Condividi

Cuneo fiscale, Monti apre al taglio

Il Parlamento sta cercando un modo per alleggerire il peso di tasse e contributi sulla busta-paga – Una proposta avanzata anche dal direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci – L’ipotesi più probabile è di rinunciare completamente alla riduzione delle due aliquote Irpef, in modo da poter eliminare anche i tagli agli sconti fiscali.

Cuneo fiscale, Monti apre al taglio

Nella grandola di possibili modifiche alla legge di stabilità si apre il capitolo del cuneo fiscale. Dopo aver incontrato il premier Mario Monti, ieri il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha lasciato intendere che il Parlamento sta cercando un modo per alleggerire il peso di tasse e contributi sulla busta-paga

Una proposta avanzata anche dal direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci. “E’ essenziale destinare tutte le risorse che il rigore nella gestione dei conti pubblici e l’azione di contrasto all’evasione fiscale libereranno alla riduzione del cuneo fiscale – ha detto Panucci ieri in un’audizione in Parlamento sul ddl stabilità -. Queste risorse, se sommate nel tempo, possono fare massa critica e riuscire davvero a riportare il cuneo sulla media dei paesi europei”.

Le risorse disponibili, è la critica, “oggi non consentono di incidere in modo sostanziale sul cuneo fiscale. Ma se la riduzione del cuneo venisse assunta come obiettivo con costanza nel lungo periodo, senza disperdere le scarse disponibilità della finanza pubblica su troppi fronti, i benefici non tarderebbero ad arrivare”. Il riferimento è alla riduzione dell’Irpef prevista dalla manovra, che  “si distribuisce su un amplissimo numero di soggetti con effetti unitari modesti”. 

Panucci ha ricordato che l’anno scorso il cuneo fiscale italiano è stato il secondo più elevato tra i 34 paesi Ocse, pesando per il 53,5% del costo del lavoro, contro una media del 35,4%.

A questo punto l’ipotesi più probabile è di rinunciare completamente al taglio delle due aliquote Irpef, recuperando così 4,2 miliardi di euro da destnare verso due obiettivi principali: l’eliminazione dei nuovi tagli agli sconti fiscali e la riduzione del cuneo. Nel mirino dei partiti rimarrebbe così solo il rincaro di un punto di Iva a partire da luglio. Il Pdl vorrebbe sterilizzare del tutto l’aumento, ma sul tavolo c’è anche l’ipotesi di limitarlo all’aliquota più alta. 

Dopo gli incontri degli ultimi giorni con i leader della maggioranza – ormai in clima di piena campagna elettorale – e le critiche arrivate in blocco da Bankitalia, Istat e Corte dei Conti, il Premier si è convinto della necessità di rimetter mano alla legge di stabilità. Gli interventi però – è l’ordine tassativo che arriva dal Tesoro – non dovranno modificare i saldi. E per sciogliere il rebus i partiti hanno il problema di arrivare a delle proposte condivise.  

Commenta