cinesi colpiti dal ribasso dei listini sono nati dopo il 1980. Solo il 5% ha più di 55 anni.

Al di là di questo risvolto socio-politico, resta lo shock del brusco ribasso dell’8,5% dei listini della Grande Cina, presagio fosco come un pessimo Feng Shui a poche ore dall’avvio del board della Federal Reserve, che domani potrebbe annunciare per settembre il primo rialzo del costo del denaro da sette anni a questa parte.

Il crollo delle commodities sta finendo per creare un circolo vizioso: scendendo, alimentano preoccupazioni sul quadro macro cinese, il cui incupirsi crea i presupposti per ulteriori liquidazioni di petrolio, rame etc. Il Brent scende dell’1,6% a 53,7 dollari al barile, il Wti perde l’1,1% a 47,6 dollari. Arretrano anche in Piazza Affari i petroliferi: Eni -3,2%, Saipem -2,2% alla vigilia della trimestrale. La Consob ha fatto cadere le accuse di insider nei confronti di Blackrock e di un dirigente della società.
Il dollaro è in calo nei confronti dell’euro, scambiato a 1,111, in rialzo dello 0,9% su venerdì (1,098).

Chiusura in rosso per Wall Street, colpita, al pari dell’Europa, dalla sindrome cinese. L’indice Dow Jones industrial è sceso ai minimi di oltre cinque mesi, il Nasdaq ha toccato il livello più basso in quattro settimane e lo S&P 500 in più di due settimane.

Perde colpi Apple -2%, a 122,9 dollari. Il titolo della Mela è debole dopo gli ultimi dati macro in arrivo dalla Cina, Paese dove il gruppo realizza un terzo dei ricavi. Sotto pressione gli ADR di società cinesi come Alibaba e Baidu.

Giornata nera, in parte inspiegabile, anche per le Borse del Vecchio Continente, nonostante alcune buone notizie: l’IFO tedesco ha battuto le stime, mentre figurano sotto controllo gli aggregati monetari Bce di giugno, con M3 stabile al 5% e M1 in aumento a 11.8%. E i flussi sul credito continuano a segnalare un recupero delle dinamiche, con i prestiti ai consumatori in accelerazione, così come quelli alle aziende.  Ma questi dati sono stati sovrastati dall’effetto Cina.
A Milano l’indice FtseMib ha perso il 2,9%, la Borsa di Parigi è finita in ribasso -2,5%, Francoforte -2,5. Madrid -1,30%.  Anche il Footsie londinese ha perso l’1,02%.
 
Lo spread tra Btp e Bund si è attestato a 121 punti con il rendimento del decennale italiano all’1,90%. Oggi, con l’assegnazione dei Btpei cominciano le aste di fine mese.

FCA: TONFO A PIAZZA AFFARI

In Europa i titoli più colpiti dal ribasso sono quelli del settore Automotive (Stoxx del settore -2,8%). I tre grandi costruttori tedeschi, Bmw, Daimler e Volkswagen, tutti e tre molto presenti in Cina, hanno perso fra il 2% e il 3%. ??Ben più pesante la caduta a Piazza Affari di Fiat Chrysler -6,9%, dopo la multa da 105 milioni di dollari comminata  negli Stati Uniti per negligenza nella gestione dei richiami di auto difettose. Inoltre Fca è stata obbligata a riacquistare le auto di quei clienti che, invece di farle riparare, le volessero restituire alla Casa produttrice.?

BANCHE

Il ribasso dei titoli finanziari è dominato da Azimut -6,5%, Mediolanum, retrocessa da Akros (target price da a 8 euro da 8,2) , -4,9%. Fra le banche Unicredit è scesa del 2,3%, MontePaschi -3%. Intesa -4,7% dopo il declassamento di Goldman Sachs che ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Conviction Buy.

LUSSO

I guai della Cina hanno messo il lusso sotto pressione con Ferragamo in ribasso del 4,1%: il gruppo realizza il 36,6% dei ricavi in Cina. Moncler arretra del 4,4%. Luxottica ha il secondo trimestre con una decisa crescita di ricavi e utili, in linea con le attese degli analisti. Ricavi del trimestre si attestano a 2,46 miliardi di euro, in aumento del 19% a cambi correnti e del 5% a cambi costanti-  L’utile operativo aumenta del 26% a 500 milioni. L’utile netto attribuibile al gruppo è pari a 295 milioni (+25%).

ALTRI TITOLI

Tra gli industriali Finmeccanica è scesa del 2,5%, arretra StM -2,8%. Prysmian ha perso il 3,7%. Ribassi anche per Enel -1,9% e A2A -1,3%. Telecom Italia è scesa dell’1,4%. Sorin -4,7% limita i danni. In mattinata il titolo era crollato del 9% dopo la notizia di uno stop all’aggregazione con Cyberonics. L’Avvocatura di Stato di Milano ha chiesto al Tribunale di Milano di fermare l’operazione annunciata alla fina di febbraio in quanto avrebbe lo scopo di allontanare Sorin da potenziali asserite responsabilità relative ad una controversia in materia ambientale.?La fusione con l’americana Cyberonics dovrebbe dar vita a un gruppo leader nelle tecnologie medicali del valore di oltre 2,4 miliardi di euro.

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