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Covid, l’industria del mobile rialza la testa

Secondo un report di Intesa Sanpaolo, dopo un inizio di pandemia particolarmente difficile, il comparto ha dato segnali di ripresa già dalla scorsa estate, consolidando i buoni risultati anche in autunno. Bene l’export, anche quello dei distretti.

Covid, l’industria del mobile rialza la testa

L’industria del mobile, una delle più colpite all’inizio della pandemia da Covid, ha rialzato la testa già dalla scorsa estate. A rivelarlo è un focus delle Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, che ha seguito nel corso del 2020 l’evoluzione sia del settore in generale che dei distretti. Intanto, il mobile veniva da un ottimo periodo pre-Covid: rappresentava il quarto settore italiano per saldo commerciale, che ammontava a 7,6 miliardi di euro al 2019, e mostrava un andamento positivo del fatturato, che nel 2018 era fissato a 23 miliardi, con circa 18.600 imprese operative per un totale, nel nostro Paese, di oltre 130.000 addetti.

Le misure di contenimento del virus hanno inizialmente avuto un notevole impatto negativo: prima di tutto per il conseguente crollo dei consumi delle famiglie, e poi per la contrazione degli acquisti di mobili da parte delle aziende italiane, in particolare quelle legate al comparto dell’Hospitality, uno dei settori più colpiti dal Covid. E’ dunque andato in crisi soprattutto il business delle forniture per alberghi, bar e ristoranti, uffici, esercizi commerciali, settore navale e ospedaliero. Nei mesi estivi con la riapertura delle attività, il mobile tuttavia ha iniziato a mostrare segnali di ripresa ed è uno dei pochi comparti a registrare il ritorno in positivo del fatturato (+1,9% la variazione tendenziale di luglio, -8,2% il manifatturiero).

La ripresa del settore si è fatta persino più intensa ad agosto (+51%) e settembre (+16.5%), portando il terzo trimestre a chiudere con una crescita del fatturato del 16%, un dato nettamente migliore rispetto alla media manifatturiera, ancora in calo. Il recupero è proseguito in ottobre evidenziando una variazione tendenziale dell’8,3% (-4,9% il manifatturiero), e ancora a novembre, con una crescita sia del fatturato sia delle esportazioni (rispettivamente +11,7% e +3,1% la variazione tendenziale, anche se però la vendita al dettaglio è nuovamente diminuita per via delle restrizioni autunnali).

La ripresa c’è stata sia sul mercato interno (+4,6% ad ottobre), sia soprattutto sul fronte delle esportazioni, che secondo i dati diffusi da Intesa Sanpaolo hanno ripreso a crescere (agosto +4,6% e settembre +11,5%), con il dato complessivo del terzo trimestre che registra un aumento del 2%. In ottobre, tuttavia, si evidenzia una contrazione delle vendite estere (-4,7%), nonostante un ritorno in positivo delle esportazioni in molti Paesi
europei ed extraeuropei (tra cui Stati Uniti e Francia, importanti mercati di sbocco per il settore). Infine, anche a livello di distretti, dopo le difficoltà del primo semestre dell’anno, si è assistito a un recupero delle esportazioni settoriali nel terzo trimestre 2020, con il ritorno in positivo della maggior parte dei poli produttivi del comparto.

Nel complesso le esportazioni distrettuali hanno sperimentato una crescita del 4,5% nel terzo trimestre, un ritmo doppio rispetto a quello nazionale. Tra questi vi sono i principali distretti del settore (Treviso, Pordenone e Brianza), le cucine di Pesaro, l’Imbottito della Murgia e, soprattutto, l’Imbottito di Forlì, che, sostenuto da un forte exploit di vendite nel terzo trimestre dell’anno (+45,5%) maturato in particolare in Francia e Cina, ha portato il bilancio dei primi nove mesi dell’anno in territorio positivo (+8,7%). La ripresa riguarda quasi tutte le principali destinazioni dell’export dell’arredo ma, in generale, i distretti del mobile sono tornati a crescere nei loro principali sbocchi commerciali (Francia, Stati Uniti e Germania).

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