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Covid, Natale senza cenoni ma a fine gennaio vaccini in mille ospedali

Sarebbe un clamoroso errore abbassare la guardia per le feste di fine anno: il parere del presidente del Cts Locatelli – Intanto comincia a prendere forma il piano di distribuzione dei vaccini anti-Covid.

Covid, Natale senza cenoni ma a fine gennaio vaccini in mille ospedali

Tenere l’Italia chiusa (o semi chiusa) anche durante le festività natalizie per evitare la terza ondata a gennaio, quando dovrebbero arrivare anche i primi vaccini. Questo è lo stato dell’arte dell’emergenza Covid, stando alle ultime dichiarazioni del Comitato tecnico scientifico e del ministro della Salute Roberto Speranza. Intanto, il Natale. Come aveva già lasciato intendere il premier Giuseppe Conte, questo non sarà un Natale “normale”.

“Sinceramente – ha detto Speranza a nome del Governo – parlare, con seicento morti al giorno, di cosa facciamo la notte di Natale mi sembra lunare. Oggi è giusto occuparci di come dare un po’ di respiro ai nostri medici e infermieri, non mi sembra il momento di discutere delle feste natalizie”. Altro che allentare i divieti dunque, programmare cenoni, organizzare viaggi, sfruttare l’eventuale deroga al coprifuoco. Per il ministro della Salute bisogna “resistere, studiare la curva da qui a fine mese, tenere a mente come abbiamo pagato le feste di agosto. Serve grande prudenza fino al vaccino”.

“Non possiamo pensare che Natale faccia eccezione – ha aggiunto il presidente del Cts Franco Locatelli -, ovviamente l’auspicio è di arrivarci con l’Rt più basso possibile ma non possiamo poi pensare di fare eccezioni in quel periodo dando luogo ai festeggiamenti cui eravamo abituati. Andranno tenute presenti tutte le misure per non vanificare gli sforzi che stiamo facendo e faremo fino al periodo natalizio”.

Per fortuna il vaccino anti-Covid s’avvicina. Il vaccino, anzi i vaccini, arriveranno tra circa un paio di mesi o poco più. Quello della Pfizer arriverà per primo e costerà sei volte più di quello di AstraZeneca. Per distribuire il primo, che arriverà subito in mille strutture ospedaliere in tutta Italia, scenderà in campo anche l’esercito: il problema più sentito è quello della conservazione. Mancano infatti le celle frigorifere, che secondo le richieste della Pfizer dovrebbero raggiungere i -80 gradi. In compenso i vaccini che arriveranno dopo, come quello di AstraZeneca, oltre a costare meno saranno anche trasportabili e conservabili più agevolmente, a temperature tra i -2 e i -8 gradi.

Un tema cruciale è poi la sicurezza. In queste ore si sono ripetuti contatti con l’intelligence: è chiaro che la questione vaccini è un tema che riguarda la sicurezza nazionale. Dalla Germania è arrivato un chiaro allarme rapine. I siti dove il vaccino arriverà dovranno essere segreti e ben protetti. Su questo è già stato avviato un tavolo al ministero della Salute: la Difesa ha dato piena disponibilità a collaborare alla distribuzione e anche alla somministrazione tramite la sanità militare, e il ministro ha dato disposizione allo Stato Maggiore di predisporre una pianificazione da mettere a disposizione.

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