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Covid, zone e colori del rischio per l’export

Sace (gruppo Cdp) ha aggiornato la Risk Map al 2021, che sarà un anno segnato dalla ripresa ma in maniera eterogenea: ecco le varie zone verdi, rosse e gialle. Atradius vede il commercio globale in rialzo del 7-8% quest’anno

Covid, zone e colori del rischio per l’export

Una mappa del rischio, che però è anche una mappa delle opportunità. Con gli stessi colori (grossomodo) che siamo abituati a veder assegnati alle Regioni italiane, a seconda del livello di rischio e delle misure restrittive, e cioè rosso, giallo e verde (o per meglio dire green). A dipingere la Risk Map dell’export italiano nel 2021 è Sace, il gruppo di Cassa depositi e prestiti che si occupa proprio di sostenere le imprese italiane sui mercati internazionali. Dunque il rosso, il giallo e in questo caso il verde diventano, nel lavoro di Sace, i colori del rischio ma anche della ripresa sostenibile dell’economia italiana in questo 2021 che sarà ancora molto complicato e segnato dalla pandemia.

L’anno in corso, secondo l’analisi di Sace, sarà segnato dai fattori a V: virus, vaccini e varianti: “Ma siamo in grado di percepire un ottimismo, seppur cauto – ha spiegato Alessandro Terzulli, chief economist di Sace -. La ripresa sarà diffusa a livello geografico, ma in maniera eterogenea e avverrà soprattutto nel secondo semestre, grazie alla diffusione dei vaccini. Da segnalare la particolare resilienza dell’Asia, anche se le incognite ancora tante e vanno considerati gli impatti sociali della crisi e le tensioni politiche crescenti”. Un’analisi condivisa e rafforzata anche da Atradius, la società di assicurazione dei crediti commerciali ,che vede una ripresa del Pil globale del 5% nel 2021 e una crescita del commercio del 7-8% con il permanere di incognite nel breve periodo ma con un prudente ottimismo di fondo. In questo scenario, il 2021 si prospetta comunque come un anno di transizione verso l’uscita dall’emergenza sanitaria, e anche come l’anno della transizione ecologica, il cui colore, il verde, corrisponde a quello del rischio più basso nella Risk Map.

Nella mappa il verde compare naturalmente nei Paesi occidentali, ma con varie tonalità e non ovunque. In generale il rischio del credito sarà in aumento, legato all’aumento dei debiti pubblici, anche se Sace rileva che il profilo creditizio dei Paesi Avanzati, benché in regresso, non abbia registrato un deterioramento eccessivo. Semaforo verde dunque per Usa, Canada, Germania, Francia, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Olanda, Irlanda, Paesi Scandinavi e anche per il Cile, unico Paese sudamericano a non essere in “zona” gialla o addirittura rossa. Più rischiosa l’Europa mediterranea, Italia compresa, mentre a seguito dell’incertezza
scaturita dall’uscita dal mercato comune europeo, esce dalla zona green pure il Regno Unito.

La zona rossa per eccellenza si conferma l’Africa subsahariana, ma anche diversi Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente (quest’area ha registrato il peggior calo del Pil dagli anni ’80), dell’America Latina (oltre al Cile si salvano in parte Perù, Argentina e Uruguay, mentre saranno rischiosissimi Brasile e Messico), e come al solito è molto eterogenea l’Asia: la Cina è già ripartita e offre buone opportunità, così come la Corea del Sud, mentre sono da evitare secondo le valutazioni di Sace Thailandia e India.

Interessante anche la mappa relativa al rischio di violenze politiche, che secondo Sace si lega strettamente all’andamento delle disuguaglianze e che vede solo i Paesi avanzati (a parte gli Stati Uniti e Cipro, che risultano in zona gialla) e il Costa Rica in zona verde. Semaforo rosso scuro per Mozambico e Libano, e forti rischi di tensioni in diversi Paesi asiatici, sudamericani e africani.

“A un anno dalla dichiarazione dello stato di pandemia – ha commentato il presidente di Sace Rodolfo Errore -, la mappa ci restituisce un’istantanea del tutto inedita del mondo. La ripartenza per le imprese italiane sarà promossa da alcuni driver importanti. L’export, in primis, da sempre motore fondamentale della nostra economia, sarà certamente una leva da attivare. Ma da solo non basterà per agganciare la ripresa. Servirà anche puntare su politiche economiche espansive; sull’attuazione del piano Next Generation EU; su un sistema finanziario globale focalizzato sul finanziamento dell’economia reale e su un’ambiziosa agenda verde, tutto questo in una logica inclusiva a servizio delle generazioni a venire”.

“Resilienza, innovazione e sostenibilità – ha aggiunto l’Ad di Sace Pierfrancesco Latini -: sono questi i terreni su cui si giocherà la sfida della ripresa per rilanciare la competitività dell’Italia e delle nostre imprese. Una sfida in cui SACE è stata chiamata a svolgere un ruolo di primo piano a sostegno del tessuto imprenditoriale e produttivo italiano, con le sue garanzie e coperture assicurative, per contribuire al rilancio economico del Paese. Lo faremo con il massimo impegno, in un gioco di squadra, che ci vede tutti orientati – istituzioni, finanza e imprese – verso un unico obiettivo: la ripartenza.”

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