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Di Maio manda in rosso la Borsa e fa rialzare lo spread

Le tensioni riaperte dai Cinque Stelle nelle trattative di governo non piacciono a Piazza Affari che a metà pomeriggio inverte la rotta – Cnh però continua a correre sulle ali dello spin off di Iveco

Di Maio manda in rosso la Borsa e fa rialzare lo spread

L’aut aut di Luigi Di Maio ai nuovi alleati del Partito Democratico manda in rosso Piazza Affari e fa impennare lo spread. Dopo una seduta passata in acque tranquille Milano chiude in calo dello 0,35%, a 21.322 punti e il differenziale fra decennale italiano e tedesco risale a 174 punti base (+4,3%), con il rendimento del titolo tricolore che si riporta a 1,03%. A minare la fiducia degli investitori, a circa un’ora e mezza dalla chiusura, sono le indicazioni del capo politico del Movimento 5 Stelle al premier incaricato Giuseppe Conte. Forse nel tentativo di riconquistare una leadership un po’ appannata, Di Maio elenca i punti “imprescindibili” del programma dei pentastellati, senza i quali preferisce andare al voto. E il Pd replica a stretto giro, giudicando inaccettabile l’ultimatum. Il tutto nel giorno in cui l’Istat rileva che il pil italiano nel secondo trimestre del 2019 è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti ed è diminuito dello 0,1% su base annua.

In questo clima il Ftse Mib cambia segno e comincia a retrocedere, in un contesto europeo positivo, benché più debole nel finale a causa dell’incertezza di Wall Street. Francoforte +0,87%; Parigi +0,56%; Madrid +0,22%; Londra +0,33%; Zurigo +0,67%.

La volatilità non abita però solo a Milano. Wall Street infatti, dopo essere partita con il piede giusto, sta perdendo terreno e al momento si muove contrastata. Il miglioramento del clima sui dazi, non oscura il fatto che domenica entreranno in vigore nuove tariffe su merci cinesi, inoltre il petrolio si muove in pesante ribasso: Brent -2,86%, 58,76 dollari al barile; Wti -3,32%, 54,88 dollari al barile. Le vendite sull’oro nero sono aumentate dopo la fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan: ad agosto il dato ha subito il calo mensile maggiore dal dicembre del 2012 a causa dei timori associati ai dazi. Gli intervistati dell’ateneo hanno citato anche aspettative per un aumento dell’inflazione, un rialzo della disoccupazione e un incremento contenuto dei loro redditi. Un mix che potrebbe frenare i consumi e pesare sulla domanda di greggio.

Ampia anche oggi la rassegna di tweet del Presidente Donald Trump che continua a scagliarsi soprattutto contro la Fed, giudicata il vero problema dell’economia Usa (e non quello dei dazi) e accusata di non contrastare il calo “da pazzi” dell’euro.

Oggi la moneta unica prosegue la fase discendente nei confronti del dollaro e arretra a 1,099, soprattutto per il fatto che il mercato guarda alle nuove misure di stimolo attese dalla Bce e per il dato preliminare sull’inflazione di agosto, +1%, in linea con le previsioni, ma lontano dall’obiettivo della banca centrale.

L’euro cede anche nei confronti della sterlina, con il cambio intorno a 0,9027, nonostante una hard Brexit risulti sempre più probabile. Piatto l’oro, a 1537,35 dollari l’oncia.

In Piazza Affari pagano pegno al ritorno dell’incertezza le banche, su cui pesa anche quale presa di beneficio. Le vendite colpiscono Banco Bpm -3,35%; Ubi -2,77%; Unicredit -1,14%. Giù il risparmio gestito con Finecobank -1,88% e Azimut -1,54%.

Finisce sulla graticola Atlantia, -2,55%, perché Di Maio chiede che il decreto per la revoca delle concessioni venga fatto il prima possibile. Soffre il lusso con Ferragamo -2,06%; positiva Moncler +0,44%.

In cima al listino troneggia anche oggi Cnh, +5,06, sostenuta dalle voci su un possibile spin off di Iveco. Bene Amplifon +1,65% e Buzzi +1,17%. Si riaccende in Europa il settore auto. A Milano si mettono in luce Pirelli +0,85%; Exor +1,32%; Fca +0,83%. 

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