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Coronavirus: sintomi, farmaci, tamponi. I consigli degli esperti

Come riconoscere i sintomi da coronavirus? Cosa fare se si presentano? Quando è necessario il tampone? Le risposte dell’Istituto Superiore della Sanità, dei medici di base e del ministero della Salute

Coronavirus: sintomi, farmaci, tamponi. I consigli degli esperti

Cominciano a vedersi gli effetti delle misure di contenimento attuate dal Governo per combattere il coronavirus, anche se non c’è ancora alcuna certezza che i contagi stiano rallentando. Anzi, dopo alcuni giorni di speranza, in Lombardia il numero di contagi è nuovamente salito. Proprio per questo è il momento di tenere la guardia alta, restare a casa ed evitare errori che potrebbero esporre a rischi noi stessi e gli altri.

Abbiamo dunque pensato di rispondere ad alcune delle domande più frequenti sul coronavirus, basandoci sulle indicazioni fornite dagli esperti del ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanità e dai medici di base.

QUALI SONO I SINTOMI DEL CORONAVIRUS?

A rispondere direttamente a questa domanda è l’Istituto Superiore di Sanità, attraverso un vademecum contenente consigli utili per i cittadini pubblicato anche sul sito del ministero della Salute.

“I sintomi più comuni di sono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea. Questi sintomi sono generalmente lievi e iniziano gradualmente. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte”.

Fonte: ministero della Salute

Da sottolineare che non tutte le persone che hanno contratto il coronavirus presentano sintomi. Alcuni possono infatti essere asintomatici, altri possono presentare sintomi lievi (bambini e giovani in primis). “Circa 1 su 5 persone con COVID-19 si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie, richiedendo il ricovero in ambiente ospedaliero”, sottolinea l’Iss. 

CORONAVIRUS: CHI È PIU’ A RISCHIO?

“Le persone anziane e quelle con patologie sottostanti, quali ipertensione, problemi cardiaci o diabete e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita o in trattamento con farmaci immunosoppressori, trapiantati) hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia”.

Fonte: ministero della Salute

CORONAVIRUS: QUANTO DURA IL PERIODO DI INCUBAZIONE?

Intanto spieghiamo cos’è.

Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. 

Fonte: ministero della Salute

Questa la spiegazione dell’ISS. Per quanto riguarda la durata gli esperti stimano un periodo lungo da due a 11 giorni, ma si può arrivare fino a un massimo di 14.

COSA DEVO FARE SE HO SINTOMI?

In presenza di tosse, febbre (in particolare se superiore a 37,5 gradi) o difficoltà respiratorie, soprattutto se si sospetta un contatto precedente con una persona affetta da Covid-19, il ministero della Salute consiglia:

rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale. Utilizza i numeri di emergenza 112/118 soltanto se strettamente necessario.

Fonte: ministero della Salute

Sono consigli importantissimi perché riguardano la nostra sicurezza e quella degli altri. Contattare il medico di base è il primo passo da fare in presenza di sintomi. Il medico non verrà a visitarci a casa, ma proverà a tenere sotto controllo la situazione e a prescrivere i farmaci indicati tramite telefono.Sono soprattutto tre i parametri da verificare: frequenza del respiro, pressione arteriosa, saturazione dell’ossigeno nel sangue. 

Secondo i consigli forniti al Corriere della Sera dai medici di base:

Per il primo basta contare gli atti respiratori in un minuto (fino a 20 è nella norma); per la pressione arteriosa serve il dispositivo, facilmente acquistabile in farmacia. La saturazione dell’ossigeno è valutabile con il saturimetro, strumento a basso costo che, appoggiato al dito, rileva l’insufficienza respiratoria in fase iniziale. Il dispositivo è però introvabile ed è proprio per controllare questo parametro che i medici effettuano visite a domicilio. In alternativa chiedono al paziente di fare qualche gradino per intercettare difficoltà respiratorie. Chi lo possiede può utilizzare il cardiofrequenzimetro.

Fonte: Corriere della Sera

Il livello d’ossigenazione è il sintomo che può farci capire se la situazione è sotto controllo oppure no. Se scende sotto il 95% (92% per gli anziani) e cominciamo a d andare in affanno, bisogna chiamare immediatamente il medico o il 112. 

QUALI SONO I FARMACI PIù PRESCRITTI?

La tachipirina in primis, necessaria per far abbassare la febbre. In caso di sovrainfezioni si ricorre agli antibiotici. Gli antivirali invece vengono somministrati solo in ospedale. «A breve libereremo la possibilità per i medici di famiglia di prescrivere farmaci anti-Aids per il trattamento del Covid-19», ha annunciato il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, in una intervista a Radio Capital. «Per altri farmaci, come l’anti-malarico clorochina – ha sottolineato Magrini– ci sono invece “rischi” ed è necessaria cautela rispetto ad un uso di massa». 

QUANDO SI FA IL TAMPONE?

L’indicazione ad eseguire il tampone è posta dal medico in soggetti sintomatici per infezione respiratoria acuta e che soddisfino i criteri indicati nella circolare del Ministero della Salute del 09/03/2020, tra cui: il contatto con un caso probabile o confermato di COVID-19, la provenienza da aree con trasmissione locale, il ricovero in ospedale e l’assenza di un’altra causa che spieghi pienamente il quadro clinico.

Fonte: ministero della Salute

Questo quanto spiega il ministero della Salute. In generale dunque, anche in presenza di sintomi, non è detto che si venga sottoposti a tampone faringeo. Questo sta creando diverse polemiche e, secondo alcuni esperti, la decisione di fare il tampone solo ai casi più gravi implica che nel nostro Paese i casi di positività al coronavirus siano di gran lunga superiori a quelli ufficiali. Nel corso di un’intervista a Repubblica di qualche giorno fa, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha affermato che “il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile”.

POSSO FARE IL TAMPONE PRIVATAMENTE?

Assolutamente no. Al momento il tampone può essere effettuato solo dal personale sanitario al momento del ricovero in ospedale. Bisogna quindi fare attenzione perché stanno cominciando a diffondersi numerose truffe che parlano di tamponi fatti in strutture private e a pagamento. I prezzi, ovviamente, sono esorbitanti.

Non esistono al momento kit commerciali per confermare la diagnosi di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. La diagnosi deve essere eseguita nei laboratori di riferimento Regionale, in caso di positività al nuovo coronavirus SARS-CoV-2, la diagnosi deve essere confermata dal laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità.

Fonte: Istituto Superiore della Sanità

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