Condividi

Corporate governance: ecco il nuovo Codice che premia la sostenibilità

Il testo, frutto di un lungo confronto con le società quotate, contiene una serie di novità. Più attenzione ai piccoli azionisti e nuova missione per le società: avere successo sostenibile

Via libera al nuovo Codice di corporate governance messo appunto dal Comitato per la Corporate Governance presieduto da Patrizia Grieco. Il testo – frutto di un lungo confronto con le società quotate avviato nel 2018 – contiene una serie di novità su quattro direttrici fondamentali: sostenibilità, engagement, proporzionalità, semplificazione. Più attenzione ai piccoli azionisti e in generale agli stakeholders (portatori di interesse) e una nuova missione per le società: raggiungere il successo sostenibile inteso come “la creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società”.

Più in dettaglio, il nuovo Codice “intende stimolare le società quotate ad adottare strategie sempre più orientate alla sostenibilità dell’attività d’impresa – si legge nella nota di Assonime – all’organo di amministrazione è attribuita la responsabilità di integrare gli obiettivi di sostenibilità nel piano industriale, nel sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e nelle politiche di remunerazione”.

Quanto all’engagement, “un ruolo fondamentale di raccordo è attribuito al presidente del board, al quale il Codice affida il compito di sottoporre all’approvazione del board medesimo, d’intesa con il CEO, una politica per la gestione del dialogo con la generalità degli azionisti, assicurando una adeguata informativa al board sullo sviluppo e sui contenuti significativi del dialogo intervenuto con tutti gli azionisti”.

Nel capitolo “proporzionalità”, invece, il Codice contiene “alcune raccomandazioni indirizzate alle sole società grandi (società con capitalizzazione superiore a 1 miliardo di euro per tre anni solari consecutivi), mentre specifiche semplificazioni sono previste per le società a proprietà concentrata (società nelle quali uno o più soci dispongono, direttamente o indirettamente, della maggioranza dei voti esercitabili in assemblea ordinaria)”.

Ancora: sul versante della semplificazione, “il nuovo Codice presenta una struttura più snella – spiega ancora l’associazione – basata su princìpi che definiscono gli obiettivi di un buon governo societario, e raccomandazioni soggette alla regola del “comply or explain”, mentre sono stati eliminati i commenti”.

Infine, con la revisione del Codice sono state anche irrobustite alcune raccomandazioni già esistenti (valutazione di indipendenza, qualità dell’informativa agli amministratori, ruolo del presidente del board), e raccomandate esplicitamente alcune pratiche soltanto auspicate nelle precedenti edizioni (piano di successione degli amministratori esecutivi, parità di trattamento e di opportunità tra i generi nell’organizzazione aziendale).

Il Comitato per la Corporate governance è stato istituito nel 2011 su inziativa di Abi, Ania, Assonime e Confindustria, Borsa Italiana e l’Associazione degli investitori professionali (Assogestioni). Il Comitato ha quale scopo istituzionale la promozione del buon governo societario delle società italiane quotate. Uno degli strumenti è proprio il Codice di Corporate Governance delle Società Quotate e ne assicura il costante allineamento alle best practice internazionali. Il Comitato garantisce anche il monitoraggio annuale dello stato di attuazione del Codice da parte delle società aderenti e suggerisce gli strumenti più utili per attuarlo su base volontaria.

Commenta