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Decreto Dignità, Boeri (Inps) contrattacca: “Di Maio fuori dalla realtà”

Il presidente dell’Inps respinge duramente le accuse di manipolazione politica delle previsioni sulla perdita di posti di lavoro legati al Decretro Dignita e attacca apertamente il Governo – Il premier Conte si dice “fortemente irritato per parole inaccettabili e fuori luogo” ma Bieri non molla

Decreto Dignità, Boeri (Inps) contrattacca: “Di Maio fuori dalla realtà”

Tito Boeri non ci sta a finire sotto accusa per le sue stime sugli 8 posti di lavoro che il Decreto Dignità rischia di mandare all’aria per la stretta sui contratti e contrattacca dicendo apertamente che il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio “è fuori dalla realtà”. Ieri Boeri è stato un fiume in piena nell’audizione alle Commissioni Finanze e Lavoro della Camera e ha scatenato l’ira del premier Giuseppe Conte che si è detto “fortemente irritato” per le parole “inaccettabili e fuori luogo” del presidente dell’Inps. Dure anche le reazioni dei vice-premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Ma che cosa ha detto Boeri per scatenare l’inferno? Prima di tutto ha dichiarato – smentendo Di Maio – che il documento dell’Inps con le stime sulla perdita di 8 mila posti di lavoro era stato inviato ai primi di luglio, prima cioè che nascesse il Deecreto Dignità, e che bastava almeno sfogliarlo per capirne i contenuti.

Poi ha sostenuto che la stima di 8 mila posti in meno è addirittura ottimistica e che i posti a rischio potrebbero essere molti di più e arrivare addirittura a 140 mila. “Affermare che le relazioni tecniche – ha rincato la dose Boeri – esprimono un giudizio politico significa perdere sempre più contatto con la crosta terrestre e mettersi in orbite lontane dal pianeta: è un sercizio molto pericoloso perchè prima o poi bisogna spiegare ai cittadini quali sono i vincoli del mondo reale”.

Immediate le reazioni critiche non solo di Conte ma anche di Salvini e Di Maio ma Boeri non molla e non ha nessuna intenzione di dimettersi: “Non prendo in considerazione – ha detto all’indirizzo di Salvini – le richieste di dimissioni online e le minacce da chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale. L’Esecutivo che mi ha nominato non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma: chiedo lo stesso rispetto a questo Esecutivo”.

Ora che succederà? Boeri ha detto chiarmente che lascerebbe solo se gli fosse chiesto “nelle sedi istituzionali opportune”. Vedremo nelle prossime ore.

 

 

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