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Direzione Pd: “Sì all’opposizione, il Congresso può attendere”

Il vicesegretario Martina annuncia l’assemblea nazionale per aprile, ma chiede tempo per il Congresso: “prima progetto per una fase costituente e organizzativa” – Delrio: “Staremo all’opposizione” – Renzi prima della direzione: “Mi dimetto ma non mollo”.

Direzione Pd: “Sì all’opposizione, il Congresso può attendere”

Si apre l’era post Renzi. “Caro presidente, preso atto dei risultati elettorali rassegno le mie dimissioni da segretario del Pd”. Queste le parole contenute nella lettera di dimissioni dell’ormai ex segretario – assente -, letta dal presidente Matteo Orfini.

Renzi ha chiesto al presidente del partito di convocare l’assemblea nazionale, prevista per aprile, e  dare corso agli adempimenti previsti dallo statuto. Sarà quello l’ambito in cui Renzi spiegherà le ragioni delle sue dimissioni.

A condurre i giochi della direzione nazionale è il vicesegretario, Maurizio Martina. Presenti Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, Luca Lotti e il premier Paolo Gentiloni.

“Guiderò il partito con il massimo della collegialità – ha affermato Martina aprendo i lavori – e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità”.

NO AL CONGRESSO SUBITO

Maurizio Martina annuncia una gestione collegiale della fase di transizione e posticipa il congresso: “L’Assemblea nazionale di aprile anziché avviare il congresso e le primarie dovrebbe dar vita a una Commissione di progetto per una fase costituente e riorganizzativa”.

“Ripartiamo con umiltà e unità -. ha continuato il segretario reggente – Solo noi possiamo essere l’alternativa popolare ai populisti. In ballo non ci sono i destini personali, ma la prospettiva e il futuro della sinistra italiana ed europea. Mettiamo in prima fila la nostra comunità e lasciamo in ultima fila le correnti. Proviamo tutti a fare qualche intervista in meno e qualche assemblea in più. Apriamo subito le nostre sezioni, ascoltiamo iscritti ed elettori, chiamiamoli a raccolta, riflettiamo con loro. Ripartiamo dal basso e dal nostro popolo. Abbiamo seimila circoli, realizziamo seimila assemblee aperte tra venerdì, sabato e domenica prossimi. Io inizierò dal circolo PD di Fuorigrotta a Napoli”.

PD ALL’OPPOSIZIONE

“Spetta a chi ha vinto la responsabilità del governo” ha affemato Martina, confermando la linea dettata da Matteo Rerzi. “Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità”.

Il Pd, dal canto suo “continuerà a servire i cittadini dall’opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare”. “La nostra sconfitta è stata netta – ha detto Martina – Intendiamo rispettare profondamente il voto di tutti gli italiani e saremo coerenti con gli esiti del 4 marzo. Ora tocca a chi ha ricevuto maggior consenso l’onore e l’onere del governo del paese. Noi continueremo a servire i cittadini, dall’opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare”.

Dello stesso avviso anche il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio: “Abbiamo ricevuto una cartolina netta, chiara, dagli elettori – ha affermato Graziano Delrio – Noi staremo dove ci hanno messo gli elettori: all’opposizione”. Una opposizione “seria, responsabile, costruttiva”. “Quando il Paese si renderà conto che le promesse saranno irrealizzabili, gli elettori chiederanno conto”, afferma.

Anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ribadisce l’importanza della collegialità, ma lancia qualche stoccata: “Martina deve avere il nostro sostegno ma non guardateci male se chiediamo qualche garanzia. L’ultima direzione ha creato un vulnus nei rapporti, chiedo come primo atto al reggente di chiamare quelli che non sono stati candidati senza sapere neanche il perché”.

Orlando parla poi delle riflessioni “che avremmo dovuto fare all’indomani del referendum” e, riferendosi a Renzi, attacca chi “si defila e spara sul quartiere generale secondo una strategia inaugurata dal presidente Mao Zedong”. Il ministro della Giustizia invita infine a non tagliare i ponti con chi ha votato da altre parti ma continua a guardare a cosa accade dentro il Pd”.

LA ENEWS DI RENZI

Io non mollo. Mi dimetto da segretario del Pd come è giusto fare dopo una sconfitta. Ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri”. Queste le parole scritte da Matteo Renzi nella Enews e pubblicate poche ore pima dell’inizio della direzione Pd: “Abbiamo perso una battaglia, ma non abbiamo perso la voglia di lottare per un mondo più giusto”, aggiunge: “Grazie per questi bellissimi anni di lavoro insieme. Il futuro prima o poi torna”.

 

 

 

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