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Covid: obbligo di tampone per chi arriva in Italia dalla Cina. Spallanzani: “Rischio elevato di nuove varianti”

Un’ordinanza del ministero della Salute ha imposto l’obbligo di tampone rapido per i viaggiatori provenienti dalla Cina – A Milano 1 su 2 è positivo

Covid: obbligo di tampone per chi arriva in Italia dalla Cina. Spallanzani: “Rischio elevato di nuove varianti”

I viaggiatori provenienti dalla Cina che arrivano in Italia dovranno sottoporsi a un tampone rapido obbligatorio. Lo stabilisce un’ordinanza emanata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. L’Italia si aggiunge dunque a India, Taiwan e Giappone nella lista dei Paesi che hanno deciso di “prendere precauzioni”e imporre l’obbligo di tampone. Nelle prossime ore, una decisione simile dovrebbe arrivare anche da parte degli Stati Uniti.

L’ordinanza del ministero della Salute

In Italia alcuni aeroporti avevano già deciso di “fare da soli”. Milano Malpensa aveva previsto test anti-Covid per i passeggeri provenienti dalla Cina già dal 26 dicembre e la stessa misura era stata annunciata stamattina dall’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, per Roma Fiumicino. A Milano i test sono già stati effettuati su due voli. Il risultato? “Sul primo volo – ha spiegato l’assessore di Regione Lombardia al Welfare Guido Bertolaso – su 92 passeggeri sono 35 (38%) i positivi. Nel secondo, su 120 passeggeri 62 (il 52%) sono positivi”. Adesso “abbiamo attivato la procedura per il sequenziamento – ha concluso – domani mattina avremo i primi risultati”.

L’ordinanza del ministero della Salute estende dunque l’obbligo di tampone rapido antigenico a tutto il Paese.

“Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid 19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia” ha scritto Schillaci. “La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana. Riferirò più dettagliatamente nel corso del Consiglio dei Ministri convocato oggi”. 

La situazione in Cina

Il “problema Cina oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale. I dati, pochi e poco trasparenti, stanno creando timore nella comunità internazionale, anche quella scientifica”. Questo quanto si legge in un documento dell’Istituto Spallanzani sullo “scenario attuale” del Covid. Il timore “è che, in un paese con un’alta percentuale di non vaccinati in cui sono stati utilizzati vaccini poco efficaci che danno una bassa protezione di popolazione, una così forte crescita esponenziale dei contagi possa generare la selezione di una nuova variante, molto più immuno-evasiva e trasmissibile”.  

Il rischio, spiega lo Spallanzani, è che la nuova variante “traghetti l’evoluzione di SARS-CoV-2 oltre Omicron, la variante dominante a livello globale ormai dalla fine del 2021″. Lo Spallanzani afferma, inoltre, che “al momento, le poche informazioni che arrivano dalla Cina indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse che già circolano da tempo a livello globale, ancora quindi all’interno delle sottovarianti di Omicron”.

Poche settimane fa, il Governo cinese ha annunciato la fine della politica zero Covid. In pochi giorni i contagi sono esplosi. Nei primi 20 giorni di dicembre si sono registrati 250 milioni di nuovi casi, circa il 18% della popolazione, gli ospedali sono al collasso e alcuni studi stimano almeno un milione e mezzo di possibili morti. 

Il timore è dunque che l’elevato numero di contagi in una popolazione scarsamente vaccinata potrebbero provocare l’emersione di nuove varianti, pericolose non solo per la Cina, ma per il mondo intero.

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