L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) punta il dito sul Giappone: secondo gli ispettori dell’organismo internazionale, Tokyo ha sottostimato il rischio tsunami in relazione alle sue centrali nucleari e deve ora monitorare attentamente lo stato di salute di persone e lavoratori dopo la catastrofe di Fukushima.
Il rapporto, redatto da una squadra di esperti guidata da Mike Weightman, il più alto funzionario britannico per la sicurezza nucleare, mette in luce alcune delle mancanze che hanno contribuito alla crisi nell’impianto di quella città nipponica, 240 chilometri a nord di Tokyo, colpito in rapida successione dal terremoto e dallo tsunami lo scorso 11 marzo.
Il rapporto, redatto da una squadra di esperti guidata da Mike Weightman, il più alto funzionario britannico per la sicurezza nucleare, mette in luce alcune delle mancanze che hanno contribuito alla crisi nell’impianto di quella città nipponica, 240 chilometri a nord di Tokyo, colpito in rapida successione dal terremoto e dallo tsunami lo scorso 11 marzo.
E’ mancato un piano per affrontare un’onda di tsunami di 5,7 metri che ha investito la centrale mettendo fuori uso i generatori di emergenza di quattro reattori, nonostante le molteplici previsioni di un’agenzia governativa e degli stessi scienziati della Tokyo Electric Power (Tepco) che un simile rischio incombeva. “Il rischio tsunami per diversi siti è stato sottostimato”, si legge nelle tre pagine del rapporto.
