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Draghi: “Attenzione ai cyber-attacchi”

I possibili rischi da cyber-attacchi “sono una priorità” – Il Presidente della Bce ha poi ribadito che rimane “necessario un livello straordinario di sostegno in politica monetaria”

“I rischi che derivano dalle nuove tecnologie devono essere gestiti attentamente, soprattutto in uno scenario sempre più contraddistinto da timori sulla cyber-sicurezza”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, in audizione oggi di fronte al Parlamento europeo.

I possibili rischi da cyber-attacchi “sono da tempo una priorità per le autorità di Vigilanza nazionali ed europee – ha aggiunto – Dal primo giorno, la supervisione bancaria della Bce ha affrontato il problema da diversi punti di vista. Come autorità di vigilanza delle infrastrutture di mercato dobbiamo anche garantire che i sistemi individuali, così come tutto il sistema nel suo insieme, sono resistenti dal punto di vista operativo al cyber-crime”.

Draghi ha poi parlato della politica monetaria del consiglio direttivo: “Restiamo fermamente convinti – ha detto – che sia ancora necessario un livello straordinario di sostegno, perché il livello attuale di risorse non utilizzate possa essere assorbito e perché l’inflazione ritorni e si stabilizzi in modo duraturo intorno a livelli vicini al 2% in un orizzonte di medio termine”.

Nell’incontro di politica monetaria di giugno, “il Consiglio direttivo avrà a disposizione l’aggiornamento delle proiezioni dello staff della Bce e un set più completo di informazioni sulla base del quale formulare la sua valutazione sulla distribuzione dei rischi sull’outlook più probabile di crescita e di inflazione”, ha continuato il numero uno della Bce.

D’altra parte, Draghi ha anche ribadito che la ripresa economica nell’area dell’euro “è sempre più solida e si sta espandendo a sempre più settori e Paesi. I rischi di un peggioramento delle prospettive di crescita sono in ulteriore calo” e che alcuni dei rischi estremi, come quelli di deflazione, che stavano emergendo alla fine dell’anno scorso “sono nettamente in calo”.

Eppure, malgrado una ripresa più vivace e “guardando oltre le variazioni nell’inflazione complessiva degli ultimi mesi, le pressioni sui prezzi di base continuano a essere limitate. Le pressioni interne, in particolare quelle dai salari, non sono ancora sufficienti per sostenere una convergenza duratura e autonoma dell’inflazione verso il nostro obiettivo di medio termine”. Perché queste pressioni “si rafforzino, abbiamo ancora bisogno di un livello piuttosto consistente di accomodamento monetario”, ha concluso Draghi.

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