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Confcommercio, Di Maio: “L’Iva non aumenterà”

All’assemblea annuale dell’associazione il numero uno, Carlo Sangalli boccia l’aumento dell’Iva e rivendica: “No al salario minimo” – La replica del vicepremier – Il presidente Mattarella manda un messaggio e chiede di consolidare il clima di fiducia. Ma dall’Istat arriva la doccia fredda sulle vendite al dettaglio: -4,6% in un anno, a maggio

Confcommercio, Di Maio: “L’Iva non aumenterà”

L’aumento dell’Iva va disinnescato, non c’è trattativa possibile. Lo chiede senza giri di parole Carlo Sangalli nel corso dell’assemblea della Confcommercio. E il neoministro dello Sviluppo e del Lavoro nonché vicepresidente del Consiglio, Luigi di Maio rassicura: “L’aumento dell’Iva non ci sarà  e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate”.”Ci teniamo alla tenuta dei conti” assicura ma aggiunge che “se vogliamo portare avanti progetti economici, dobbiamo contrattare con Europa le condizioni che l’Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no”. E ai commercianti che, con Sangalli, invitano il governo a “difendere i redditi e tutelare il potere d’acquisto”, risponde così: “La ricetta per fare decollare le imprese che creano lavoro, sviluppo, nuove tecnologie nella loro crescita è lasciarle in pace”. Di leggi, diceDi Maio rivolto al Parlamento, ce ne sono già troppe”.

L’assemblea annuale di Confcommercio si è aperta a Roma e il presidente della Repubblica ha inviato un messaggio eloquente, rivolto – sembrerebbe – più al nuovo esecutivo che ai commercianti. “Serve una forte responsabilità comune – ha scritto Sergio Mattarella – per consolidare la fiducia di famiglie, imprese, risparmiatori e investitori, condizione necessaria per la stabilità, la tutela dei risparmi e il proseguimento di una fase favorevole”.  Il Presidente ribadisce la necessità di tutelare i risparmi degli italiani, così come previsto dall’articolo 47 della Costituzione. Lo stesso articolo chiamato in causa dal Capo dello Stato nel discorso con il quale annunciava il fallimento dei tentativi di formazione del Governo, spiegando il suo No a Paolo Savona come ministro dell’Economia.

Mattarella chiede “un impegno condiviso per favorire l’imprenditorialità e le prospettive di sviluppo con investimenti in infrastrutture, innovazione e formazione per rendere il nostro sistema più competitivo nel quadro europeo, nella riconfermata sostenibilità delle finanze pubbliche”. La ripresa c’è, sottolinea il Presidente, ma occorre consolidarla o si rischia di mandare in fumo gli sforzi fatti finora.

Parole accolte con interesse e approvazione dai presenti all’assemblea. Non a caso, il numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato la necessità di difendere il reddito degli italiani, evitando l’aumento dell’Iva. Parlando ai ministri presenti, Sangalli ha affermato: “Le chiamano clausole di salvaguardia. Ma, cari amici, la vera salvaguardia per imprese e cittadini è difendere i loro redditi, il potere d’acquisto, la competitività diffusa delle imprese”.

“Per noi la via maestra – ha aggiunto – resta il reddito che viene dal lavoro. Lavoro dignitoso e salario giusto. E qui c’è il tema del salario minimo. Nella chiarezza dei rapporti, abbiamo la preoccupazione che questa misura finisca per disperdere un patrimonio di relazioni e traguardi ottenuti. C’è in gioco la consolidata storia di contrattazione collettiva del nostro Paese”.

L’attenzione deve dunque rimanere alta, anche perché, nella prima parte del 2018 l’economia italiana ha cominciato a rallentare, la fiducia di imprese e famiglie è in discesa, l’export comincia a dare segnali di flessione e la crescita a fine 2018 dovrebbe attestarsi all’1,2% per rallentare ulteriormente all’1,1% nel 2019. Lo si legge nel Rapporto sul Terziario dell’Ufficio Studi di Confcommercio presentato oggi, 7 giugno, all’Assemblea. In calo anche gli investimenti nel 2018. Alla “luce di queste evidenze – sottolinea Confcommercio – le previsioni del Def appaiono ottimistiche”.

A questi dati occorre aggiungere anche le vendite al dettaglio che, secondo l’Istat, nel mese di aprile sono diminuite dello 0,7% in valore e dello 0,9% in volume rispetto al mese precedente. “La flessione congiunturale – spiega l’Istat – è imputabile alle vendite di beni alimentari, che registrano un calo dell’1,9% in valore e del 2,4% in volume, mentre quelle di beni non alimentari sono in lieve aumento (+0,2% in valore e +0,1% in volume)”. Preoccupa soprattutto il forte calo rispetto ad un anno fa: su base annua la diminuzione è del 4,6% in valore e del 5,4% in volume, il dato peggiore degli ultimi cinque anni.

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