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Deoleo: i marchi italiani Bertolli, Carapelli, Sasso potrebbero diventare di proprietà inglese

Per la compagnia spagnola Deoleo che controlla anche i marchi italiani Bertolli, Carpelli e Sasso arriva un’offerta da parte della Cvc Capital Partners, finanziaria britannica specializzata in private equity e hedge fund – Deoleo ha messo in vendita il 31% del capitale, quota al momento in mano a Bankia, Caixa, Kutxabank e Banca Mare Nostrum.

Deoleo: i marchi italiani Bertolli, Carapelli, Sasso potrebbero diventare di proprietà inglese

L’olio dei marchi Bertolli, Carapelli e Sasso potrebbe diventare di proprietà inglese. La compagnia spagnola Deoleo, che controlla anche i marchi italiani, ha ricevuto, infatti, un’offerta da parte della Cvc Capital Partners, finanziaria britannica specializzata in private equity e hedge fund.

Si tratta della miglior offerta finora arrivata: 0,38 euro per azione per la totalità delle azioni, secondo quanto dichiarato dal gruppo Deoleo. “Si sta negoziando – ha aggiunto Deoleo – su altri dettagli, ma per il momento non è possibile confermare se si raggiungerà un accordo e quando ciò accadrà”.

L’offerta di CVC Capital Partners che valorizza il gruppo a 439 milioni (0,38 euro per azione) è comunque inferiore al valore di borsa di ieri del titolo Deoleo (0,43 euro).

Il Governo spagnolo, già la scorsa settimana, aveva dichiarato di essere preoccupato per il futuro del gruppo anche alla luce del possibile ingresso di capitali stranieri. Il ministro del Tesoro, Cristobal Montoro, aveva anche aggiunto che “il Governo è interessato a una parte minoritaria del gruppo” visto che i marchi Carbonell e Hojiblanca sono di fondamentale importanza per la Spagna e le sue esportazioni.

Anche il Fondo strategico (controllato da Cdp) in alleanza con il fondo sovrano del Qatar aveva presentato un’offerta per Deoleo. In lizza per il colosso dell’olio spagnolo c’erano anche il fondo di private equity Carlyle, Rhone Capital, e i francesi di Pai Partner.

Deoleo ha messo in vendita il 31% del capitale, una quota, al momento in mano a Bankia, Caixa, Kutxabank e Banca MareNostrum, che farebbe poi scattare l’obbligo di opa sull’intera società.

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