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Ecco il Global Gateway, il piano Ue da 300 miliardi per contrastare l’influenza della Cina

La Commissione Ue mette sul piatto 300 miliardi per finanziare servizi e infrastrutture in diversi Paesi del mondo, dando alle Nazioni destinatarie dei fondi un’alternativa alla via della Seta – Ecco cosa prevede il piano

Ecco il Global Gateway, il piano Ue da 300 miliardi per contrastare l’influenza della Cina

Si chiama Global Gateway il nuovo piano di investimenti europeo che metterà sul piatto 300 miliardi entro il 2027 per finanziare servizi e infrastrutture in vari Paesi del mondo. Lo ha svelato oggi la Commissione europea, parlando di una strategia volta a “trasformare l’Ue in un attore geopolitico più efficace”, ma soprattutto a contrastare lo strapotere cinese in settori chiave come il digitale e l’energia.

La parola “alternativa” è stata pronunciata più volte durante la presentazione del piano, e benché la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, non abbia mai nominato apertamente la Cina, nessuno ha avuto dubbi nel considerare il Global Gateway una risposta all’iniziativa Belt and Road cinese, la “nuova Via della Seta” lanciata nel 2013 da Pechino per migliorare i suoi collegamenti commerciali con i paesi nell’Eurasia. Il progetto nelle intenzioni di Bruxelles andrà invece a rafforzare il Build Back Better, il piano da quasi duemila miliardi di dollari approvato il 21 novembre dalla Camera Usa su proposta dell’amministrazione Biden. 

I PRINCIPI DEL GLOBAL GATEWAY

Attraverso il Global Gateway, la Commissione europea punta a mobilitare 300 miliardi di investimenti in tutto il mondo, dal 2021 al 2027, in cinque settori chiave: digitale, ambiente ed energia, trasporti, salute, ricerca e istruzione. Tre sono invece gli scopi: rafforzare le catene di approvvigionamento dell’Unione Europea messe alla prova di recente dalla carenza di chip e materie prime, migliorare i collegamenti commerciali del blocco trasformando l’Ue in un partner attraente sotto il profilo economico e, come detto, contrastare la crescente presenza internazionale della Cina, fornendo un’alternativa che ha nella trasparenza e nella sostenibilità due punti di forza. 

“Il Global Gateway prevede un aumento degli investimenti che promuovono i valori democratici e gli standard elevati, il buon governo e la trasparenza, i partenariati equi, le infrastrutture verdi e pulite, sicure e che mobilitano gli investimenti del settore privato”, spiega la Commissione in una nota.

COSA PREVEDE IL GLOBAL GATEWAY

I 300 miliardi di euro messi a disposizione dal piano arriveranno in parte (135 miliardi) dal Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, mentre altri 145 miliardi saranno stanziati dalle istituzioni finanziarie europee sotto forma di garanzie da utilizzare per moltiplicare il finanziamento. 18 miliardi saranno invece messi a disposizione in forma di sovvenzioni provenienti dal bilancio dell’Ue. 

“La Ue offrirà finanziamenti a condizioni eque e favorevoli al fine di limitare il rischio di difficoltà del debito”, ha rassicurato la Commissione. “Gli Stati hanno bisogno di offerte migliori e differenti (rispetto all’iniziativa cinese)”, ha aggiunto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in conferenza stampa, sottolineando che si tratta di “una vera alternativa”, ha aggiunto. 

“Tra il 2013 e il 2018 l’Unione europea è stato il primo fornitore di aiuti allo sviluppo nel mondo. Il nostro contributo allo sviluppo è pari a quello della Cina, ma le modalità sono diverse: Pechino presta, noi eroghiamo finanziamenti, oltre a promuovere gli investimenti privati”, ha aggiunto la commissaria ai Partenariati internazionali Jutta Urpilainen.

GLI INVESTIMENTI

Il piano “si focalizzerà sulle infrastrutture fisiche – come cavi in fibra ottica, corridoi di trasporti puliti, linee di trasmissione energetica verdi – sul rafforzamento delle reti digitali, dei trasporti e dell’energia”, spiega ancora la Commissione. Global Gateway, continua Bruxelles, “creerà inoltre un ambiente favorevole all’esecuzione dei progetti, grazie a condizioni di investimento e di commercio attraenti e positive per le imprese, convergenze regolatorie, standardizzazione, integrazione delle catene degli approvvigionamenti e dei servizi finanziari”.

Sotto il profilo geografico, benché non siano ancora stati presentati i singoli progetti, Bruxelles ha citato tre aree strategiche: l’Africa, dove l’obiettivo è quello di finanziare la salute e le fonti di energia rinnovabile, i Balcani e il Mediterraneo, dove ci si concentrerà soprattutto sui trasporti. 

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