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Coldplay: Tribunale ferma i bagarini

Per i concerti dei Coldplay, le piattaforme di secondary ticketing non potranno più rivendere i biglietti comprati sul mercato primario a prezzi maggiorati – Lo ha deciso il Tribunale di Roma con una storica sentenza che accoglie il ricorso della Siae – Multe di 2 mila euro a biglietto per chi non rispetta il divieto.

Coldplay: Tribunale ferma i bagarini

Stop al secondary ticketing. Con una decisione senza precedenti, il Tribunale di Roma ha sentenziato un primo stop ai bagarini digitali che rivendono ad un prezzo maggiorato i biglietti dei concerti.

Dopo le polemiche degli ultimi mesi, causate da una serie di servizi della trasmissione tv Le Iene, che hanno portato alla luce un mondo sommerso fatto di scambi e vendite, i giudici hanno deciso di intervenire accogliendo il ricorso d’urgenza presentato dalla Siae con il sostegno di Federconsumatori.

Scendendo nei dettagli, il ricorso riguarda gli ormai famigerati concerti dei Coldplay che si terranno a Milano il 3 e 4 luglio 2017, i cui biglietti sono andati esauriti in pochissimi minuti (riapparendo però poco dopo sul mercato secondario a prezzi folli) causando le proteste e l’ira dei fan.

I magistrati hanno vietato a Live Nation, società organizzatrice dell’evento e a Seatwave, Ticketbis e Viagogo, le principali piattaforme di secondary ticketing, di rivendere i biglietti comprati in precedenza sul mercato primario offline o online e cioè dalla stessa Live Nation, da TicketOne o da Best Union, attraverso i sistemi come i cosiddetti ticket bot che permettono di aggirare il limite massimo di acquisti per singolo utente (4 biglietti). I violatori saranno soggetti ad una multa pari a 2mila euro a biglietto.

“Si tratta di un grande risultato che il Tribunale abbia accolto le motivazioni presentate”, ha spiegato il direttore generale della Siae Gaetano Blandini, sottolineato come la sentenza rilevi “l’illiceità dell’attività di bagarinaggio online”, riconoscendo “il pregiudizio economico sia per i consumatori che per gli autori”.

Nel frattempo continua l’inchiesta penale della Procura di Milano che indaga sui legami tra organizzatori e piattaforme secondarie.

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