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Draghi: No al rimpasto. Politica? “Un lavoro me lo trovo da solo”

Sul superbonus frodi per 2,3 miliardi, in arrivo emendamento. Primi passi per la privatizzazione di Ita. Intervento sul caro bollette.

Draghi: No al rimpasto. Politica? “Un lavoro me lo trovo da solo”

Avrebbe dovuto essere una conferenza stampa sulla riforma della Giustizia, in realtà si è trasformata in una discussione a tutto tondo sulle prossime sfide che attendono il Governo e sullo stesso futuro del Premier, Mario Draghi. 

Draghi “Nessun rimpasto. Un lavoro me lo trovo da solo”

Il Presidente del consiglio, rispondendo alle domande dei giornalisti sul futuro dell’Esecutivo ha escluso possibili rimpasti dopo la tempesta politica causata dall’elezione del Capo dello Stato: “La squadra lavora bene e va avanti”, ha affermato, ribadendo che “il dovere del governo è proseguire e affrontare sfide importanti per gli italiani che sono quella immediata del caro energia, quello meno immediata ma preoccupante che è l’inflazione che sta aggredendo il potere d’acquisto dei lavoratori ed erodendo, anche se per ora non si vede, la competitività delle imprese. Ci sono poi l’uscita dalla pandemia e il Pnrr che sta andando molto bene”. 

A chi gli chiedeva se nel suo futuro ci fosse un ruolo da federatore del centro, Draghi ha risposto categorico: “Lo escludo”. “Tanti politici mi candidano in tanti posti mostrando una sollecitudine straordinaria – ha continuato ironicamente il Premier – Vorrei rassicurare che se decidessi di trovare un lavoro dopo questa esperienza, un lavoro lo troverei da solo”. 

Caro bollette: nuovo intervento la prossima settimana

Il premier ha poi parlato dei principali problemi economici delle ultime settimane: “Per quest’anno la Commissione Ue prevede per l’Italia una crescita del 4,1%, superiore a Francia e Germania. I rischi sono dati dal prezzo dell’energia, dall’inflazione e da tensioni geopolitiche che possono nascere. Abbiamo presente queste tre categorie di rischio: il Governo sta riflettendo su interventi in queste aree, l’importante è mantenere la crescita, il che ci permette di affrontare l’elevato rapporto debito-pil, di affrontare con tranquillità e fiducia i mercati. Questa è la cosa più importante e il Governo è pienamente impegnato”, ha spiegato Draghi.

Fondamentale è che la crescita non sia strozzata dal caro energia”, ha detto il premier, sottolineando che “La sfida immediata è il calo energia”. Per affrontare il problema, ha continuato Draghi, sono state “stanziate imponenti cifre, circa 9,5 miliardi, ma evidentemente non sufficienti. Il governo dovrà fare un altro intervento che sarà presentato la prossima settimana. Le linee fondamentali sono “una parte di sostegno, per contenere l’emergenza; poi una parte più strutturale, con il potenziamento della produzione di energia; poi una parte legato alla fornitura, cioè assicurare la fornitura all’industria a un prezzo basso e calmierato, dunque” intervenire, ad esempio “sullo stoccaggio”. 

Parlando poi del rialzo dello spread visto negli ultimi giorni, Draghi ha spiegato: “Per l’Italia lo spread è aumentato del 3,33%. Gli spread sono aumentati per molti Paesi europei, quasi tutti, non tutti. L’aumento in Italia è inferiore a quello di tanti altri Paesi europei. Questo non deve nascondere che noi partiamo da una base molto più alta e da un volume del debito pubblico molto più alto. Cosa si fa? Spendere bene, vigilare sui conti, sul debito”, ha detto il Presidente del Consiglio. 

Superbonus: “Frodi causate dai pochi controlli” 

Il Premier ha infine risposto a una domanda sul superbonus: “Quelli che oggi più tuonano sul superbonus, che dicono che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso, beh questi sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli. Se siamo in questa situazione è perchè si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli. E se il superbonus oggi rallenta è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente per 2.3 miliardi. Ma naturalmente le somme oggetto di indagine sono molto, molto più alte”. Draghi ha escluso che senza superbonus l’edilizia non vada avanti. 

“Il governo vuole che il meccanismo funzioni – ha poi rassicurato il Presidente del Consiglio – e i correttivi dovrebbero trovare posto in un emendamento a cui sta lavorando il ministero e il Parlamento”. 

Del Superbonus ha parlato anche il ministro dell’Economia, Daniele Franco, presente alla conferenza stampa. Sui bonus edilizi “si possono pensare ulteriori affinamenti, stiamo pensando di tracciare meglio le operazioni, potremmo avere dentro il sistema bancario una possibilità più ampia, con due o tre cessioni del credito”. 

“Tutto si può fare – ha continuato il numero uno del Mef – ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto”.

Ad oggi “l’importante è che si riprenda l’attività, che tutti gli intermediari tornino ad accettare le richieste e che il mercato riparta in modo più sicuro di prima però”, ha detto Franco. “Asseverazione, controllo ex ante dell’Agenzia delle entrate, limiti al numero di cessioni dei crediti, vanno tutti nella direzione di assicurare certezza agli operatori. Quindi massima priorità a far funzionare questo meccanismo ma deve funzionare in condizioni di certezza che aiuteranno il sistema a funzionare meglio”, ha concluso.

Il ministro Franco sul futuro di Ita e Mps

Oltre all’ok alla riforma della Giustizia, nel corso dell’odierno consiglio dei ministri è stato illustrato il Dpcm a firma del presidenza del Consiglio, del Mef e del Mise, sulla privatizzazione di Ita. “Il Governo, in questa fase, non ha un programma predefinito sui tempi di vendita della compagnia”, ha assicurato Franco, aggiungendo che le strade che verranno seguite saranno un’offerta pubblica o la vendita diretta.

Il Dpcm che è stato illustrato in Cdm, ha detto il ministro, “avvia il processo di ricerca di un partner per Ita. Seguiremo le usuali procedure: offerta pubblica o vendita diretta. Non abbiamo un programma in cui predeterminiamo i tempi. Abbiamo dei soggetti interessati a questa operazione”. “Una cosa che il Dpcm fissa – ha aggiunto – è la questione delle quote: prevediamo che in una prima fase il Governo, il Mef, mantenga una quota minoritaria e non di controllo di Ita. Quota che potrà in una fase successiva essere venduta, ma nella fase iniziale il Governo senz’altro sarà presente”.

Il ministro dell’Economia ha parlato anche delle banche e del dossier Mps, assicurando che “è interesse del Governo e della collettività avere un sistema solido ed efficiente” e “non sta a noi interferire nella scelta delle banche private”.

“Ovviamente abbiamo un interesse più rilevante per Mps di cui il Tesoro detiene i due terzi. Negli scorsi giorni il cda ha deciso all’unanimità un cambiamento nella gestione. É importante che Mps diventi più solida e continui a svilupparsi avendo a mente un futuro che potrebbe essere di una partnership. É assolutamente importante che si consolidi e mantenga le radici e un brand che è quello della più antica banca europea”, ha concluso Franco. 

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