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Draghi: “Lotta al Covid e ricostruzione: l’unità è un dovere”

TESTO INTEGRALE E VIDEO – Il premier ha presentato al Parlamento il programma del suo governo, che sarà “fortemente europeista, atlantista e con spirito repubblicano”. Le tre riforme chiave sono Fisco, Giustizia e Pa. “L’euro è irreversibile. Rafforzeremo il piano vaccinale”. Il Senato vota la fiducia: 262 Sì, 40 No e 2 astensioni – Anche la Camera dà il via libera al Governo Draghi con 535 Sì, 56 No (tra cui 16 dei Cinque Stelle) e 5 astensioni

Draghi: “Lotta al Covid e ricostruzione: l’unità è un dovere”

“L’unità in questo momento è un dovere”: così il premier Mario Draghi ha concluso il suo intervento al Senato per presentare le linee programmatiche del nuovo Governo, che in serata gli ha concesso la fiducia con 262 Sì, 40 No (tra cui una quindicina dei Cinque Stelle) e 2 astensioni. Il discorso di Draghi è durato 51 minuti, appena 4 in meno rispetto a quello tenuto dal predecessore Giuseppe Conte nel suo intervento in occasione del governo giallo-rosso. Proprio a Conte Draghi ha rivolto un ringraziamento, riconoscendo gli sforzi del precedente esecutivo ma rivolgendo un primo pensiero proprio alla responsabilità nazionale: “Siamo chiamati tutti al dovere di combattere con ogni mezzo la pandemia, salvaguardando le vite. Siamo in trincea, dobbiamo combattere tutti insieme”, ha detto rivolgendosi all’assemblea in apertura di seduta.

“Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza”, ha proseguito il premier citando Cavour, unica citazione di tutto l’intervento insieme a quella, più avanti, di Papa Francesco sui temi ambientali. “Si è discusso molto della natura di questo governo – ha detto Draghi -: è semplicemente il governo del Paese, non ha bisogno di nessun aggettivo per essere descritto. E’ un governo che agirà in pieno spirito repubblicano“. Il presidente del Consiglio ha ribadito i capisaldi: alleanza atlantica, valori occidentali, irreversibilità dell’euro (chiarendo i dubbi se ce ne fossero, dopo l’uscita di Salvini 24 ore prima). “Nell’appartenenza convinta all’Europa, siamo ancora più italiani: senza Italia non c’è Europa, ma fuori dall’Europa c’è meno Italia”.

Nella parte centrale del suo discorso Draghi ha poi snocciolato tutti i numeri dell’emergenza, sia sanitaria (sui quali è incappato in qualche distrazione) che economica, insistendo in particolare sul piano di vaccinazione, sulla scuola, sul lavoro e sul Next Generation EU. “La scuola deve tornare ad un orario normale, ma anche recuperare le ore in presenza perse, soprattutto al Sud dove la didattica a distanza ha incontrato più difficoltà. Ad oggi solo il 61% degli studenti ha avuto pieno accesso alla didattica a distanza. Sul vaccino, averlo in così poco tempo è stato un miracolo ma la sfida ora è distribuirlo rapidamente. Il punto centrale è rafforzare la sanità territoriale: case di comunità, ospedali, centri territoriali, consultori”.

“Sul lavoro – ha ancora detto il premier – abbiamo limitato gli effetti negativi della pandemia, ma a pagare il prezzo più caro sono stati i giovani, le donne e gli autonomi. E’ a loro che bisogna pensare per primi, bisogna rafforzare l’impegno. Sulle infrastrutture vanno accelerati gli investimenti, con particolare attenzione alla manutenzione delle grandi opere e alla tutela del territorio. Per il Next Generation EU serve un’azione sinergica, che punti sui co-benefici, cioè sugli interventi in più settori in maniera coordinata. Bisogna prevenire anzichè riparare, perché ogni azione ha una conseguenza. Il precedente governo ha già svolto un grande lavoro che però va approfondito e completato, includendo l’interlocuzione con la Commissione europea”.

Draghi ha confermato le linee guida indicate dal precedente esecutivo nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, che a quanto pare non verrà stravolto: innovazione, digitalizzazione, competitività, cultura, transizione ecologica, salute, coesione sociale. “Ma il programma va rafforzato soprattutto su obiettivi strategici e riforme”, ha detto Draghi elencando poi gli obiettivi strategici: fonti rinnovabili, alta velocità, energia per la mobilità elettrica, idrogeno, banda larga, 5G, per ricordare i più importanti. “Gli obiettivi vanno fissati per il prossimo decennio e anche oltre, con la tappa intermedia del 2026, che è l’ultimo anno del Next Generation EU, ma guardando al 2030 e anche al 2050”.

Chiarimento anche sulla governance del piano di ripresa, che il predecessore Conte voleva affidare ad una task force di consulenti: “La governance del Next Generation EU è del Ministero dell’Economia, che agirà in strettissima collaborazione con i ministeri competenti. Il Parlamento verrà costantemente informato”, ha tenuto ad aggiungere Draghi, evidenziando chiaramente una discontinuità in questo senso. Il premier ha poi elencato le riforme principali che andranno fatte: Fisco, Pubblica amministrazione e Giustizia. “Spesso in passato abbiamo disegnato le riforme in modo parziale, dettate dall’esigenza del momento, senza visione a tutto campo”.

“Prendiamo ad esempio il Fisco: il sistema tributario è complesso, le cui parti si legano l’una con l’altra, non è una buona idea cambiare le tasse una per volta. Serve una riforma complessiva. Le riforme vanno affidate ad esperti: il Fisco è l’architrave della politica di bilancio. Va ridisegnata l’Irpef, riducendo il carico fiscale e preservando la progressività. Contrasteremo duramente l’evasione fiscale”. Altra riforma da non rinviare secondo Draghi è quella della Pubblica amministrazione: “Seguendo due direttive: investimenti in digitalizzazione e aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici. Sulla Giustizia la Commissione europea ci esorta ad aumentare l’efficienza del sistema civile, al funzionamento più efficiente dei tribunali, a norme procedurali più semplici”.

Infine il premier, che non ha nascosto la sua emozione durante l’intervento, ha chiuso sui rapporti internazionali: “Sarà un governo europeista e atlantista, nel solco di un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Rafforzeremo l’asse con Francia e Germania, instaurando un dialogo virtuoso con Turchia e Russia, anche se seguiamo con preoccupazione ciò che sta accadendo in quello e in altri Paesi dove i diritti dei cittadini vengono negati. Quest’anno l’Italia avrà per la prima volta la presidenza del G-20: le tre parole d’ordine del gruppo saranno People, Planet, Prosperity”.

°°°°°°Aggiornamento alle h. 22 del 18 febbraio: anche la Camera dà la fiducia al Governo Draghi con 535 Sì, 56 No (tra cui 16 dei Cinque Stelle) e 5 astensioni. Ora il Governo è nella pienezza dei suoi poteri.

Ecco il link per leggere il discorso integrale.

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