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Donne e politica: meno barriere grazie ai social

Secondo il rapporto “Social Media: advancing Women in Politics”, presentato da Linda Lanzillotta, i social possono abbattere le distanze tra uomini e donne in politica – Lanzillotta: “I social grande opportunità per avere visibilità a basso costo”.

Donne e politica: meno barriere grazie ai social

I social media possono abbattere le distanze tra uomini e donne in politica. A dirlo è il rapporto “Social Media: Advancing Women in Politics“, condotto dalla Fondazione Women in Parliaments Global Forum (WIP) in collaborazione con l’Università di Harvard, il supporto di Facebook, che ha coinvolto 900 parlamentari di 107 Paesi (di questi 25 in Europa).  

I social media svolgono ovunque una funzione di equalizzatore sociale, secondo lo studio presentato questa mattina a Palazzo Giustiniani dalla Vice Presidente del Senato Linda Lanzillotta. Una funzione che può essere svolta perché il costo d’entrata per l’utilizzo di questi nuovi strumenti, da Facebook a Twitter, è molto basso e le distanze tra uomini e donne vengono di fatto annullate.

Un pregio ancora più visibile soprattutto in politica dove i social abbattono “le barriere” permettendo nella competizione politica di dare a tutti la stessa visibilità; non è un caso che l’85% delle parlamentari nel mondo utilizza stabilmente i social anche se il peccato più grave è di adoperarli soprattutto durante la campagna elettorale e meno durante il mandato legislativo.

Dei risultati hanno discusso anche l’amministratore delegato di WIP, Rick Zedník, insiema ad Anna Ascani deputata del Partito Democratico, Anna Maria Bernini, senatrice di Forza Italia, e Sara Ranzini, direttore della comunicazione Facebook Italia.

“Questo studio conferma che i social media sono una grande risorsa con un incredibile impatto politico – ha spiegato Rick Zednìk – anche perché hanno un costo di entrata molto basso, specialmente se lo confrontiamo con le risorse provenienti da campagne di finanziamento, dai network professionali o dalle campagne basate sui media tradizionali. Le donne che hanno tradizionalmente un limitato accesso a questo tipo di risorse grazie ai social riconquistano pari opportunità politica rispetto agli uomini”.

“I social media, come un tempo è avvenuto con la televisione – ha aggiunto Linda Lanzillotta -, hanno cambiato la comunicazione politica e non solo. Lo studio dimostra che questi strumenti oltre a fidelizzare gli elettori rappresentano per le donne che vogliono fare politica una chance in più in quanto se ben utilizzati possono dare loro la stessa visibilità degli uomini, anche se poi i meccanismi di selezione della classe dirigente, almeno nei partiti tradizionali, difficilmente passano dal web e seguono criteri di parità di genere”.

Lo Studio condotto da WIP ha confermato Facebook come social più diffuso al mondo con i suoi 1,65 Miliardi di utenti (dato 2016). Di questi 28 milioni sono quelli attivi solo in Italia, un dato impressionante se si pensa che gli utenti che navigano in internet nel nostro Paese sono stimati in circa 29 milioni.

Inoltre, solamente il 32% delle rispondenti al questionario pensi che la comunicazione con i giornalisti sia importante prima del voto, percentuale che poi aumenta al 43% dopo il voto stesso. Questo dato è molto esplicativo di come i Social Media abbiano contribuito a disintermediare la comunicazione con gli elettori dai mezzi tradizionali di stampa.

In questo caso particolare più del 60% di chi ha risposto al sondaggio pensa che i social, rispetto ai mezzi tradizionali, siano preferibili per: creare una immagine positiva, coinvolgere il pubblico, analizzare il pensiero degli elettori e criticare gli avversari politici.

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