Condividi

Def, ok dal Cdm ma senza riforme: “Spetterà al nuovo Governo”

Crescita confermata all’1,5% nel 2018, rapporto Deficit/PIL sale al 2,3% nel 2017 per i salvataggi bancari, debito in diminuzione – Gentiloni: “E’ un Def particolare che non contiene la parte programmatica delle riforme”

Ok ad un Documento di Economia e Finanza in forma “tecnica”. Lo annuncia il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al termine del consiglio dei ministri di stamattina.

“Abbiamo approvato il Def, un Def particolare, come si dice in gergo a politiche invariate, che non contiene la parte programmatica delle riforme che spettano al prossimo governo“. Questo quanto annunciato da Gentiloni nel corso della conferenza stampa che ha visto la partecipazione del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e del titolare dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

In assenza di un esecutivo politico, ci si è dunque occupati solo di fotografare “la situazione tendenziale dalla quale emerge quadro positivo che riflette il buon lavoro fatto in questi 5 anni”, ha detto il premier. “Oggi fotografiamo con questo Def risultati molto rilevanti”. Del futuro si occuperà dunque il prossimo Governo.

“La coerenza è stata di sostegno all’espansione dell’economia, di serietà sui conti pubblici e credibilità a livello europeo – ha aggiunto Gentiloni – Sono questi i fattori che hanno caratterizzato l’azione di Governo in questi anni, incoraggiati da una congiuntura europea e mondiale favorevole, spiega come mai nonostante l’incertezza degli scenari politici non abbiamo avuto turbolenza sui mercati, se guardiamo lo spread e l’andamento della Borsa E’ importante che la strada intrapresa non si interrompa”.

La crescita nel Def è confermata “all’1,5%. Questa cifra riflette un atteggiamento prudenziale di quello che l’economia può produrre ed in linea con le previsioni da ultimo rilasciate dal Fmi che ha aumentato la stima appunto all’1,5%”, ha spiegato Padoan rendendo note anche le previsioni per i prossimi anni: “”Il Pil crescerà dell’1,4% nel 2019 e dell’1,3% nel 2020. Le clausole di salvaguardia sono ora tenute dentro, l’aspettativa è che ci siano misure dal nuovo Governo per rimuoverle, sull’impatto è difficile rispondere perché dipende anche dalle misure che si prendono per eliminarle”.

Il rapporto deficit/Pil sale al 2,3% per il 2017 – la precedente previsione era pari all’1,9% –  per incorporare gli effetti dei salvataggi bancari. Per il 2018 il quadro tendenziale prevede invece un rapporto all’1,6%.

Il debito, ha aggiunto il numero uno del Mef “diminuisce nel 2017 e diminuisce in maniera marcata di un punto percentuale nel 2018″. “Un dato estremamente importante – ha continuato il ministro – in un contesto in cui negli anni passati continuava a crescere ed era considerato come uno dei principali fattori di rischio dell’unione monetaria”. Ora “sta diminuendo” grazie a una “oculata gestione” che mostra che ” la strategia è quella giusta non è necessario deviare o pensare a misure eccezionali.” Parlando in termini percentuali, il debito si attesta al 130,8% del Pil nel 2018; al 128% nel 2019 scenderà al 128% e al 124,7% nel 2020.

Nel complesso, secondo quanto affermato Padoan, i numeri dell’economia “sono incoraggianti” e fanno ben sperare che il Pil italiano possa andare oltre le cifre che osserviamo adesso, almeno al 2%”. Altri fattori positivi annotati: “Lo spread rispetto alla Spagna si è ulteriormente ristretto e il sistema bancario non è più un fattore di rischio come veniva paventato. Il quadro complessivo è di stabilità crescente e deve essere ulteriormente rafforzato”.

Ma il cdm di oggi non si è occupato solo del Def, ma anche di Alitalia, approvando il decreto sulla proroga dei tempi di vendita della compagnia aerea.

Commenta