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Coronavirus: calcio a porte chiuse, chi rimborsa e chi no

Tra partite da recuperare e rimborsi per i tifosi, la Serie A è alle prese con l’emergenza – Il caso più eclatante è Juve-Inter: i bianconeri (per ora) non rimborsano perché il regolamento non lo prevede – L’Antitrust monitora.

Coronavirus: calcio a porte chiuse, chi rimborsa e chi no

Sebbene la priorità assoluta rimanga la salute pubblica, lo spettacolo deve pur sempre andare avanti. Come si sta organizzando il calcio, una delle priorità degli italiani anche in tempi di emergenza coronavirus e un’industria che vale milioni di euro ad ogni partita giocata, tra diritti tv, abbonamenti e vendita dei biglietti? La situazione tra rinvii e rimborsi è un po’ confusa, proviamo a fare chiarezza.

Intanto, ci sono da recuperare quattro partite dello scorso turno di Serie A: Atalanta-Sassuolo, Torino-Parma, Verona-Cagliari e soprattutto Inter-Sampdoria, con i nerazzurri che hanno il calendario più folto, in quanto impegnati ancora sia in Coppa Italia che in Europa League. Per le prime tre il recupero si giocherà entro marzo, per l’Inter invece potrebbe slittare addirittura a maggio, ma non oltre il 24: entro quella data infatti devono concludersi tutte le competizioni, visto che a giugno inizia l’Europeo e la partita inaugurale tra l’altro sarà giocata proprio in Italia, a Roma.

A proposito di Inter, gli uomini di Antonio Conte sono impegnati anche domani in Europa League contro il Ludogorets, a San Siro: la partita, come da Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, si terrà a porte chiuse in quanto Milano si trova in una delle aree rosse (insieme a Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, e per quanto riguarda le manifestazioni sportive anche Friuli e Liguria). Il club nerazzurro ha già disposto il rimborso del biglietto ai 30.000 tifosi che ne avevano acquistato uno.

Sempre in virtù dello stesso decreto, che secondo le parole del sottosegretario Vincenzo Spadafora dovrebbe scadere domenica 1° marzo e dunque interessare solo le gare del prossimo turno di Serie A, si giocheranno a porte chiuse anche Udinese-Fiorentina (sabato), Milan-Genoa, Sassuolo-Brescia, Parma-Spal e soprattutto Juventus-Inter (domenica). Ai tifosi di Atalanta e Bologna non sarà impedito di seguire le squadre in trasferta (Lecce e Roma). Da definire il discorso per Sampdoria-Verona, in calendario lunedì 2 marzo e dunque in teoria non interessata dal provvedimento.

Il discorso più delicato è quello della partitissima scudetto Juventus-Inter. Intanto, per il rimborso dei biglietti: la policy del club bianconero è particolarmente restrittiva e non prevede per casi del genere il rimborso. Il Milan invece ha già avviato l’iter per il rimborso (anche per gli abbonati, restituendo un diciannovesimo della quota abbonamento), e il risarcimento è previsto anche per gli spettatori delle altre partite a porte chiuse e cioè Udinese (solo abbonati), Parma e Sassuolo, perché il regolamento interno lo prevedeva a prescindere.

Analoga a quella della Juventus è invece la policy di altre 8 squadre di Serie A, tuttavia non interessate – a meno di evoluzioni diverse – dal provvedimento delle porte chiuse. Il problema di Juve-Inter è però, oltre all’importanza della partita, il rilievo economico: per il big match l’Allianz era previsto sold out, con un incasso vicino ai 5 milioni e tagliandi acquistati a prezzi particolarmente elevati, dai 70 ai 300 euro.

Se è vero che la Juventus in compenso dovrà rinunciare a tutti gli introiti annessi (sponsor, merchandising, museo etc), è anche vero che la questione non è sfuggita nemmeno all’Antitrust, che infatti ha avviato un procedimento istruttorio contro la Juve e gli altri 8 club che non prevedono rimborsi. Non è detto che, data l’eccezionalità della situazione, il club bianconero non decida alla fine di procedere al rimborso (i tifosi sono già inferociti sui social), anche se il regolamento purtroppo parla chiaro.

“La disputa di partite in campo neutro o a porte chiuse – recita -, anche per singoli settori, non comporteranno in alcun caso il diritto al rimborso parziale dell’abbonamento e/o la riduzione del corrispettivo e/o il diritto dell’Abbonato di ricevere risarcimenti o indennizzi e le spese di trasferta, in caso di squalifica del campo, saranno a carico dell’Abbonato”. Le stesse condizioni, inoltre, riguardano l’acquisto per un biglietto di una singola partita.

Per cercare di rimediare e accontentare un po’ tutti, il Codacons aveva proposto di trasmettere Juventus-Inter in chiaro, domenica sera. Sky, che detiene i diritti criptati per la partita in programma alle 20,45, aveva subito dato la disponibilità a trasmetterla in chiaro su TV8, il suo canale gratuito (dove a volte è possibile vedere l’Europa League o la MotoGp). Nemmeno questo però, al momento, si può fare: Sky infatti non detiene i diritti per la trasmissione in chiaro, e rischierebbe di finire a sua volta nel mirino dell’Antitrust per violazione della legge Melandri.

Anche Mediaset e Rai si sono candidate, ma in realtà per rendere possibile la trasmissione in chiaro serve un (nuovo) intervento da parte del Governo, con un decreto e una motivazione speciale, magari per ordine pubblico. Mentre scriviamo, l’ipotesi non trova riscontro.

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