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Dividendi 2020: Intesa, Ubi e Banco Bpm rinviano la cedola

Via libera dei cda di Intesa Sanpaolo, Ubi e Banco Bpm al rinvio all’autunno della distribuzione delle cedole – Ieri la stessa mossa, sollecitata da Bce, l’avevano fatta Unicredit, Banca Generali e Banca Mediolanum – Dopo le perdite del 30 marzo, in Borsa il comparto va in ordine sparso

Dividendi 2020: Intesa, Ubi e Banco Bpm rinviano la cedola

Una dietro l’altra, le banche europee si allineano alla raccomandazione della Bce e sospendono dividendi e buyback, mettendo da parte liquidità per sostenere imprese e famiglie chiamate ad affrontare la profonda crisi economica causata dalla pandemia di coronavirus. Annunci accolti con favore da Andrea Enria, presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce: “Sono molto compiaciuto di vedere che le banche stanno reagendo molto positivamente, sono responsabili”, ha dichiarato Enria. 

In Italia dopo le comunicazioni ufficiali di Unicredit, Banca Generali e Banca Mediolanum, l’attenzione oggi si è rivolta verso Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Ubi Banca che hanno comunicato al mercato la sospensione dei dividendi, lasciando però aperto un piccolo spiraglio per il futuro. Stessa decisione anche da parte di Banca IFIS, mentre si attende la scelta di Bper, che ha convocato il cda. 

LO STOP DI INTESA SANPAOLO

La regina dei dividendi ha fatto sapere di aver sospeso la proposta di distribuzione della cedola pari a 19,2 centesimi per azione, 3,4 miliardi di euro complessivi. L’utile dell’esercizio 2019 sarà assegnato a riserve, andando così a rafforzare il patrimonio che supererà il requisito previsto dalla Bce di oltre 16,5 miliardi di euro. Non è però detta l’ultima parola. La banca guidata da Carlo Messina attenderà le prossime indicazioni della Bce e dopo il 1°ottobre – data fino alla quale le banche non dovranno staccare le cedole secondo le indicazioni della Bce – convocherà una nuova assemblea per “dare esecuzione alla distribuzione di parte delle riserve agli azionisti entro l’esercizio 2020”.

“In questa fase di eccezionale emergenza che il nostro Paese e il mondo intero si trovano ad affrontare, abbiamo deciso di raccogliere le indicazioni provenienti dalle autorità di supervisione”, ha commentanto il Ceo che però non ha intenzione di fare passi indietro sull’offerta pubblica su Ubi Banca. Anzi, Messina si dice convinto del fatto che “l’operazione, in questa fase così straordinaria, assuma ancora maggiore valenza strategica e rappresenti per Ubi Banca una prospettiva ancor più rilevante: elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità di investimento hanno ora più valore che in tempi normali. La creazione di una banca in grado di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e di rappresentare un solido supporto all’economia reale e sociale rappresenta un rafforzamento complessivo del Paese”, ha concluso il manager. 

In Borsa la decisione di sospendere il dividendo è stata pagata a caro prezzo da Intesa (come da tutte le altre banche). Gli azionisti hanno sicuramente compreso, ma non hanno gradito. Dopo il -6,12% registrato nella seduta del 30 marzo, il 31 marzo il titolo ha centrato il rimbalzo, guadagnando l’1,2%. 

BANCO BPM E UBI BANCA

Preso atto delle raccomandazioni arrivate dalla Banca Centrale Europea e dalla Banca d’Italia (per le banche sotto il suo diretto controllo) Banco Bpm (-1%) “ha disposto che nell’assemblea dei soci di banco Bpm convocata per sabato 4 aprile 2020 non si darà luogo alla trattazione ed alla votazione del punto 2 dell’ordine del giorno (deliberazioni sulla destinazione e sulla distribuzione degli utili) della parte ordinaria dell’assemblea”. Tradotto: dividendo sospeso fino ad ottobre, dopo si valuterà in base alle condizioni economiche e alle indicazioni della Bce. L’utile del 2019, pari a 837 milioni di euro, sarà “conservato al patrimonio netto della banca” come riserva disponibile alla distribuzione. La mancata deduzione dei dividendi dal capitale Cet1 comporterà anche un impatto positivo di 20 punti base sul coefficiente.

A stretto giro è arrivata anche la comunicazione di Ubi Banca (+0,9%). Il consiglio d’amministrazione non sottoporrà all’assemblea del prossimo 8 aprile la proposta di distribuire il dividendo, il cui importo era stato fissato a 13 centesimi per azione, per 147,6 milioni di euro complessivi che a questo punto saranno destinati a potenziare il patrimonio. Se la Bce non fornirà indicazioni differenti, dopo il 1°ottobre sarà convocata un’altra Assemblea per decidere sull’eventuale cedola.

“È la prima volta nella ultracentenaria storia di Ubi che il pagamento del dividendo viene sospeso”, commenta la banca in una nota, ricordando come anche negli anni di “peggiore crisi” Ubi ha sempre erogato ai propri azionisti una cedola in contanti.

UNICREDIT, BANCA GENERALI, BANCA MEDIOLANUM

Unicredit è stata la prima banca italiana a muoversi. Nella serata di domenica 29 marzo, prima dell’apertura dei mercati, l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier ha comunicato di aver rinviato le delibere sul dividendo da 63 centesimi per azione e sul riacquisto di azioni proprie da 463 milioni. Il gruppo ha però deciso di offrire alle Fondazioni azioniste finanziamenti senza interessi fino a un valore pari all’ammontare dei dividendi. “Come presidente della Ebf (European Banking Federation, ndr) condivido la decisione della Bce sui dividendi”, ha commentato Mustier in un’intervista a Bloomberg Tv. Anche nel caso di Unicredit le vendite in Borsa sono state copiose: -7,4% il 30 marzo, -1,7% il 31 marzo. Intanto, il top management di Unicredit ha deciso di rinunciare all’intero bonus per il 2020: l’importo sarà “devoluto a UniCredit Foundation per sostenere iniziative sociali”, si legge in una nota.

Il 1°aprile è arrivata la comunicazione di Banca IFIS, che come le altre, ha stabilito il rinvio della distribuzione dei dividendi per l’esercizio 2019 almeno fino al 1° ottobre 2020.

Passando al risparmio gestito, Banca Mediolanum (-1,5% sul Ftse Mib) ha rinviato la cedola di 55 centesimi per azione (ma 21 centesimi sono già stati pagati in acconto a novembre, quindi il rinvio vale solo per i restanti 34 centesimi). Il gruppo guidato da Massimo Doris si è però detto fiducioso “di poter dar seguito alla proposta di distribuzione dei dividendi non appena le condizioni lo consentano, in accordo a quanto peraltro comunicato dalla stessa Banca d’Italia”.

Stessa linea per Banca Generali che ha rinviato la proposta di distribuzione del dividendo sugli utili 2019. La cedola, già approvata dal cda, è pari a 1,85 euro per azione (216 milioni di euro complessivi) e sarà distribuita “non appena ricorreranno le condizioni, passato il momento di emergenza”. L’istituto guidato da Gian Maria Mossa, dopo il ribasso della vigilia, nella seduta del 31 marzo ha recuperato parte delle perdite, salendo del 2,4%.

LE BANCHE EUROPEE

Per quanto riguarda le altre banche europee, ad annunciare lo stop ai dividendi sono stati gli istituti olandesi Abn Amro e Ing. Rinvio anche per la belga Kbc e per le irlandesi Bank of Ireland e Allied Irish Bank.

In Germania il presidente del consiglio di Gestione di Commerzbank ha annunciato: “È ragionevole seguire la raccomandazione della Bce e sospendere per il momento il pagamento dei dividendi”. L’istituto tedesco non pianificherà il pagamento di una cedola sul 2020 fino a quando le incertezze provocata dall’emergenza non si concluderanno. 

In Spagna Banco Santander aveva comunicato lo stop già prima che la Bce raccomandasse di farlo, mentre sale l’attesa per eventuali comunicazioni da parte degli istituti francesi, in particolare da Bnp Paribas che ha promesso agli azionisti una cedola complessiva di 3,9 miliardi di euro. 

Unica banca finora a muoversi in controtendenza è la svizzera Ubs che, nonostante le raccomandazioni della Finma (l’authority svizzera dei mercati) ha deciso di confermare il dividendo.

(Ultimo aggiornamento: ore 16.45 del 1°aprile).

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