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Economia in frenata dopo marzo: l’indice Pmi documenta il calo di fiducia e il rischio recessione

L’economia ha registrato una forte crescita in marzo ma ora prevale la sfiducia a causa della guerra e dell’inflazione. Pubblicati gli indici Pmi di S&P global

Economia in frenata dopo marzo: l’indice Pmi documenta il calo di fiducia e il rischio recessione

L’economia cresce in marzo nell’Eurozona. E il ritmo è ancora sostenuto. Tuttavia “le aspettative di crescita sono peggiorate nello stesso momento in cui le previsioni inflazionistiche si mostrano più critiche”. Lo affermano gli analisti di S&P Global che hanno diffuso gli indici Pmi servizi e composite (ex Ihs Markit) nell’area euro e in Europa.

 “Non c’è alcuna certezza di una recessione, poiché il grado di difficoltà che l’economia potrà sopportare nei prossimi mesi dipenderà dalla durata della guerra e dalle possibili modifiche delle politiche fiscali e monetarie. Tuttavia – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global, analizzando i dati finali del PMI Composito dell’Eurozona – sarà molto probabilmente difficile sostenere la forte espansione di marzo e, sull’economia del secondo trimestre, incombe chiaramente un maggiore rischio di stagnazione o di contrazione“. 

Gli indici Pmi di marzo per Eurozona e Europa

Nell’Eurozona indice Pmi servizi sale a 55,6 a marzo, mentre il composito scende a 54,9. Nell’Unione europea l’indice di marzo è pari a 55,6 punti, in aumento rispetto al precedente 55,5 punti (la previsione era 54,8 punti). Di seguito, gli indici dei principali Paesi:

  • Germania: indice Pmi servizi ha indicato una robusta ripresa, registrando 56,1, in aumento dal 55,8 di febbraio e al suo massimo da settembre scorso. Invece l’indice composito è sceso a 55,1.
  • Italia: indice Pmi servizi scende a 52,1 a marzo da 52,8, composito a 52,1.
  • Francia: netta accelerazione dell’indice Pmi servizi di S&P Global salito a 57,4 da 55,5 a febbraio, in netta ripresa rispetto all’andamento di gennaio. Una crescita che ha spinto anche il Composite facendolo salire in marzo a 56,3 da 55,5 a febbraio.

Da un lato quindi le aspettative sulla crescita economica hanno beneficiato dell’allentamento delle restrizioni Covid, dall’altro però il balzo in avanti dell’inflazione e le tensioni scaturite dalla guerra della Russia in Ucraina stanno modificando il quadro generale.

“Le sempre più ridotte restrizioni anti Covid-19 – spiega il comunicato Markit – hanno permesso di soddisfare i crescenti livelli di attività, l‘economia dell’Eurozona ha mantenuto un forte tasso di crescita nel mese di marzo, rallentando solo marginalmente rispetto al valore più alto in cinque mesi riportato a febbraio”.

La spinta principale all’espansione – spiega la nota di S&P global – è stata fornita dal settore terziario, dove la crescita è stata poco più alta mentre la produzione manifatturiera ha registrato un tasso di incremento più debole. Il forte rialzo si è registrato anche per i nuovi ordini, sebbene quelli esteri di marzo siano diminuiti a causa della guerra in Ucraina che, come si evince dai dati raccolti, ha inciso sul commercio transfrontaliero.

Arriva la guerra, crolla la fiducia nel futuro

La fiducia ha nel frattempo subìto un duro colpo, scendendo ai minimi in 17 mesi poiché le crescenti tensioni geopolitiche e l’inflazione hanno gravato sulle previsioni future. Con l’impennata del prezzo dell’energia, del carburante e delle materie prime, l’inflazione dei prezzi d’acquisto di marzo è accelerata ad un livello record. Per arginare le pressioni sui margini, i prezzi di vendita di marzo di beni e servizi hanno indicato il più veloce rialzo di sempre.

L’Indice destagionalizzato S&P Global PMI della Produzione Composita dell’Eurozona di marzo si è posizionato su 54,9, in lieve declino rispetto a 55,5 di febbraio ma ancora indicativo di un forte valore di crescita dell’attività dell’eurozona. L’espansione è stata guidata dal terziario, settore in cui l’attività è aumentata a ritmi marginalmente più rapidi di febbraio. Anche la produzione manifatturiera è aumentata su base mensile, ma è stata la più debole degli ultimi 21 mesi di sequenza di crescita.

Indice Pmi composite e terziario nel dettaglio

Tra le nazioni dell’eurozona monitorate a marzo, l’Irlanda ha registrato la crescita più veloce, indicando l’espansione più rapida in cinque mesi. Anche la Francia ha indicato un incremento maggiore, posizionandosi al secondo posto nella classifica di crescita nazionale di fine primo trimestre. Per le altre nazioni, ovvero Germania, Spagna e Italia, l’attività ha indicato ritmi di crescita più moderati rispetto a febbraio.

L’Indice S&P Global PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di marzo è lievemente salito a 55,6, da 55,5 di febbraio, mostrando a fine primo trimestre un’attività terziaria in forte espansione. Complessivamente, il tasso di crescita è stato il più veloce in quattro mesi.

“La graduale riapertura dell’economia dell’Eurozona, dovuta all’attenuamento dell’ondata Omicron, ha fornito una gradita spinta all’attività di marzo, promuovendo una nuova e forte espansione che si è lasciata alle spalle il rallentamento di inizio anno. Tuttavia, nei prossimi mesi la resilienza dell’economia verrà messa alla prova da ostacoli che includono nuove impennate dei costi energetici e dei prezzi delle materie prime dovute all’invasione della Russia in Ucraina, ma anche dal peggioramento della catena distributiva causato dalla guerra e dal forte deterioramento dell’ottimismo sulle prospettive dell’anno a venire” – ha dichiarato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global, analizzando i dati finali del PMI Composito dell’Eurozona .

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