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Conti correnti: controlli incrociati dell’Agenzia delle Entrate per combattere l’evasione

L’ente guidato da Ernesto Ruffini dovrà incassare 2,8 miliardi in più dalla lotta all’evasione entro il 2025. Il presidente Ruffini: “Fisco amico? Importante sia equo”

Conti correnti: controlli incrociati dell’Agenzia delle Entrate per combattere l’evasione

Agenzia delle Entrate a caccia di evasione: partono i controlli sui conti correnti. La nuova strategia del Fisco contro l’evasione fiscale viene annunciata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in un’intervista al Corriere della Sera. “Abbiamo spostato l’asticella in alto. E non mi riferisco al contrasto all’evasione. Il nostro lavoro sarà valutato anche e soprattutto sull’incremento dei servizi telematici, sulla accelerazione dei rimborsi, sul contenzioso”, ha detto Ruffini.

Fisco: entro l’anno prossimo concorsi per 11mila nuovi ingressi

Il direttore delle Entrate ci tiene a sottolineare che “la stragrande maggioranza dei contribuenti è onesta e paga sempre tutto, fino all’ultimo centesimo, anche se non naviga nell’oro”. Ma i controlli sono essenziali, perché per garantire “i diritti fondamentali come sanità, istruzione e ordine pubblico servono risorse e questo fa l’Agenzia”. L’obiettivo è recuperare 2,8 miliardi dall’evasione. Come? Il numero uno dell’Agenzia delle Entrate spiega che ci si arriverà a questo incremento grazie al “piano di reclutamento di 11mila funzionari”. “Bisogna considerare che questo incremento è aggiuntivo rispetto ai risultati già conseguiti. Una decina di anni fa il livello di evasione fiscale ‘in senso stretto’, ovvero relativa a Irpef, Iva, Irap, Ires, senza considerare quella sui contributi previdenziali, si aggirava sugli 85 miliardi. Ma già nel 2019, grazie anche all’introduzione della fatturazione elettronica, era scesa a 75. Accanto a questa riduzione, c’è l’azione di contrasto vero e proprio dell’Agenzia, che nel 2022 ha recuperato la cifra più alta di sempre (20 miliardi euro). E già quest’anno assicureremo 1,3 miliardi in più rispetto a quanto previsto dalla scorsa convenzione”, ha detto ancora Ruffini.

La riduzione del tax gap

Tra le modifiche al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) richieste dal governo c’è l’abbandono degli obiettivi iniziali di riduzione del tax gap, la differenza fra le tasse che si dovrebbero incassare senza evasione e quelle che entrano davvero: “La riduzione del tax gap è un obiettivo condizionato da tanti fattori, non solo fiscali – dice ancora -. Il mutare repentino degli scenari economici e l’aumento dell’energia incidono sulla liquidità delle imprese e sui livelli di tax gap. Per quanto riguarda gli obiettivi affidati dal Pnrr all’Agenzia, oltre a quelli già raggiunti sulla precompilata Iva e le banche dati, abbiamo ancora due attività da chiudere entro fine 2024: l’invio di oltre 3 milioni di lettere di compliance, per un incasso di 2,77 miliardi. La buona notizia è che li raggiungeremo interamente già a ottobre, con più di un anno di anticipo, avendo già realizzato il 99% degli incassi”.

Ruffini: “Fisco amico? Mai. Ma sia interlocutore equo”

Ma il Fisco può essere amico del contribuente? “Mai, gli amici ce li scegliamo, non me li può dare la legge, gli amici stanno altrove. Il Fisco non può essere amico. Ma invece può essere un corretto equo interlocutore, deve essere questo. Io non vorrei avere un fisco amico ma un Fisco con cui interloquire in modo corretto”, ha detto ancora il capo del Fisco.

E sui risultati che si attende dai controlli incrociati, Ruffini ha concluso: “È presto per fare previsioni, anche perché solo a maggio abbiamo completato le attività richieste dal Garante per la privacy per assicurare il corretto utilizzo dei dati personali. L’Archivio dei conti correnti è una risorsa fondamentale perché consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all’estero ma che hanno conti correnti nel nostro paese. Stiamo già partendo. E presto avremo i primi risultati”.

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