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E’ il D-day della Bce: tutti gli occhi su Draghi

Grande attesa dei mercati sulle mosse della Bce su tassi e Quantitative easing – Vola il petrolio – Il Nasdaq compra l’Ise – Mediaset e Telecom scaldano Piazza Affari – Bond Ferrari: la domanda è 5 volte l’offerta – Suspence per Bpm-Banco Popolare

E’ il D-day della Bce: tutti gli occhi su Draghi

Petrolio in rialzo, Borse in ripresa. Piazza Affari in fermento davanti alla prospettiva degli sviluppi dell’asse Francia-Italia nelle tlc e nei media. Ecco il quadro a poche ore dal meeting, mai tanto atteso, della Bce.

Alle 13 e 30 Mario Draghi illustrerà le misure prese dalla Bce per contrastare deflazione e frenata dell’economia. Non sono mancate alla vigilia le prese di posizioni critiche: le banche tedesche, capitanate dall’associazione delle banche regionali (1.000 miliardi di depositi, 50 milioni di clienti) hanno messo in guardia Francoforte contro i rischi di una nuova discesa dei tassi. Moniti analoghi sono arrivati dal mondo delle assicurazioni-vita, con il sostegno di banchieri autorevoli come Sergio Ermotti di Ubs.

Ma, dopo la marcia indietro di dicembre, Draghi non può permettersi di deludere di nuovo i mercati, che danno per scontato l’aumento degli acquisti mensili di circa 10 miliardi di euro e il taglio ulteriore del tasso sui depositi da -0,30% a -0,40%. Per sorprendere in positivo, la Bce potrebbe eventualmente decidere di allargare la rosa dei titoli acquistabili, includendo anche alcuni titoli “non investment grade”. Ma contro le nuove misure espansive potrebbe pesare il forte rialzo dei prezzi delle commodity (petrolio +50% dai minimi di gennaio) che muta radicalmente il quadro deflazionistico dipinto qualche settimana fa dallo stesso Mario Draghi. 

IL NASDAQ COMPRA L’ISE (1 MILIARDO). VOLA IL PETROLIO

Tutti in rialzo in serata gli indici delle Borse Usa, legati a filo doppio all’andamento dei prezzi del petrolio. Il Nasdaq avanza dello 0,6%, Dow Jones +0,2% (di nuovo oltre quota 17 mila), Standard & Poor’s 500 +0,5%. Wall Street ha così festeggiato il compleanno del Toro: dai minimi di sette anni fa, toccati il 9 marzo 2009 dopo lo shock di Lehman Brothers (673,56 punti) l’indice S&P è triplicato: è la più lunga fase di rialzo dalla fine della seconda guerra mondiale.

Il Nasdaq ha acquistato ieri sera il controllo dell’Ise, International Stock Exchange, ceduto dalla Borsa tedesca, sempre più vicina alla fusione con il London Stock Exchange. Il listino elettronico è stato valutato un miliardo di dollari, contro i 2,8 pagati nel 2008 da Francoforte.

Contrastati i mercati asiatici, nonostante la scossa del taglio a sorpresa del costo del denaro in Nuova Zelanda. Sale a Tokyo l’indice Nikkei (+1,4% a metà seduta), positivo anche l’Hang Seng di Hong Kong (+0,8%). Negative le piazze cinesi: Shanghai -1,1%, Shenzhen -0,8%.

APERTURA TORO IN EUROPA. SPREAD SOTTO 120 PB

Positive le Borse europee in attesa del verdetto di Francoforte. Stamane è prevista un’apertura in rialzo a Parigi (+0,4%) e a Francoforte (+0,5%), in lieve ribasso (-0,1%) l’avvio della City. A Milano l’indice FtseMib è salito ieri dell’1% con rialzi diffusi in tutti i settori, la Borsa di Parigi ha guadagnato lo 0,4%, Francoforte +0,3%. A trascinare i rialzi sono state le società del settore Media (Stoxx europeo del settore +1,2%) e le Utility (+0,9%).

Lo spread Btp/Bund è sceso ieri sotto i 120 punti. Il Tesoro ha comunicato che domani andranno all’asta tra 6 e 7,5 miliardi di euro di Btp a tre e quindici anni insieme al nuovo sette anni marzo 2023.

LA PAY TV DI MEDIASET VERSO BOLLORE’ CHE PAGA ANCHE CON AZIONI VIVENDI

Regine assolute di Piazza Affari sono state le protagoniste dell’ultima partita italo-francese: Telecom Italia salita dell’1,4% dopo che ieri il presidente francese François Hollande ha pubblicamente auspicato una fusione con Orange (+1,4% a Parigi), di cui il governo transalpino è il primo azionista con il 23%. 

Un balzo ancor più significativo lo ha compiuto Mediaset, salita del 6,8% in vista di un imminente accordo sulla vendita della pay tv. Esponenti della famiglia Berlusconi stanno discutendo con Vivendi, primo azionista di Telecom Italia, la vendita di Mediaset Premium, più altri possibili accordi industriali. In ballo è un’alleanza a tutto campo fra i due gruppi, per creare un polo europeo della tv in grado di fare concorrenza a Sky e a Netflix sia sul fronte dei diritti sportivi che degli acquisti di film e di serie tv. Le trattative sono condotte direttamente da Piersilvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, e da Yannick Bolloré, figlio del tycoon bretone, presidente di Vivendi e grande socio di Mediobanca. La pay tv del Biscione verrebbe pagata per il 50% in contanti e per il 50% in azioni Vivendi.

In forte rialzo anche Retelit (+2,08%). Inwit, la società delle torri di Telecom, avrebbe preparato un’offerta non vincolante per acquisire una parte degli impianti della controllata del gruppo Mediaset. La decisione sarà presa al Cda di Inwit in programma venerdì prossimo che esaminerà anche la proposta inversa: la vendita di una quota al tandem F2i e Cellnex oppure alla stessa Ei Towers.

BOFA DA’ LA CARICA A ENEL +3%

In attesa del probabile calo del costo del denaro rialzano la testa le utilities. Guida la corsa Enel (+3%), sostenuta anche da Bank of America che ha ribadito la raccomandazione Buy. Nel suo report la banca d’affari sottolinea che il gruppo italiano è scambiato a un multiplo P/E di 11,8, a sconto rispetto alle concorrenti “comparabili”: la francese Engie (che capitalizza 33,7 miliardi di euro con un P/E di 12,5) e l’inglese Centrica (valutata in Borsa 11,5 miliardi di sterline con un P/E di 14,7).

Enel, che capitalizza 35,6 miliardi di euro, è secondo il broker Usa sottovalutata rispetto alle potenzialità di crescita del dividendo che potrebbe salire del 30% fra il 2016 e il 2018, con un rendimento in ascesa al 6,3% dall’attuale 4,9%. Gli elementi di forza di Enel sono la consistente presenza nelle energie rinnovabili, in via di rafforzamento con l’imminente fusione con la controllata Enel Green Power, e gli investimenti nella rete.

Terna è avanzata dello 0,9%, Snam +0,1%. In crescita ieri anche l’indice EuroStoxx del settore Oil & Gas +0,5%. Eni ha guadagnato l’1,1%, positiva Tenaris +1,8% . Rimbalza Saipem +2,9% dopo il crollo di martedì (-14%).

BPM SUPERA BANCO POPOLARE: PER LE NOZZE SI DEVE ATTENDERE

Banche con il fiato sospeso in attesa delle decisioni sui tassi da parte della Bce. Salgono i Big: Unicredit+0,8%, Intesa +1,2%. Giù Monte Paschi (-0,3%). Le due promesse spose Banca Pop. Milano (-1,6%) e Banco Popolare (-2,7%) sono scese insieme nella giornata in cui i due amministratori delegati hanno incontrato a Francoforte gli uomini della Vigilanza della Bce per convincerli a dare il via libera alla fusione. In giornata la capitalizzazione della banca di piazza Meda ha superato quella dell’istituto veronese: 2,82 miliardi contro 2,68.

GENERALI, TIENE BANCO LA NOMINA DI DONNET

Soffrono i bond emessi dalle compagnie di assicurazione europee, -0,6% da inizio anno sotto la pressione del prossimo calo dei tassi di interesse dell’area euro. Anche i titoli azionari comparto (-12% da gennaio) sono tra i più sacrificati.

Alla vigilia del meeting di Francoforte, però, Generali (+0,8%) avanza. Venerdì il comitato nomine della compagnia indicherà, salvo intoppi dell’ultima ora, il nuovo Ceo della compagnia: Philippe Donnet, attuale ad di Generali Italia, è in pole position. UnipolSai +0,2%. 

FERRARI COLLOCA IL BOND: DOMANDA 5 VOLTE L’OFFERTA

Ferrari +0,8%. La Rossa ha collocato in pochi minuti il bond settennale di 500 milioni. A fronte delle richieste (2,7 miliardi, oltre 5 volte l’offerta) le banche che hanno curato l’emissione hanno potuto abbassare il rendimento a 140 punti (dai 160 iniziali) sopra il mid/swap. FiatChrysler +0,5%.

Da segnalare nel settore lusso l’exploit di Moncler (+3,6%).  Astaldi ha chiuso in ribasso del 3,97% dopo la pubblicazione dei risultati e l’annuncio dell’uscita dell’Ad Stefano Cerri.

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