Condividi

Decreto Sviluppo, parte seconda: entro settembre misure per agenda digitale e start up

Il testo allo studio del ministro Passera si fonda su due provvedimenti fondamentali: la realizzazione dell’agenda digitale, che prevede la diffusione della banda larga di base in tutto il Paese entro il 2013, e a creazione di un fondo unico per il sostegno alle start up – In arrivo anche la seconda puntata delle semplificazioni burocratiche.

Decreto Sviluppo, parte seconda: entro settembre misure per agenda digitale e start up

I tempi ormai sono stretti e i provvedimenti da mettere in campo ancora molti. Nel prossimo Consiglio dei ministri, in calendario per il 24 agosto, il Governo farà il punto sull’agenda dei prossimi mesi. Le elezioni saranno in primavera, ma il timore fondato del premier Mario Monti è che l’Esecutivo abbia una reale capacità di manovra solo da qui a fine anno. Con il 2013 arriveranno le fasi più cruente della campagna elettorale, che verosimilmente ostacoleranno l’azione del Parlamento. Eppure la squadra del Professore ha ancora tre capitoli fondamentali da scrivere: il piano per abbattere il debito pubblico, la seconda puntata della spending review e i nuovi interventi per la crescita.

Su quest’ultimo fronte il nuovo provvedimento (probabilmente un decreto) è allo studio del il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Nel testo dovrebbero confluire due interventi allo studio ormai da tempo e che all’inizio si pensava di varare separatamente: la realizzazione dell’agenda digitale e il sostegno alle start up. 

Il decreto Sviluppo bis – su cui i tecnici del ministero stanno lavorando da alcune settimane – dovrebbe ottenere il via libera entro la fine di settembre. Il vero problema, come sempre, è la copertura finanziaria. Sul fondo del barile non rimangono che due o tre miliardi, poca cosa rispetto agli investimenti massicci che questi progetti richiederebbero. 

In particolare, quanto alle start up, il Governo punta a selezionare i progetti migliori su cui concentrare le risorse disponibili (non più di qualche decina di milioni), che a loro volta dovrebbero essere incanalate in un unico fondo. La dispersione dei capitali a disposizione in diverse voci di bilancio ha impedito fin qui che fossero utilizzati in modo efficace e organico. A favore delle nuove imprese dovrebbero arrivare inoltre anche alcune semplificazioni in termini di procedure.   

La questione dell’agenda digitale è invece più complessa. Oltre a una serie di sgravi fiscali per favorire il commercio online, bisognerà garantire investimenti sufficienti alla diffusione della banda larga. L’obiettivo principale è di rendere interamente telematico il rapporto fra Pubblica amministrazione, cittadini e imprese. Nel dettaglio, si tratta di portare in tutto il Paese entro l’anno prossimo la banda larga i base (diffondere la connessione a 2 Mbps costerà 400 milioni, in parte già stanziati), iniziando anche la copertura dei principali centri urbani con la tecnologia a banda ultra larga (che viaggia a 100 Mbps). 

Accanto alla riedizione del decreto Sviluppo, infine, arriverà anche un nuovo intervento per la semplificazione burocratica. Fin qui il mondo imprenditoriale ha inviato al ministero circa 80 suggerimenti su possibili norme da tagliare o snellire.  

Commenta