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Creval -32% in Borsa, fa paura l’aumento

L’accordo di aumento di capitale con Mediobanca non è vincolato o legato a una precisa tempistica, Creval deciderà in base alle risposte che arriveranno dal mercato nelle prossime giornate. Ma intanto il timore sulla ricapitalizzazione penalizza il comparto bancario a Paizza Affari

Continua a perdere il titolo di Credito Valtellinese, al momento sospeso a Piazza Affari per eccesso di ribasso con un teorico -32-18%. E il timore generato dalla possibilità di un aumento di capitale, mette sotto pressione tutto il comparto bancario a Piazza Affari.

Nella giornata di martedì l’Istituto, oltre a svelare un forte aumento delle perdite, ha annunciato un aumento di capitale da 700 milioni di euro previsto dal piano industriale 2018 – 2020. L’annuncio ha destato sorpresa fra gli investitori e la comunità finanziaria, che si aspettava al massimo 600 milioni di euro di ricapitalizzazione. 

In previsione dell’aumento, il cda di Creval ha deliberato di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Straordinaria degli Azionisti – che si riunirà il prossimo 19 dicembre – il raggruppamento delle azioni nel rapporto di una nuova azione ogni dieci azioni esistenti.

“Nonostante il raggruppamento sia da un punto di vista finanziario neutro, ci si attende che possa portare benefici, in particolare alla luce del previsto aumento di capitale in opzione, inclusa la creazione di un mercato più efficiente e liquido per i diritti durante il periodo di negoziazione” ha commentato la banca in una nota.

“Non abbiamo ricevuto alcuna scadenza dai regolatori per varare un aumento di capitale. Abbiamo deciso di farlo noi perchè vogliamo affrontare in maniera decisa il problema della non performing exposure ritenendo che sia fondamentale per mettere la banca su un terreno più solido in futuro”.

Per quanto riguarda i crediti sofferenti, il dg di Creval, Mauro Selvetti ha confermato che l’Istituto “affronterà la situazione in maniera decisa in modo da superarlo una volta per tutte”.

“Ciò che ci ha convinto – ha detto Selvetti – è che il mondo, l’Italia e l’Europa va in quella direzione per cui anziché affrontare la questione di volta in volta sapendo che volenti o nolenti l’asticella degli Npl rimane cruciale e viene ritenuta tale anche dai mercati oltre che dai regolatori, abbiamo deciso di affrontarla una volta per tutte avendo le condizioni per farlo in modo da non doverne discutere piu’ giorno per giorno”.

Il dg ha annunciato che il piano tiene conto dell’addendum Bce sugli Npl, qualora dovesse essere confermato nella forma indicata nella bozza. Selvetti ha confermato che il gruppo intende vendere 1,6 miliardi di npl tramite Gacs (Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze), di cui 800 sono già classificati come sofferenze mentre altri 800 milioni sono “unlikely to be paid” ma che verranno riclassificati a sofferenze. “Inoltre – ha aggiunto Selvetti -il gruppo intende cedere sul mercato altri crediti in sofferenza per 500 milioni nella seconda meta’ del 2018. Nel complesso Creval ha deciso di avvicinare la valutazione delle sofferenze in bilancio alle quotazioni di mercato”.

“Ieri abbiamo avviato la navigazione, oggi uscendo dal porto abbiamo trovato delle onde molto alte, ma la navigazione è molto lunga”. ha commentato il presidente del Credito Valtellinese, Mirio Fiordi, in un colloquio con Radiocor. 

 

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