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Ecco il piano per la grande Unipol: premi danni a 10,3 mld e utili nel 2015 a 880 milioni di euro.

La compagnia alza il velo sull’integrazione a 4 con la galassia Fonsai, operativa dal gennaio 2013 – Due società quotate, sinergie per 345 milioni, margine di solvibilità al 143% con Solvency II, pay out 2015 tra 60-80% e indipendenza da Mediobanca – Attesa la decisione Consob sull’esenzione all’Opa della Milano: “Se non c’è, si ferma tutto”

Ecco il piano per la grande Unipol: premi danni a 10,3 mld e utili nel 2015 a 880 milioni di euro.

Carlo Cimbri ha svelato oggi i numeri del piano di fusione a quattro con Fondiaria Sai, che sarà operativa dall’inizio del 2013.La Grande Unipol sarà composta da due società quotate: Ugf e Unipol-Fonsai. Dalla prima dipenderanno direttamente le società Linear, Unisalute, Unip Banca, Arca e altre Partecipazioni e anche l’altra società quotata Unipol-Fonsai, sotto il cui cappello finiranno Unipol Assicurazioni, Fonsai, Milano e Premafin.

Nel complesso avrà una raccolta premi danni al 2015 a 10,3 miliardi in calo da 11,4 miliardi del 2011 a causa della cessione premi richiesta dell’Antitrust.“L’Antitrust ci ha chiesto di cedere 1,7 miliardi di premi per la parte prevalente nel portafoglio Rc Auto – ha spiegato Cimbri – Si tratta di 2,7 miliardi di riserve danni e 1,3 miliardi nel vita. Abbiamo già ricevuto manifestazioni di interesse”. Ma la redditività è prevista in grande recupero con un combined ratio in calo da 104,2% (fine 2011 datri aggregati) al 93% nel 2015. Il che significa una risultato tecnico positivo per 612 milioni contro una perdita di 699 milioni dell’anno scorso.Nell’area vita e’ previsto un incremento dei premi a 7,2 miliardi. Mentre il margine di solvibilità si attesterà al 143% con Solvency II (169% Solvency I).

Le sinergie previste dall’integrazione sono stimate al 2015 in 345 milioni, una stima definita da Cimbri “prudenziale”. Nel dettaglio, si avranno 169 milioni di sinergie in termini di costi operativi, 122 milioni derivanti dalle da gestioni industriali e 54 milioni da dall’incremento di produttività e modifiche in termini di Asset&Liability management (Alm) “mettendo in comune le masse finanziarie, su cui adotteremo una gestione unitaria”

L’utile consolidato della Grande Unipol di 880 milioni e della Unipol-Fonsai di 821 milioni. Per il 2012 i gruppi restano separati e Cimbri ha confermato i 250 milioni di utili per il solo gruppo Unipol. “Dal 2013 la progressione dei risultati è prevista piuttosto lineare: non è un piano che prevede un picco al 2015 ma è piuttosto lineare nello sviluppo”, ha aggiunto spiegando che a livello cumulato gli utili 2013-2015 superano i 2 miliardi di euro. Il pay out al 2015 è stimato tra il 60 e l’80%.

Dopo il via libera di ieri da Antitrust e Isvap, manca ora il verdetto Consob che è atteso per settimana prossima:l’Authority deve decidere riguardo all’esenzione dell’Opa da parte di Unipol su Milano Assicurazioni. “Confidiamo in una risposta positiva”, ha commentato Cimbri ma Unipol si fermerebbe se Consob decidesse per l’Opa. Sul tavolo rimane la questione dei paletti vincolanti posti dalla Consob sulla rinuncia da parte dei Ligresti su manleva e diritto di recesso, condizioni a cui la famiglia ha deciso di non rinunciare. Ma un’eventuale azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori di Fondiaria-Sai promossa prima della fusione con Unipol, e sul tavolo del board di Fonsai, potrebbe risolvere il problema della manleva alla famiglia Ligresti che la Consob chiede di eliminare per esentare la compagnia bolognese dall’obbligo di Opa.

L’aumento di capitale è in programma così per i primi dieci giorni di luglio. “Stiamo ancora facendo le necessarie valutazioni con l consorzio di garanzia, ma prevediamo che nei primi 10 giorni di luglio, condizioni di mercato permettendo, sia il momento per avviare gli aumenti di capitale”, ha detto Cimbri.
Nel frattempo i rilievi fatti da Consob sul bilancio di Fonsai non dovrebbero rappresentare un problema per la fusione: “non avranno alcun impatto sulla documentazione che Fonsai sta predisponendo. Per quanto mi risulta – ha detto – tutto procede in parallelo per entrambi gli aumenti di capitale. Si tratta di rilievi che non hanno impatto né sul patrimonio, neé sulla solvency né sulla bontà dei numeri. Hanno piuttosto il sapore della correttezza e dell’aderenza rispetto ai principi contabili e alla rappresentazioni”. L’aumento di capitale complessivo per Unipol Fonsai è di 1,7 miliardi.
Ma anche il bilancio Unipol non sfugge alle polemiche: una relazione di Ernst&Young, resa nota dal sito Linkiesta, parla di strumenti detenuti fino a scadenza e finanziamenti e crediti che pesano per il 41% del portafoglio e che sulla base dei prezzi forniti da Unipol includono una minusvalenza latente pari a 1,2 miliardi circa. ”In questi mesi abbiamo scelto di non rispondere a provocazioni messe fuori ad arte da qualcuno con finalità diverse dal salvataggio del gruppo Fonsai. Non ci siamo messi a commentare fantasie degli advisor di cui qualcuno è entrato in possesso e le ha diffuse”, ha detto Cimbri precisando però di non aver ancora visto l’articolo in questione.

E Mediobanca, la grande regista di tutta l’operazione? “A differenza di quanto avviene in Fonsai, nel gruppo di domani Mediobanca non sarà né finanziatore di Ugf, né di soci di Ugf, né di altre attività. Sarà solo un fornitore di credito come tanti, detto questo abbiamo e speriamo di mantenere ottimi rapporti con le persone e il management di Mediobanca”, ha detto Cimbri rispondendo alla domanda di un analista sulla riduzione dell’indebitamento nei confronti di Piazzetta Cuccia. Unipol, assicura Cimnbri, “lavora per ridurre la concentrazione dell’ indebitamento, ma non c’è nessun impegno in questo senso. Se avremo le condizioni mercato non esiteremo a ridurre l’indebitamento nei confronti di Mediobanca. Inoltre, cederemo le partecipazioni perché non rientra nell’attività core del gruppo avere quote in altre banche con le quali non si è legati per motivi industriali e con Mediobanca non ne abbiamo”.
In Borsa Unipol sale del 2,38%, Fonsai del 2,38%, Premafin dell’1,19% e Milano dell’1,33%

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