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Conclusa l’asta sulle frequenze: il ricavo sfiora i 4 miliardi di euro

Telecom, Vodafone, Wind e H3g si sono aggiudicate i diversi lotti sulle frequenze da 800, 1.800 e 2.600 Mhz per un valore complessivo di 3,950 miliardi di euro, ben oltre le aspettative. La 3 è rimasta esclusa dalla banda a 800 Mhz, ma ha ottenuto 4 blocchi per quella a 2600. Ancora non assegnata la frequenza da 2.000 Mhz.

Conclusa l’asta sulle frequenze: il ricavo sfiora i 4 miliardi di euro

L’asta sulle frequenze di quarta generazione (4g) è terminata e l’incasso totale ammonta a 3,945 miliardi di euro. La maggior parte del costo è stato pagato dalle tre maggiori compagnie – Telecom, Vodafone e Wind – che hanno speso quasi 1,2 miliardi ciascuna, mentre H3g ha messo sul piatto solamente 300 milioni.

Le tre grandi si sono assicurate le frequenze da 800 Mhz, quelle considerate le più pregiate perchè coprono vaste aree del territorio con due blocchi ciascuno. H3g e Wind si sono invece aggiudicate, con quattro blocchi ciascuno, le frequenze a 2.600 Mhz, che invece coprono aree più ristrette ma sono idonee per le grandi città (3 blocchi a testa per le stesse frequenze anche a Vodafone e Telecom Italia). La frequenza a 1.800 Mhz era meno contesa e Telecom, Vodafone e H3g si sono aggiudicate un blocco a testa. E’ rimasta ancora non assegnata la banda a 2.000 Mhz e le compagnie hanno tempo ancora fino al 3 ottobre per presentare un’offerta.

Il numero uno di Wind, Ossama Bessada, si è dichiarato “orgoglioso del risultato dell’asta per le frequenze 4g che conferma Wind tra i più importanti player del mercato.” Allo stesso modo l’amministratore delegato di 3 Italia, Vincenzo Novari, ha detto di essere “molto soddisfatto perché, come ci ha riconosciuto un importante osservatore delle dinamiche del mercato come JP Morgan, le frequenze che abbiamo acquistato sono del tutto adeguate a garantire il roll-out delle infrastrutture Lte e i volumi di traffico di dati che verranno richiesti sul mercato per diversi anni a venire”.

Anche il Ministro Romani si è detto contento per il riultato dell’asta “che pone l’Italia in una posizione d’avanguardia rispetto all’Europa. In una situazione di mercato difficile, siamo riusciti ad attrarre una mole ingente di investimenti. L’incasso complessivo va ben oltre le aspettative: ricordo che la legge di stabilità infatti prevedeva un introito di 2,4 miliardi di euro”.

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