Condividi

Composizione Negoziata: 6.100 posti di lavoro salvati in due anni. I dati di Unioncamere

A due anni dall’avvio della nuova procedura stragiudiziale per il risanamento delle imprese in difficoltà finanziarie, sono state presentate complessivamente 1.037 domande alle Camere di commercio. 502 le procedure chiuse di cui 96 positivamente. Ecco i dati di Unioncamere sulla composizione negoziata

Composizione Negoziata: 6.100 posti di lavoro salvati in due anni. I dati di Unioncamere

Oltre 6.100 lavoratori sono stati salvati dal licenziamento per chiusura aziendale grazie alla conclusione positiva di una procedura di composizione negoziata.

A rilevarlo è stata Unioncamere nel corso durante un convegno organizzato a Roma.

1.307 domande presentate

Dopo due anni dall’introduzione della nuova procedura stragiudiziale per il risanamento delle imprese in difficoltà finanziarie, sono state presentate complessivamente 1.037 domande alle Camere di commercio. Attualmente, più di 535 di queste sono ancora in corso di gestione, mentre le restanti 502 hanno registrato esiti favorevoli nel 19% dei casi, con il risanamento di 96 imprese.

Questo risultato è stato ottenuto soprattutto grazie a un aumento significativo nell’ultimo anno, con oltre il 25% delle procedure chiuse con esito positivo nei tre trimestri finali del 2023.

Salvati 6.100 posti di lavoro

Il dato maggiormente positivo è offerto dal “peso” dei risanamenti aziendali che le soluzioni favorevoli hanno generato.

Complessivamente, sono stati salvati circa 6.100 posti di lavoro, di cui 3.200 già acquisiti attraverso le 83 procedure concluse, e ulteriori 3.000 occupati in 13 aziende che stanno attualmente formalizzando la procedura di risanamento. Da notare anche l’effetto positivo del risanamento aziendale sui fornitori e sull’intera filiera produttiva.

“Le imprese italiane stanno cominciando a comprendere l’utilità e l’efficacia di questo strumento che consente di salvare e rilanciare l’attività economica”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “A due anni dall’avvio della procedura, potrebbe essere utile, però, intervenire con alcuni aggiustamenti, diretti sia a rafforzare la conoscenza dello strumento presso imprese e professionisti, sia a semplificare l’iter procedurale, e soprattutto a migliorare la forza negoziale di questo strumento nei confronti dei creditori pubblici (fisco ed enti previdenziali) e delle banche”.

Crescono le istanze presentate

Recenti dati di monitoraggio indicano una significativa diminuzione dei casi in cui le richieste sono state respinte per impossibilità di risanamento. Questo suggerisce che le attuali domande in corso di composizione sono particolarmente promettenti.

Nel complesso, il numero totale di richieste presentate continua a crescere, registrando un aumento di oltre 20 domande a settimana.

La composizione negoziata a livello geografico

La composizione negoziata è prevalentemente utilizzata nelle regioni del Nord, rappresentando il 49,8% del totale, seguita dal Centro Italia (29%), dalle regioni meridionali (16%) e dalle isole (6%). La Lombardia è la regione con il maggior numero di istanze (22% del totale), seguita dal Lazio (13%), e successivamente dall’Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Puglia in ordine decrescente.

Il tipo di imprese

La maggioranza delle 96 chiusure favorevoli riguarda società di capitali (circa l’87%), con le Srl che costituiscono il 65% delle imprese, mentre le Spa rappresentano il 22%.

Il 52% delle imprese coinvolte nella Composizione ha meno di 9 dipendenti, seguite dalle piccole imprese con un numero di addetti compreso tra 10 e 29 unità (35% del totale). Anche se sono ancora limitate in numero, le imprese di dimensioni maggiori che presentano domande di accesso alla Composizione negoziata mostrano percentuali significative: il 10% ha un numero di addetti compreso tra 50 e 249 unità, mentre le grandi imprese con più di 250 dipendenti rappresentano circa il 4% del totale.

Nella composizione negoziata, il settore economico con il maggior numero di esiti favorevoli è quello delle attività manifatturiere (28%), seguito dal commercio all’ingrosso e al dettaglio (23%) e dalle costruzioni (12%).

Commenta