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Colpo grosso di Indesit nel calcio: diventa sponsor di Arsenal, Paris Sg, Milan e Shaktiar Donetsk

Scelta innovativa e internazionale di Indesit nel mondo del pallone: in un colpo solo sponsorizza quattro grandi club – “Ma non è una scelta di tifosi” spiega Marco Rota, marketing & consumer brand director di Indesit nella splendida cornice del Diamond Club dell’Emirates Stadium: “Abbiamo puntato su top team per valorizzare il nostro marchio”

Grande colpo al calcio mercato europeo degli sponsor. Indesit, in un colpo solo, prenota Arsenal, Paris, Saint Germain e Milan. E, tanto per non lasciare scoperta la fascia orientale, aggiunge al team anche lo Shaktiar Donetsk, club leader dell’Ucraina. Roba da far invidia agli sceicchi, ma che suona strana, in un certo senso, per un’azienda che dal calcio era uscita negli anni Ottanta, dopo aver inaugurato il filone con la storica abbinata Ariston-Juventus ai tempi di Michel Platini. Ancor più strano in un’epoca, l’attuale, in cui la parola d’ordine dei “brand”, ai tempi della crisi e dei mercati stagnanti, sembra quella di tirare i remi in barca (vedi Coppa America).
 Una scelta da tifosi?”Assolutamente no” risponde Marco Rota, marketing & consumer brand director di Indesit, che ha curato il progetto triennale. “La passione sportiva stavolta non c’entra. Caso vuole che sia il nostro presidente che l’amministratore delegato amino il golf, gli sport marini e i motori ma non provino alcun interesse per il calcio”.  La scelta del soccer, insomma, nasce a tavolino, per interessi di business. Anche se Rota, juventino praticante, si è dimostrato un ottimo portiere nel mini torneo che ha celebrato a Londra l’avvio della “lega Indesit”, teatro i campi sintetici del Millennium Dome. Ma quali sono stati i criteri della scelta? E quali gli obiettivi? Ecco cosa risponde il manager di una delle (poche) multinazionali tricolori, in uno scenario che, per chi frequenta gloi stadi di casa nostra, ha il sapore della fantascienza: il Diamond club dell’Emirates Stadium, il gioiello dell’Arsenal che non ha nulla da invidiare ad un hotel a cinque stelle. Salvo una splendida visuale del campo da gioco, cui fanno da cornice i cartelloni elettronici che, d’ora in poi, rilanceranno via tv la scritta Indesit in occasione dei match della squadra di Arsène Wenger?
Con quali criteri sono stati scelti questi club, se non c’entra la passione?
“Ci interessavano marchi di valenza internazionale, capaci di attrarre l’attenzione anche al di là del campionato nazionale.  Indesit è un marchio internazionale che fa capo ad una grande società internazionale, che ha come mercato di riferimento, per ora, l’Europa.  Ovvia conseguenza, abbiamo puntato su top team, in grado di recitare un ruolo da protagonisti nelle competizioni, Terzo, non meno importante, era importante disporre di strutture di ospitalità di alto livello”.
Lo stadio dell’Arsenal risponde a questo requisito. San Siro assai meno…
“Se è per questo l’Emirates Stadium, che è stupendo, rischia di sfigurare di fronte all’impianto dello Shaktiar. L’Italia, si sa, è il fanalino di coda in quanto a strutture. Ma San Siro, anche per le emozioni che suscita, è comunque il meglio che ci sia”.
Ma perché affidarsi al calcio per vendere elettrodomestici?
“Partiamo dalle caratteristiche del marchio Indesit. Dalle indagini di mercato risulta che il cliente di Indesit è giovane, tra i 25 e i 49 anni per lo più. E’ in questa fascia di età che si concentra la maggior attenzione per il calcio.  E così, mentre per Hot Point-Ariston che si rivolge ad un pubblico maturo, con altre motivazioni per l’acquisto abbiamo puntato su temi più adatti alla famiglia, tipo Walt Disney, qui abbiamo scelto di puntare su un’immagine più giovane, fresca”.
Forse troppo maschile.
“L’uomo interviene comunque al momento dell’acquisto di un elettrodomestico. Ma il calcio, ospite fisso della tv e dei rotocalchi, non è più un prodotto for men only. E ha una potenza di fuoco impressionante. Ho appena presentato il progetto ai nostri responsabili commerciali e sono sommerso dalle richieste dei colleghi. C’è chi già adesso mi chiede interventi in Messico o  in Iran. Non c’è altro tema, con l’eccezione forse della musica, con un grado di appeal paragonabile al mondo del pallone ”.
In questa campagna acquisti avete fatto un gran colpo con il Paris Saint Germain. Eravate d’accordo con lo sceicco del Qatar, nei proprietario del club?
“Un colpo di fortuna. Abbiamo concluso l’affare un paio di settimane prima che venisse fuori l’interesse del Qatar che, tra l’altro, controlla Al Jazeera. L’emittente ha appena comprato i diritti sul campionato francese che trasmetterà in tutto il Medio Oriente. E sulle maglie del Psg ci sarà la scritta Indesit”.
Tre squadre su quattro sono sponsorizzate anche da Emirates. Solo un caso?
“Sì, non c’è alcun collegamento. Almeno per ora. Domani chissà. E’ un progetto aperto a molti sviluppi. Anche perché noi intendiamo sfruttare la notorietà dei club ma, viceversa, il marchio Indesit in certi mercati può essere un ottimo biglietto da visita per le squadre. Penso che, fuori dall’Ucraina, Indesit sia più nota dello Shaktiar”.
 Su quali maglia comparirà il vostro nome?.
“Solo su quelle del Psg.  i contratti   hanno caratteristiche diverse. Abbiamo i cartelloni sul campo, in alcuni casi anche il retro porta o il tunnel d’accesso e quelli che fanno da sfondo alle interviste tv. Possiamo utilizzare i calciatori, purché in gruppo,  per le campagne pubblicitarie o per la promozione dei punti vendita. Possiamo organizzare eventi con le squadre. E, naturalmente, sfruttare le strutture per l’hospitality per invitare clienti, analisti finanziari . Saranno possibili le visite allo spogliatoio o a bordo campo prima della partita piuttosto che viaggiare con la squadra nelle trasferte di Champions League. Cercheremo di sfruttare nel modo più adeguato la visibilità garantita dal calcio”.
Forse manca l’aspetto della realtà virtuale. O no?
 “Non potevamo dimenticare Internet.  Abbiamo creato un sito www.indesit football.com con l’ambizione di  affrontare il calcio in una maniera diversa dai canoni consueti. L’obiettivo è di far spazio ai bloggers dei vari Paesi perché parlino con noi ma, soprattutto, si parlino tra di loro”.
Insomma, avete pensato a tutto. O quasi: perché nel calcio, alla fine, quel che conta è vincere.
“E’ quel che ho detto ai dirigenti, bravissimi, dell’Arsenal. E’ senz’altro una squadra simbolo,  per simpatia, impegno sociale e capacità di programmazione. Ma adesso, per favore, vincete qualcosa”. 
Per la sala si aggira Leonardo, fresco dirigente del Psg. Difficile che i tifosi di Inter e Milan si associno all’augurio di Rota.

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