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Dalla Web Tax al debito di Roma: i decreti attuativi mai andati in porto

Mentre si discute di Manovra 2020, quella del 2019 aveva lasciato in eredità una serie di decreti attuativi da emanare, ma molti di loro sono rimasti nel cassetto da mesi: ecco i dossier che finiscono sul tavolo del nuovo Governo.

Dalla Web Tax al debito di Roma: i decreti attuativi mai andati in porto

Mentre gli occhi di tutti sono puntati sul primo obiettivo di questo governo Conte-bis, cioè la manovra, e la legge di bilancio per il 2020 gira a vuoto, in  pista ormai da tempo una serie di provvedimenti economici e fiscali: i  decreti attuativi relativi alla manovra 2019. Tra i primi, ecco quello sulla Web Tax, imposta su giganti tipo Google, Amazon, Facebook che nel nostro paese producono reddito senza pagare tasse.

L’obiettivo era un gettito di 150 milioni per quest’anno e 600 milioni per il prossimo, con il decreto attuativo che era atteso per l’ormai trascorso 1 maggio. In attesa anche il decreto per la definitiva rilevazione dei debiti di Roma, in base alla norma del Decreto Crescita dello scorso aprile che mette fine – entro il 2021 – alla gestione commissariale e trasferisce il debito finanziario alle casse dello Stato.   

Orologio fermo ad aprile anche per il decreto attuativo per il credito d’imposta del 65% delle erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici di bonifica ambientale. Capitolo cartolarizzazioni: la manovra 2019 introduce nuove norme in materia ma già da fine marzo erano attesi uno o più decreti del Ministro dell’Economia per definire diversi aspetti connessi, tra cui modalità e finalità con cui viene effettuata la destinazione dei crediti cartolarizzati.  

Per quanto riguarda Regioni e sicurezza, si attende il decreto che definisca le modalità di monitoraggio e certificazione sugli impegni finanziari assunti dalle Regioni per investimenti su messa in sicurezza degli edifici del territorio, viabilità e trasporti, edilizia sanitaria e pubblica residenziale, interventi in favore delle imprese. 

Era previsto addirittura entro fine gennaio il decreto sulla cultura, che avrebbe ridotto i crediti d’imposta ad esercenti di sale cinematografiche, librerie e alle imprese produttrici di prodotti editoriali che effettuano investimenti in editoria. Dai tagli si attendono 5,6 milioni di euro di risparmi. Fresco di pubblicazione invece sulla Gazzetta Ufficiale (ma lo si attendeva da fine febbraio) il decreto attuativo che rende note le modalità operative per procedere alla rinegoziazione dei mutui che Comuni, Province e Città metropolitane hanno sottoscritto con Cdp e che sono stati poi trasferiti al Ministero dell’Economia. L’operazione consentirà agli enti di ottenere risparmi sulle rate dei mutui, che libereranno risorse per interventi sul territorio.

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