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Disneyland Abu Dhabi: il nuovo parco a tema che trasformerà il turismo di lusso negli Emirati

Disney ha annunciato la costruzione di un nuovo parco a tema ad Abu Dhabi, che aprirà entro i primi anni 2030 sull’isola di Yas. Sarà il parco più tecnologicamente avanzato della galassia Disney

Disneyland Abu Dhabi: il nuovo parco a tema che trasformerà il turismo di lusso negli Emirati

Per la prima volta dopo quasi quindici anni, Disney ha annunciato la costruzione di un nuovo parco a tema. Ma non in America o in Asia, bensì nel cuore del Golfo Persico, ad Abu Dhabi. La settima destinazione globale di Disney, che sorgerà sull’isola di Yas entro i primi anni 2030, promette di essere non solo un parco innovativo, ma anche un punto di riferimento per il futuro dell’intrattenimento a livello globale. Il progetto, sviluppato in collaborazione con il gruppo emiratino Miral, troverà sede su un’isola già sede di grandi attrazioni come Warner Bros. World e SeaWorld, e punta a diventare il parco più tecnologicamente avanzato del portfolio Disney. Ma la vera domanda che resta è: perché proprio adesso e perché proprio qui?

Quanti e quali sono i parchi Disney nel mondo?

La casa di Topolino gestisce attualmente sei parchi principali nel mondo: Disneyland in California, Walt Disney World in Florida, Tokyo Disneyland, Disneyland Paris, Hong Kong Disneyland e Shanghai Disneyland. Con Disneyland Abu Dhabi, il gruppo amplia ulteriormente la propria presenza globale.

L’accordo con Miral segue la formula del franchising, già collaudata da Disney in passato. Il primo esempio di questa collaborazione risale al 1983 con Tokyo Disneyland, che, pur essendo sotto concessione Disney, è di proprietà della nipponica Oriental Land Company, che gestisce e finanzia il parco. Come sottolineato da Disney stessa, “i leggendari Imagineers guideranno la progettazione e la supervisione operativa per offrire un’esperienza di livello mondiale”. Anche Shanghai e Hong Kong Disneyland sono frutto di joint venture con il governo cinese, con azionariato condiviso. 

Disneyland Abu Dhabi: un parco non solo nuovo, ma strategico

Il parco di Abu Dhabi non sarà una semplice replica di Disneyland. Avrà un’identità culturale distinta, pensata su misura per il contesto storico e sociale degli Emirati Arabi Uniti. Sarà, nelle parole di Bob Iger, “autenticamente Disney e distintamente emiratino”. Il design, le esperienze culinarie, le architetture: tutto promette di essere inedito. Persino il castello centrale abbandonerà l’estetica fiabesca tradizionale per diventare una scultura a spirale di cristallo, simbolo di futuro e avanguardia.

Questa scelta estetica è tutt’altro che casuale: è la bandiera di un cambiamento profondo nella visione dell’azienda. Disney oggi non punta solo a espandersi: vuole ridefinire il concetto stesso di parco tematico.

Un’area in piena espansione (con un pubblico pronto a spendere)

Il Medio Oriente, e in particolare Abu Dhabi, non è un debutto improvvisato. Yas Island è già un hub turistico consolidato, con 165 ristoranti, hotel di lusso e infrastrutture di livello internazionale. Inoltre, la posizione geografica gioca a favore: un terzo della popolazione mondiale vive a meno di quattro ore di volo dagli Emirati, un bacino potenziale di oltre 500 milioni di persone. La crescente domanda di intrattenimento di alta fascia nel Golfo, dove un pubblico benestante è pronto a spendere, è uno dei fattori che ha spinto Disney a lanciare questo progetto.

Josh D’Amaro, presidente di Disney Experiences, ha parlato apertamente dell’ambizione di intercettare questa fetta di pubblico locale e regionale, non più costretto a viaggi intercontinentali per “vedere” Disney. L’azienda scommette sulla crescita della domanda di intrattenimento di fascia alta nel Golfo, rispondendo così a un bisogno già evidente — ma finora non soddisfatto da esperienze su scala globale.

La nuova fase post-pandemia (e post-streaming)

L’annuncio arriva in un momento cruciale anche sul piano finanziario. I risultati del secondo trimestre 2025 mostrano un netto miglioramento: Disney ha registrato un fatturato di 23,62 miliardi di dollari (+7% su base annua), con performance solide della divisione Experiences (+6%) e una ripresa significativa negli abbonamenti streaming. Disney+ ha guadagnato 1,4 milioni di utenti in tre mesi, portando il totale — insieme a Hulu — a 180,7 milioni. Ma se i numeri del digitale sorridono, è evidente che l’azienda sta riequilibrando la propria strategia, riportando attenzione sulle esperienze fisiche, tangibili, memorabili.

I parchi a tema, pur colpiti dalla pandemia, restano una delle principali fonti di reddito operativo. Con Disneyland Abu Dhabi, Disney non solo consolida questa linea di business, ma la rilancia in un territorio dove i margini — culturali ed economici — sono ancora tutti da esplorare. Questo parco diventerà non solo una destinazione turistica di lusso, ma un epicentro di innovazione tecnologica e intrattenimento immersivo, sfruttando le tecnologie più avanzate, tra cui motori grafici come Unreal Engine, per creare esperienze mai viste prima.

Soft power, concorrenza e una nuova geopolitica dell’intrattenimento

C’è infine un livello più profondo: quello del posizionamento geopolitico. L’apertura nel Golfo arriva mentre Universal annuncia un nuovo resort nel Regno Unito e mentre la concorrenza nell’industria dell’intrattenimento si fa sempre più globale. Tuttavia, Disney ha dalla sua un vantaggio storico: la capacità di adattare le proprie storie ai contesti locali, trasformando ogni parco in una narrazione a sé. Ogni parco Disney è un capitolo unico, che riflette la cultura del territorio in cui si trova, e Abu Dhabi non farà eccezione.

C’è anche il soft power degli Emirati: con investimenti mirati in arte, sport, media e tecnologia, Abu Dhabi si sta affermando come capitale culturale del Medio Oriente. Avere Disney tra le sue “ambasciate dell’immaginario” non è solo un’operazione turistica: è una mossa politica. Come ha detto Mohamed Khalifa Al Mubarak, presidente di Miral, si tratta di “creare un mondo nuovo, che ispirerà generazioni”. Questo parco si inserisce perfettamente in una strategia più ampia di modernizzazione e proiezione internazionale degli Emirati.

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