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Dimissioni Renzi: giallo nel Pd dopo la disfatta

Secondo l’agenzia Ansa, il segretario Dem avrebbe deciso di gettare la spugna dopo il risultato disastroso delle politiche – Il portavoce dell’ex Premier, però, smentisce senza ulteriori spiegazioni via Twitter – Nel pomeriggio la conferenza stampa.

Dimissioni Renzi: giallo nel Pd dopo la disfatta

Matteo Renzi si è dimesso dalla carica di segretario del Partito Democratico. Anzi, no. In mattinata l’agenzia Ansa ha scritto che il risultato disastroso ottenuto alle elezioni politiche avrebbe piegato la resistenza dell’ex Presidente del Consiglio. Subito dopo, però, il porta voce di Renzi, Marco Agnoletti, ha pubblicato una smentita lapidaria su Twitter:

Per saperne di più bisognerà probabilmente aspettare le 17 di questo pomeriggio, quando Renzi si presenterà in conferenza stampa.

Fino alla settimana scorsa il segretario Dem aveva ribadito la volontà di rimanere alla guida del partito anche in caso di sconfitta. Tuttavia, la portata dell’insuccesso elettorale è stata talmente significativa da rendere verosimile un passo indietro da parte di Renzi.

Il Pd, infatti, non solo non ha bissato il 40% delle europee del 2014 – il primo confronto di Renzi con le urne – ma non si è nemmeno avvicinato al 25% ottenuto alle politiche del 2013 sotto la guida di Pier Luigi Bersani. Stavolta, il Partito Democratico ha mancato anche la quota psicologica del 20%, fermandosi intorno al 19,5%. E la scissione di Liberi e Uguali non basta a spiegare la disfatta, dal momento che anche il partito guidato da Piero Grasso ha deluso le aspettative, superando di poco la soglia di sbarramento del 3%.

Tra le varie domande in attesa di risposta c’è anche quella sul possibile successore di Renzi nella segreteria del Pd. Alcune indiscrezioni parlano di Maurizio Martina, attuale vicesegretario e ministro delle politiche agricole nel governo Gentiloni. È vero, Martina è un renziano di ferro, ma secondo alcuni il suo profilo sarebbe quello più adeguato a ricucire la frattura fra le diverse anime del partito e porre così le basi per la ricostruzione.

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