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Edison, nessun cavaliere bianco all’orizzonte. Domani convocato Cda di Delmi

Tramontata la possibilità di una cordata italiana che riprenda gli impianti di produzione, Edipower si avvia allo spacchettamento, con Edison che dovrebbe finire a Edf, come era stato deciso nel marzo scorso – D’altra parte sono proprio i francesi a volerci mettere i soldi e la volontà di investire – Domani il cda di Delmi forse già un accordo

Edison, nessun cavaliere bianco all’orizzonte. Domani convocato Cda di Delmi

E’ convocato per domani il cda di Delmi che potrebbe giungere a un’intesa comune per il riassetto di Edison dopo mesi di divisioni e incertezze. A sbloccare la situazione la ritrovata unità in A2A nel consiglio di gestione di ieri che, dopo l’altolà del Comune di Milano, ha deliberato all’unanimità la volontà di riprendere le trattative con Edf sulla base dell’accordo del marzo scorso, osteggiato dal Governo.

Oggi si è tenuto anche il Consiglio di Sorveglianza dell’utility nata dall’unione delle municipalizzate di Milano e Brescia che dovrebbe ratificare la decisione. All’uscita della riunione il consigliere Bruno Caparini ha detto che “non si è deciso ancora niente, si aspetta l’incontro fra Henri Proglio, ad di Edf, e il ministro Romani”.  Domani tutti gli altri soci di Delmi si accoderano forse a A2A, socio di riferimento della compagine italiana con il 51% (seguono Iren al 15%, Sel e DolomitiEnergia 10% ciascuna, Crt 6%, Mediobanca 5% e Bpm 3%). Edison e’ invece l’azionista principale con il 50% di Edipower (seguono A2A e Alpiq al 20% ciascuna e Iren al 10%). Dopo sei mesi e due proroghe al patto di sindacato Delmi-Edf, la cordata italiana per impedire che gli impianti di produzione finiscano in mani francesi non ha preso quota.

D’altra parte il cavaliere bianco proprio non si è visto all’orizzonte: negli ultimi giorni anche la Cassa Depositi e Prestiti, dopo il forfait di Intesa Sanpaolo, ha escluso la possibilità di un suo eventuale investimento nella società energetica. Tramontato il “lodo Zuccoli”, come era stato chiamato il progetto per la cordata, Edipower si avvia allo spacchettamento con Edison che finisce a Edf. D’altra parte sono i francesi che hanno i soldi e la volontà di investire: le amministrazioni locali azioniste di A2A e delle altre utility azioniste sono invece più preoccupate di non vedersi prosciugare il flusso dei dividendi e quindi poco desiderose di imbarcarsi in una partita per le centrali Edipower che potrebbe rivelarsi troppo onerosa.

Tra i soci di minoranza è soprattutto Iren, che ha investito in Edison ed Edipower circa mezzo miliardo di euro, che più volte ha espresso un certo malessere per come A2A ha gestito il negoziato con Edf e che domani potrebbe ricompattare la propria posizione a fronte di un possibile maggior coinvolgimento. Iren, ha infatti detto ieri il presidente del Consiglio di Gestione di A2A Giuliano Zuccoli, “è un po’ turbata dal fatto che percepisce che c’è stato un filo diretto tra noi ed Edf e ci sono dubbi che forse sono state esplorate soluzioni non sempre sopra le parti”.

Probabilmente, a quanto ha fatto capire Zuccoli, un rappresentante di Iren entrerà nella trattativa con Edf, aggiungendosi allo stesso presidente di A2A e al direttore generale Renato Ravelli. Rimane sul tavolo il nodo della put, l’opzione di uscita dalla quota di minoranza con cui i soci italiani resterebbero in Edison. Zuccoli non si è sbilanciato: ”Chiedere un valore minimo non è nel nostro stile – ha detto -. Ritengo che di questi tempi un ‘floor’ vada maneggiato con cura. Ritengo piu’ ragionevole invece arrivare con una proposta sulla put, non credo che la forchetta di prezzo sia una necessità, e’ figlia della trattativa”. La Borsa premia i titoli in vista di un possibile schiarimento dul futuro del riassetto: A2A sale dell’1,49% ed Edison dell’1,75%.

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