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È morto Eugenio Scalfari, grande giornalista e scrittore. Ha fondato La Repubblica

Uomo di grande cultura, protagonista di battaglie di impegno civile, scrittore. Una vita dedicata al giornalismo e alla passione di informare

È morto Eugenio Scalfari, grande giornalista e scrittore. Ha fondato La Repubblica

È morto Eugenio Scalfari, grande giornalista, fondatore di La Repubblica, personaggio politico, uomo di grande cultura. Era nato il 6 aprile 1924 a Civitavecchia e si congeda dal mondo a pochi passi dai cento anni, a 98 compiuti. È rimasto vigile, presente e vitale fino all’ultimo, sempre attento al mondo intorno a lui, a coglierne le novità, a raccontarne e spiegarne gli avvenimenti e l’essenza.

Una vita lunga e dedicata al giornalismo, sua passione solo a tratti abbinata alla politica militante come quando venne eletto in Parlamento come deputato (coalizione Psi-Psdi) tra il 1968 e il 1972.

Scalfari è stato un libero pensatore, laico fino in fondo, ispirato al pensiero razionale di Diderot e Voltaire ma anche capace di stringere rapporti, dialoghi e interviste con il Papa gesuita Bergoglio.

Difficile condensare in un un’unica immagine la personalità di Scalfari e le sue tante sfaccettature: il giornalista passato dalle pagine del Mondo di Pannunzio, approdato all’Espresso e fondatore del 1974 di La Repubblica, un caso unico nel panorama dell’editoria e profondamente innovativo del modo di informare; lo scrittore, che con Giuseppe Turani ha firmato “Razza Padrona“, coniugando l’impegno civile con l’informazione e smascherano le malefatte di Eugenio Cefis; il filosofo; e certamente anche l’imprenditore.

Il suo sodalizio con Carlo Caracciolo ha portato alla nascita de L’Espresso e, nel 1976 di La Repubblica sua creatura prediletta e per la quale ha continuato a scrivere anche dopo essersi dimesso da direttore nel 1996, all’età di 72 anni. I commenti della domenica lasciano tempo e spazio alla scrittura di libri e all’introspezione filosofica. Ma per tutti resterà “Barbapapà”, il nomignolo affettuoso con cui lo chiamavano i colleghi di Repubblica.

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