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Dieselgate: tempesta Usa su Fca, guai per Daimler e Vw in Europa

Nuova ondata di inchieste per l’auto – La Giustizia americana denuncia Fca per presunte irregolarità dei dati sulle emissioni delle auto diesel e l’azienda, che perde il 4% a Wall Street, replica: “Ci difenderemo con forza” – Perquisizioni alla Daimler in Germania e salata multa francese per Volkswagen: 22 miliardi – Moody’s taglia la Cina – Boom del prestito Enel

Dieselgate: tempesta Usa su Fca, guai per Daimler e Vw in Europa

La ripresa europea accelera e Wall Street recupera posizioni dopo il tonfo di una settimana fa. A sorpresa, l’allarme suona dalla Cina. Stamane l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il rating del Dragone a A1 da Aa3. Il giudizio riflette la preoccupazione per la frenata progressiva della crescita dell’economia del gigante asiatico, sostenuta solo dall’aumento dei debiti. La notizia ha avuto un’immediata eco sui listini asiatici: Shanghai perde un punto percentuale, Tokyo arretra di mezzo punto. Giù anche l’Australia e i mercati più legati alle materie prime. Ma si tratta, per ora, di una crisi locale, che non distoglie l’attenzione dei mercati dai temi più caldi, dal Russiagate al terrorismo.

A WALL STREET FIAT CHRYSLER LASCIA SUL TERRENO IL 4%

Più clamore rischia di suscitare la nuova ondata di inchieste sul fronte dell’automotive, che ha investito in particolare Fiat Chrysler. Ieri sera è stato confermato che il dipartimento di Giustizia Usa – per conto dell’Agenzia per la protezione ambientale (Epa) – ha depositato una denuncia in un tribunale federale di Detroit (Michigan) contro la divisione americana del gruppo guidato da Sergio Marchionne per aver installato, senza comunicarlo, un software di gestione delle emissioni nei modelli Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 prodotti nel 2014, 2015 e 2016 con motori diesel a tre litri venduti in Usa.

La tesi degli inquirenti Usa è che quasi 104.000 veicoli con motori diesel a tre litri siano stati attrezzati con un software che contiene “defeat device” ovvero software particolari in grado di ridurre le emissioni inquinanti nel momento in cui l’auto viene sottoposta al controllo. “Se ci sarà un processo Fca si difenderà con forza – è stata la reazione dell’azienda – particolarmente contro ogni accusa che l’azienda abbia deliberatamente installato congegni ingannevoli per aggirare i test”.

Pesante la reazione dei mercati. Il titolo Fca, che era arrivato a guadagnare oltre il 2%, ha chiuso in rosso (-1,2%) a Milano per poi perdere il 4,13% a Wall Street.

Ma Fca non è sola di fronte alla nuova ondata di inchieste che hanno investito il mondo a quattro ruote. In Germania, la procura di Stoccarda ha disposto la perquisizione di vari edifici appartenenti a Daimler (-0,81%) nell’ambito dell’inchiesta aperta a marzo contro dipendenti del gruppo automobilistico tedesco sospettati di frode sulle emissioni inquinanti delle auto. L’operazione a tappeto ha coinvolto 11 sedi del gruppo. Intanto la magistratura francese ha presentato a Volkswagen (-0,4%) il conto per il dieselgate: Parigi chiede 22 miliardi.

La tempesta sull’auto non ha impedito a Wall Street di chiudere in terreno positivo per il terzo giorno di fila: l’indice Dow Jones è salito dello 0,21%, Nasdaq +0,08%. L’indice S&P 500 (+0,18%) è tornato a sfiorare quota 2.400 recuperando le perdite subite nel mercoledì nero della scorsa settimana.

L’amministrazione ha presentato la sua proposta di bilancio: tagli per 3.600 miliardi ai programmi per i più poveri, tra i quali la sanità, i buoni spesa, i prestiti universitari e i pagamenti delle disabilità. Il documento propone un aumento delle spese militari del 10%, oltre 2,6 miliardi di dollari per la sicurezza dei confini – inclusi 1,6 miliardi per iniziare il muro col Messico – una forte riduzione fiscale e una crescita del Pil del 3%. 

Il mercato ha dedicato scarsa attenzione ai propositi del presidente, in crisi di credibilità. Più attenzione per la Fed, che oggi rilascerà i verbali della riunione del Fomc di inizio maggio: nel documento cercheranno qualsiasi indicazione su una possibile stretta a giugno, attesa dal mercato.

Arrivano segnali di frenata dall’economia: ad aprile le vendite di nuove case sono scese dell’11,4% rispetto al mese precedente, contro una previsione di -1,8%. Poche sorprese dagli indici Pmi americani, sostanzialmente in linea con le previsioni: l’indice composito, che riassume l’andamento del settore industria e del settore servizi, è salito a quota 54 da 53,1 del mese precedente, meglio delle stime che indicavano 53,3. Sopra quota 50 l’indice segnala attività in espansione, al di sotto segnala rallentamento. 

Petrolio poco mosso dopo la proposta del presidente Usa, Donald Trump, di vendere metà delle riserve di greggio del Paese. Il Brent sale a 54,15 dollari al barile, Wti a 51,47. L’attesa per l’accordo sui tagli tra i produttori che dovrebbe essere siglato domani a Vienna prevale per ora sulla proposta di Donald Trump: la Casa Bianca ha intenzione di vendere metà dei 688 milioni di barili in magazzini tra il 2018 e il 2027 per raccogliere 16,5 miliardi di dollari e aiutare l’equilibrio di bilancio. 

A Piazza Affari Eni ha chiuso con un lieve calo dello 0,2%. Saipem -0,4%. 

LA CONGIUNTURA SPINGE L’EUROPA, TECNOLOGICI AL TOP

Giornata positiva per le principali piazze europee nel giorno successivo alla strage di Manchester. A sostenere il Toro sono stati i dati Pmi flash dell’Eurozona e l’indice Ifo sulla fiducia dei tedeschi, entrambi sui massimi da sei anni. Si comincia a parlare del destino del Meccanismo Europeo di Stabilità. Il fondo salva Stati, dopo aver contribuito a fermare la crisi del debito, potrebbe diventare il primo strumento di messa in comune del debito. Una proposta di riforma dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Bene Parigi e Francoforte, che hanno guadagnato rispettivamente lo 0,5 e lo 0,3%, mentre Londra ha chiuso in sostanziale parità, a -0,15%. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib è salito a quota 21.416 in linea, con le altre borse europee a +0,4%. A livello continentale i rialzi più forti sono stati quelli dei titoli Tech (Stoxx europeo del settore +1,3%), delle Utility (+1%) e delle Banche (+0,8%). 

Il rialzo dei Tech è stato è guidato da Nokia, salita del 6,5% dopo avere annunciato l’accordo che pone fine a un contenzioso legale con Apple. La società finlandese aveva accusato il colosso di Cupertino di utilizzare sue tecnologie coperte da brevetto nell’iPhone. Apple ha accettato di pagare per l’utilizzo di queste tecnologie. Stm, fornitore di Apple e di Nokia, ha guadagnato lo 0,4%.

BTP, TASSI AI MINIMI DA MARZO. BOOM PER IL PRESTITO ENEL

I Btp si rafforzano sul finale di seduta digerendo il calo legato all’annuncio del Tesoro di una nuova operazione di concambio. Nella seconda operazione di concambio dell’anno in agenda per giovedì prossimo, il Tesoro ritira fino a 3 miliardi del Btp Italia in scadenza a novembre 2017 per il maxi importo di 22,4 miliardi, offrendo in concambio cinque tra Btp e Ccteu su scadenze comprese tra il febbraio 2020 e marzo 2032.

Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestato a 172 punti base dopo essere sceso fino a quota 169 punti base, minimo da fine gennaio. Il tasso del decennale ha chiuso a 2,11%, livello già visto nei giorni scorsi ma comunque sui minimi da inizio marzo, da 2,13% dell’ultima chiusura.

Atene è stata penalizzata dal mancato accordo all’Eurogruppo sull’esborso di nuovi fondi. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che “se tutto va bene” l’accordo si può raggiungere al prossimo vertice di giugno.

Il Tesoro ha annunciato che nell’asta di venerdì prossimo, 26 maggio, verranno offerti tra 3 e 3,5 miliardi di euro del nuovo Ctz maggio 2019 e tra 750 milioni e 1,5 miliardi complessivi nella seconda tranche del Btpei 15 maggio 2028 e nella 22esima tranche del 15 settembre 2041.

Grande exploit sul mercato obbligazionario di Enel (+1,1%). La società elettrica ha piazzato un titolo multi-tranche destinato ad investitori istituzionali per un totale di 5 miliardi di dollari, circa 4,5 miliardi di euro. L’emissione ha ricevuto richieste in esubero per circa 3 volte e mezzo, totalizzando ordini per un ammontare superiore ai 17 miliardi di dollari, record assoluto per una società italiana.

SUGLI SCUDI BANCO BPM, INTESA GUARDA ALLA CINA

Il settore bancario è stato trainato da Banco Bpm, volato a 3 euro con un progresso del 5,9%: Barclays ha promosso il titolo da equal weight a overweight, con target price che passa da 2,9 a 3,3 euro.

Ha chiuso In sostanziale parità Bper (+0,04%, a 4,6 euro) nel giorno in cui ha lanciato una nuova obbligazione subordinata di tipo Tier2 con scadenza 10 anni. Unicredit è salita dello 0,5%, Ubi +1,6%.

Intesa +0,3%. Il ceo Carlo Messina ha ribadito che nel nuovo piano industriale, che sarà presentato nel primo trimestre del 2018, la banca focalizzerà la propria strategia sul wealth management, settore nel quale il gruppo vuole rafforzare la propria posizione in Cina.

NELL’INDUSTRIA IN EVIDENZA PRYSMIAN

Fra i titoli industriali di Piazza Affari, salgono Leonardo (+0,7%), Brembo (+0,1%) e soprattutto Prysmian (+2,5%). Telecom Italia chiude in ribasso dell’1,5%, Mediaset -0,1%.

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