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Derby, Juve-Toro finisce 1-1: l’analisi della partita. Oggi Salernitana-Milan e Roma-Verona: le formazioni

La Juve non supera il Toro nel derby della Mole: i difensori Bremer e De Ligt i migliori in campo, Belotti torna al gol – Oggi in campo Salernitana-Milan e Roma-Verona

Derby, Juve-Toro finisce 1-1: l’analisi della partita. Oggi Salernitana-Milan e Roma-Verona: le formazioni

Juventus-Torino finisce in parità. L’1-1 dello Stadium è un netto passo indietro rispetto agli ultimi risultati della Signora, ma soprattutto rischia di complicare parecchio la corsa Champions: se l’Atalanta dovesse vincere a Firenze, infatti, compirebbe l’aggancio in classifica, il tutto con una partita ancora da recuperare. Oggi invece sarà il turno di Milan e Roma, che cercheranno di trovare punti preziosi per scudetto ed Europa contro Salernitana (ore 20.45) e Verona (18).

Juve-Torino, l’analisi della partita

La Juve, dunque, inciampa sul gradino granata, costruito molto bene dall’ottimo Juric. L’1-1 serve a poco, perché costringe i bianconeri allo scomodo ruolo di non essere più padroni del proprio destino, ovviamente in riferimento alla corsa Champions. Inoltre l’effetto Vlahovic sembra essersi già esaurito: il serbo ha giocato una brutta partita, un po’ per colpa sua e molto per una manovra macchinosa e stentata, tanto che Allegri ha deciso di sostituirlo nonostante la squadra stesse pareggiando. Scelta discutibile, anche se il problema del gol risale a inizio stagione e nemmeno l’ex bomber viola sembra essere in grado di risolverlo.

E dire che la Juve era passata in vantaggio quasi subito con De Ligt, di nuovo a segno contro il Toro dopo il gol di due anni fa. Allora l’olandese aveva segnato di piede, questa volta invece ha timbrato il cartellino con un colpo di testa sugli sviluppi di un corner (16’), mostrando di avere un conto aperto con i granata. Che però non si sono sciolti, anzi: la squadra di Juric ha continuato la sua partita come se nulla fosse, alzando il baricentro e costringendo la Signora ai soliti duelli a tutto campo, tipici della filosofia del tecnico croato.

Attorno al quarto d’ora della ripresa è arrivata la doccia fredda, ovvero il pareggio di Belotti, in gol in quello che potrebbe essere (e che a meno di colpi di scena sarà) il suo ultimo derby (62’). La Juve è stata così costretta ad abbandonare il piano del Cortomuso e cercare di segnare ancora, ma con scarsi risultati: il risultato non è più cambiato, il che non lascia pensieri positivi in vista di martedì a Vila-Real. Da segnalare, poi, l’ennesimo infortunio di Dybala, uscito dal campo al 54’ e in dubbio per la partita di Champions.

Juventus-Torino, le parole di Allegri e Juric

“È un punto che si tiene, perché abbiamo dato seguito ai risultati positivi che abbiamo fatto negli ultimi 2-3 mesi – l’analisi di Allegri – Non era semplice, non eravamo brillanti rispetto al Torino, ma abbiamo fatto una buona partita. Paradossalmente abbiamo preso gol nel nostro momento migliore. Nel primo tempo abbiamo avuto due-tre situazioni dove potevamo prendere gol, nel secondo tempo invece no. Dybala? Non sembra essere nulla di grave, vediamo…”.

“Abbiamo fatto un’ottima gara, con un po’ più di lucidità e precisione sotto porta l’avremmo portata a casa – ha replicato Juric – La squadra è in fase di crescita, siamo partiti da un livello molto basso su tutto. Mi hanno rammaricato le ultime due partite, questa volta abbiamo giocato con grande personalità affrontando la Juve a viso aperto e dominando per larghi tratti, ora però dobbiamo fare più partite così”.

Salernitana-Milan

La sfida più importante del sabato è sicuramente quella dell’Arechi, dove il Milan farà visita alla Salernitana. Un vero e proprio testa coda, anche se con l’asterisco: i rossoneri infatti sono primi, ma l’Inter deve ancora recuperare la partita di Bologna. La squadra di Pioli ha un solo risultato a disposizione, perché fallire a Salerno vorrebbe dire gettare al vento un pezzo di scudetto, di fronte però ci sarà la nuova creatura di Nicola, arrivato a inizio settimana per cercare una salvezza che avrebbe del miracoloso. Vietato abbassare la tensione, insomma, tanto più che i campionati si decidono proprio in tappe come questa.

“È una gara insidiosa perché affrontiamo una squadra che ha cambiato tutto, compreso l’allenatore – ha confermato Pioli – Non la sottovalutiamo, ma abbiamo lavorato su noi stessi: ogni partita ha una interpretazione particolare, ma se stiamo dentro nel match con mentalità e sofferenza nei momenti difficili, abbiamo le carte in regola per cercare di vincere. La squadra deve sapere che deve affrontare le gare con fiducia e determinazione secondo i nostri principi di gioco”.

Il tecnico dovrà nuovamente fare a meno di Ibrahimovic, sempre alle prese con i problemi al tendine, per il resto potrà contare su tutta la rosa, anche se dovrà fare i conti con le diffide di Hernandez, Bennacer e Diaz, tutti a rischio squalifica. Il suo 4-2-3-1 vedrà Maignan in porta, Calabria, Tomori, Romagnoli e Hernandez in difesa, Tonali e Bennacer a centrocampo, Messias, Diaz e Leao sulla trequarti, Giroud in attacco. Nicola, per il suo debutto a Salerno, opterà per un 4-3-1-2 con Sepe tra i pali, Mazzocchi, Dragusin, Fazio e Ranieri nel reparto arretrato, Ederson, Radovanovic e Coulibaly in mediana, Ribery alle spalle della coppia offensiva composta da Djuric e Bonazzoli.

Roma-Verona

L’altro anticipo di lusso di questo sabato è quello dell’Olimpico, dove la Roma di Mourinho ospiterà il Verona di Tudor. Partita delicatissima per i giallorossi, che dovranno però affrontarla in piena emergenza: tra Covid, infortuni e squalifiche, infatti, mancheranno Ibanez, Mancini, Mkhitaryan, El Shaarawy, Shomurodov e Perez, inoltre Zaniolo non sta bene e andrà al massimo in panchina.

“Sarà una gara dura, anche perché abbiamo tante assenze – ha sottolineato Mourinho – Affrontiamo una squadra che ha qualità ed esperienza, con un allenatore giovane che si fa seguire dai suoi ragazzi. Noi siamo in difficoltà, ma abbiamo la nostra gente allo stadio che ci aiuterà”.

Il portoghese, viste le tante defezioni, ha deciso di cambiare sistema di gioco e passare a un 4-3-1-2 con Rui Patricio in porta, Maitland-Niles, Kumbulla, Smalling e Vina in difesa, Veretout, Oliveira e Cristante a centrocampo, Pellegrini sulla trequarti, Felix e Abraham in attacco. Classico 3-4-2-1 invece per Tudor, che risponderà con Montipò tra i pali, Casale, Gunter e Ceccherini nel reparto arretrato, Faraoni, Ilic, Tameze e Lazovic in mediana, Barak e Caprari alle spalle dell’unica punta Simeone.

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