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Confindustria, Pasini non decolla e non stana gli avversari

Tranne l’appoggio di Federaccciai, la candidatura del presidente degli industriali bresciani Pasini non raccoglie consensi mentre colpisce l’assoluta riservatezza dell’Assolombarda e il silenzio operoso di Giuseppe Fontana

Confindustria, Pasini non decolla e non stana gli avversari

Sulla scacchiera della Confindustria la mossa di Morphy (stanare l’avversario) non pare abbia fino ad oggi ottenuto successo. Aver messo in campo la candidatura di Giuseppe Pasini prima del tempo e con modalità assai lontane dalle procedure della Casa non è servita ad agitare le pur mosse acque di Viale dell’Astronomia né ad ottenere quell’obiettivo di suscitare altre candidature in contrapposizione all’industriale bresciano.

Ogni giorno che passa emerge in tutta evidenza che la scelta operata a Brescia ma suggerita altrove aveva il solo scopo di anticipare il nodo delle consultazioni riservate dei Saggi nel sondaggio tra le Associazioni, costringendo così le candidature ad una competizione preventiva, forse anche un poco lacerante, ma finalizzata a reclamare una mediazione, meglio se incarnata dai vertici uscenti e da quelli dirigenziali. 

Giuseppe Pasini dopo quasi un mese ha raccolto il solo appoggio della Federacciai, autorevole ma di pochi voti. Dagli altri pianeti confederali fino ad oggi nulla. D’altronde non poteva essere altrimenti. La mossa di Morphy usata per stanare la candidatura milanese di Giuseppe Fontana e, se del caso, anche quelle di altri non è andata a buon fine.

Assolombarda continua ad agire nella più assoluta riservatezza, evitando qualsiasi strappo alle procedure statutarie e al lavoro dei saggi, meritandosi il titolo di rispettoso garante della stabilità del sistema associativo. Una strategia che incontra crescenti apprezzamenti e che si sostiene su una capacità comunicativa assai efficace. Bisognava saperlo. Bastava guardare al vertice di Assolombarda per vedere all’opera il vice presidente Antonio Calabrò, una vecchia volpe del giornalismo e della comunicazione. 

Si valuti altrettanto bene l’atteggiamento assunto dalle Associazioni territoriali lombarde rimaste defilate e in chiassoso silenzio pur sollecitate a pronunciarsi sulla candidatura Pasini. Altrettanto va letta la disponibilità della potentissima Federlegno, proprietaria del Salone del Mobile, pronta a giocare, in caso di necessità, la candidatura del proprio Presidente. Anche Federalimentare mantiene la stessa linea e non manca di ricordare che nel mazzo delle sue carte gli assi possono essere numerosi, autorevoli e, in caso, vincenti. 

Vincenzo Boccia, insediatosi alla presidenza della Luiss in continuità con la recente prassi che vuole i presidenti uscenti ricoprire cariche prestigiose ai vertici del sistema o in quelli di aziende a capitale pubblico, predica la necessità di una forte mediazione capace di favorire una candidatura unitaria. I “soffietti” che indicano in Garrone o in Tronchetti Provera i possibili concorrenti di Giuseppe Pasini sono indirizzati ad organizzare una corsa partecipata da più concorrenti così da rendere difficile la sintesi dei Saggi e le percentuali di consenso reclamate dallo Statuto. Per questo il silenzio operoso di Fontana suona come un primo segnale di rinnovamento della rappresentanza confindustriale. 

Il pranzo milanese di lunedì scorso riservato ai soli presidenti delle territoriali della Confindustria, organizzato per affrontare il nodo della candidatura del bresciano Giuseppe Pasini, ha finito per complicarne la fattibilità. Nessun appoggio è venuto dai partecipanti se non un diplomatico apprezzamento da parte della associazione di Lecco che conta tra i suoi associati la ferriera del Caleotto di proprietà dell’industriale bresciano. 

Chi si attendeva da quella riunione anche una formalizzazione della candidatura del milanese Giuseppe Fontana in contrapposizione a quella di Giuseppe Pasini è rimasto deluso e si dovrà attendere ancora molto tempo, almeno fino a quando le procedure statutarie non avranno aperto ufficialmente l’intera partita. Assolombarda non ha parlato mantenendo quella accorta strategia intesa a rafforzare il suo ruolo nel sistema e lasciando trascorrere il tempo  che sfarina lentamente la candidatura bresciana.

Nel frattempo le categorie più forti si muovono senza clamore ma intessendo rapporti intesi a dare una svolta significativa alla Confindustria. E’ il caso di Federalimentare che è in grado sia di sostenere una candidatura di peso sia di offrirne una propria dopo che i silenzi del quadriennio di Boccia hanno finito per mettere nelle mani della Coldiretti il food italiano. Il comparto della Federlegno sta scaldando i muscoli del suo Presidente in grado di tenere unito il settore non tanto a fronte della candidatura bresciana quanto alle manovre di alcuni pass-president impegnati a costruirsi un ruolo di mediazione e, di fatto, di patronage. 

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