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Collezionismo di Art Assemblage: l’arte del collage, Picasso, Duchamp, Dubuffet, Nevelson, Rauschenberg e altri ancora

Art Assemblage: Opere d’arte costruite con materiali preesistenti, comprende collage, oggetti scultorei e installazioni artistiche. Termine inventato dall’artista francese Jean Dubuffet negli anni ’50

Collezionismo di Art Assemblage: l’arte del collage, Picasso, Duchamp, Dubuffet, Nevelson, Rauschenberg e altri ancora

Ciò che coinvolge il collezionismo dell’Art Assemblage sono i valori estetici delle opere d’arte di assemblaggio dal punto di vista impresso dagli artisti, quali il valore della cultura, della conservazione e del riciclo ambientale. Si è inoltre riscontrato che i valori estetici più importanti richiesti nell’arte di assemblaggio dal punto di vista dei destinatari, sono: i valori visivi visivi, seguiti da valori innovativi (creatività e originalità), seguiti dal valore di impatto (l’effetto del lavoro sul coscienza). I valori estetici che nell’arte di assemblaggio contribuiscono espressamente allo sviluppo della consapevolezza del valore artistico tra l’artista e il collezionista. Da questo concetto parte anche l’interesse verso questo tipo di arte, preferita anche dalle nuove generazioni. Un esempio record è stata l’aggiudicazione dell’opera Buffalo II (1964) di Robert Rauschenberg aggiudicata da Christie’s nel 2019 a New York per 69.618.900 € partendo da una stima: 44.627.500 € – 62.478.500.

Sebbene i primissimi esempi di arte di assemblaggio provengano dall’opera di un Pablo Picasso intorno al 1912-1914, e ovviamente sotto forma di ready-made di Marcel Duchamp, la parola in relazione alle arti non fu introdotta fino all’inizio degli anni ’50, quando uno dei i primi artisti di assemblaggio “ufficiali”, Jean Dubuffet, hanno creato una serie di collage di ali di farfalle.

Negli anni ’50 e ’60 l’assemblaggio divenne ampiamente utilizzato da diversi artisti, Jasper Johns e Robert Rauschenberg, ad esempio, utilizzarono materiali scadenti sovrapponendo oggetti per creare rilievi e sculture espressioniste, guadagnandosi il nome di neo-dada. In Italia artisti come Mario Merz del movimento arte povera, assemblarono quotidiani con materiali usa e getta tra cui terra, stracci e ramoscelli. In quel momento il loro scopo era sfidare e sconvolgere i valori del sistema dell’arte contemporanea che veniva proposta sul mercato.

Jean Dubuffet

Tra pittura e scultura, questa forma espressiva doveva creare una propria definizione, e così è diventata l’arte di assemblare

Composizioni artistiche che utilizzano tutti i tipi di materiali e oggetti trovati, da rottami e ritagli di carta, legno, pietra e molto di più. In effetti, l’arte dell’assemblaggio è spesso descritta come un collage fatto un passo avanti, anche se a volte è difficile distinguere tra un collage riccamente composto e un assemblaggio che è modesto nella quantità dei suoi elementi.

La tecnica dell’assemblaggio ha trovato molti artisti attraverso diversi significativi movimenti d’avanguardia del 20° secolo, come il Cubismo, attraverso le citate costruzioni di Picasso, il Dadaismo, attraverso i “merz” di Kurt Schwitters.

Kurt Schwitters

Inoltre il Surrealismo nelle opere tridimensionali di Man Ray, e ovviamente Neo-Dada e Arte Povera vincono gli anni ’50 e ’60, il periodo della sua sbirciatina, con i pezzi rivoluzionari di Jasper Johns e Robert Rauschenberg. Nel 1961, i creatori di assemblage furono messi sotto i riflettori al Museum of Modern Art e alla mostra The Art of Assemblage curata da William C. Seitz. Questa mostra ha contribuito a stabilire gli assemblaggi come una vera e propria forma d’arte mettendo in mostra le opere di molti grandi nomi.

Tra i più grandi artisti dell’assemblage abbiamo Louise Nevelson

Louise Nevelson

Le sue opere monumentali in legno sono tra le opere più famose mai realizzate con questa tecnica. Monocromatici e solitamente neri, questi pezzi delle dimensioni di una stanza sono formati da pezzi di legno scartati che l’artista avrebbe ricevuto o trovato. In quanto tali, aiutano a creare rilievi straordinari, fornendo uno spaccato della sua storia personale e fisica. Nelle sue opere vediamo spesso l’influenza delle rovine Maya e delle stele del Guatemala, risultante dal suo viaggio nel paese negli anni ’40. Negli anni ’50 crea anche sculture in legno di grandi dimensioni in bianco e oro, accompagnate da pezzi più piccoli in scatole di legno, che abbracciano movimenti come Espressionismo astratto, Surrealismo e Cubismo.

E solo per citarne alcuni: Marcel Duchamp, Armand Pierre Fernandez e Robert Rauschenberg

Il suo orinatoio e la ruota della bicicletta erano radicali, al punto da cambiare il modo in cui comprendiamo la produzione artistica, l’esposizione artistica e l’arte in generale. Parliamo ovviamente di Marcel Duchamp, l’arrogante inventore e uno dei più grandi artisti dell’assemblage nella storia dell’arte, parte integrante dell’arte del secolo scorso e non solo, il padre del readymade come le nuove, indiscutibili opere d’arte. Il primo vero lavoro di questo tipo è stato il famigerato Bicycle Wheel – una vera ruota di bicicletta messa su uno sgabello a testa in giù e proclamata arte solo perché lo diceva lui. Sfortunatamente, poiché non è mai stato presentato per nessuna mostra d’arte, il pezzo è andato perso.

Arman era famoso per le sue opere fatte di accumulazione e dispersione, tra le quali abbiamo le “poubelles”, o “cestini della spazzatura”. Come Jean Tinguely, era un fan della distruzione, ma per lui significava anche creare qualcosa di nuovo. E così, l’artista spesso bruciava, affettava e fracassava la propria arte di assemblaggio e oggetti, statue di bronzo e strumenti musicali, per poi montarli su una tela in seguito, in particolare nelle sue opere Coupes e Colères. Le “Poubelles”, invece, erano raccolte di oggetti comuni e identici disposti all’interno di fusioni di poliestere o teche di plexiglas. Arman ha avuto un ottimo rapporto con Andy Warhol, ad esempio, essendo apparso nel suo documentario Dinner at Daley, mentre l’icona pop possedeva due delle sue “Poubelles”, vendute all’asta nel 1988.

Rauschenberg è noto per i suoi Combines (1954–1964), un gruppo di opere d’arte che incorporavano oggetti di uso quotidiano come materiali artistici e che offuscavano le distinzioni tra pittura e scultura. Rauschenberg è stato sia pittore che scultore, ma ha anche lavorato con la fotografia, l’incisione, la fabbricazione della carta e le performance.

Copertina: Pablo Picasso, Natura morta con sedia impagliata, 1912

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